venerdì 26 agosto 2011

Alfred Hitchcock

1925 Il giardino del piacere The Pleasure Garden
1926 L'aquila della montagna The Mountain Eagle
1927 Il pensionante The Lodger
1927 Vinci per me The Ring
1927 Il declino Downhill
1927 Virtù facile Easy Virtue
1928 La moglie del fattore The Farmer's Wife
1928 Tabarin di lusso Champagne
1929 Ricatto Blackmail
1929 L'isola del peccato The Manxman
1930 Giunone e il pavone Juno and the Paycock
1930 Omicidio! Murder!
1931 Fiamma d'amore The Skin Game
1931 Ricco e strano Rich and Strange
1932 Numero diciassette Number 17
1934 Vienna di Strauss Waltzes from Vienna
1934 L'uomo che sapeva troppo The Man Who Knew Too Much
1935 Il club dei trentanove The 39 Steps
1936 L'agente segreto Secret Agent
1936 Sabotaggio Sabotage
1937 Giovane e innocente Young and Innocent
1938 La signora scompare The Lady Vanishes
1939 La taverna della Giamaica Jamaica Inn
1940 Rebecca, la prima moglie Rebecca
1940 Il prigioniero di Amsterdam Foreign Correspondent
1941 Il signore e la signora Smith Mr. & Mrs. Smith
1941 Il sospetto Suspicion
1942 Sabotatori Saboteur
1943 L'ombra del dubbio Shadow of a Doubt
1944 Prigionieri dell'oceano Lifeboat
1945 Io ti salverò Spellbound
1946 Notorious, l'amante perduta Notorious
1947 Il caso Paradine The Paradine Case
1948 Nodo alla gola Rope
1949 Il peccato di Lady Considine Under Capricorn
1950 Paura in palcoscenico Stage Fright
1951 L'altro uomo Strangers on a Train
1953 Io confesso I Confess
1954 Il delitto perfetto Dial M for Murder
1954 La finestra sul cortile Rear Window
1955 Caccia al ladro To Catch a Thief
1955 La congiura degli innocenti The Trouble with Harry
1956 L'uomo che sapeva troppo The Man Who Knew Too Much
1956 Il ladro (The Wrong Man) - 3,5/5
1958 La donna che visse due volte
1959 Intrigo internazionale North by Northwest
1960 Psyco Psycho
1963 Gli uccelli (The Birds) - 3,5/5
1964 Marnie Marnie
1966 Il sipario strappato Torn Curtain
1969 Topaz Topaz
1972 Frenzy Frenzy
1976 Complotto di famiglia Family Plot

Hitchcock (1899-1980) è stato uno dei più influenti ed importanti registi della storia del cinema. Inventore dei più disparati artifici tecnici (l'effetto vertigine è forse il più famoso), abilissimo narratore della paura, nella sua opera omnia di gialli, thriller, horror, fantastici, spionistici, avventurosi (il tutto condito da un'impeccabile humor inglese) Hitchchock getta le basi per tutto il cinema di genere s lui successivo (e contemporaneo). Snobbato dalla critica fino alla rivalutazione operata dai critici dei chaiers du cinèma, i suoi film sono ormai famosissimi e riconosciuti come meritano, sebbene ovviamente non tutta la sua produzione sia qualitativamente eccellente.

-Il ladro
USA 1956 - drammatico/biografico - 105min.

(questa recensione è più che altro un'analisi musicale, data la sua natura di lavoro universitario)

Il soggetto trae spunto da un fatto di cronaca, che Hitchcock vuole ricostruire pedissequamente, a partire dall'ambientazione che dev'essere quella dei fatti accaduti: Il 14 gennaio 1952 Christofer Emmanuel Balestrero, un italoamericano musicista di contrabbasso dello Stork Club di New York, viene fermato di fronte a casa ed incriminato per aver compiuto alcune rapine a mano armata nella zona circostante: il giorno prima, appresa la notizia che la moglie necessitava di cure dentarie che costavano una cifra improponibile, Manny si era presentato all'agenzia assicurativa presos cui la moglie Rose aveva una polizza per sapere se poteva ottenere un prestito; il personale dell'agenzia lo riconosce come l'uomo che vi aveva effettuato una rapina il luglio precedente. Nonostante la sua proclamazione d'innocenza viene arrestato (contro di lui pende il riconoscimento da parte di gestori di negozi anch'essi rapinati ed una sommaria prova calligrafica) e processato (passa una notte in prigione ma viene rilasciato il giorno dopo grazie al pagamento della cauzione da parte del cognato che ha raccolto la somma necessaria). La coppia va a visitare la casa di vacanza dove aveva passato il luglio precedente per rintracciare i clienti che c'erano in quel periodo e che potrebbero fungere da testimoni al processo, ma essi sono morti o irreperibili. Rose scivola verso un tracollo nervoso che la porta all'isterismo e poi all'apatia e all'autocolpevolizzazione, mentre il processo inizia e poi riparte a seguito di ricusazione della giuria. Nel corso degli eventi il vero colpevole tenta un altro colpo e viene catturato: la sua cattura scagiona l'innocente musicista, ma la moglie impiegherà altri 2 anni a ristabilirsi.

Le musiche sono di Bernard Herrman. La colonna sonora è molto contenuta (solo 38 minuti), minimale (L'orchestra è ristretta ad ottoni, legni, percussioni, piano e contrabbasso) e improntata al jazz, il genere che Manny suonava. E' presente solo in alcuni punti salienti, mentre per il resto del film prevalgono i rumori d'ambiente.

I primi 40 secondi si aprono in modo anomalo, con una dichiarazione d'intenti del regista stesso (ripreso dall'alto in controluce) che avvisa il pubblico del fatto che si tratta di una storia vera. La musica inquietante di accompagnamento (si apre con quattro squilli di tromba cui poi si aggiunge un clarinetto) si intitola Hitchcock. L'atmosfera del pezzo cozza con quello immediatamente successivo

A 0.50 inizia Prelude, un breve pezzo di musica danzabile sulla scia verosimile della musica suonata al club dove inizia il film, dove Manny lavora suonando il basso nell'orchestra. La provenienza è ambigua: all'inizio sembra extradiegetica però poi entra in campo la band che suona e sembra proprio impegnata nell'esecuzione del brano.

Lungo tutto il tragitto verso casa non c'è musica, solo i rumori della città compreso lo sferragliare della metro, i rumori del diner dove Manny si ferma a mangiare, sirene in lontananza.

A 5.44 inizia The Hallway, appena Manny gira la chiave nella porta di ingresso di casa (peraltro con inquadratura “impossibile” della chiusura della porta). E' quasi un mickeymousing dei movimenti di Manny, che si muove piano per non far rumore dato che i figli dormono: l'ostinato giro di contrabbasso ripetuto per tutto il brano (sopra di esso c'è una melodia di clarinetto) sembra mimare i suoi passi felpati.

A 9.00 inizia 5.00 A.M., in corrispondenza del suono dell'orologio che avvisa che sono le 5 del mattino interrompendo il dialogo tra Manny e Rose; il tema è una ripresa del precedente, con leggere variazioni.

Attorno al minuto 10.00 c'è una breve musica intradiegetica dei figli di Manny che si esercitano, uno al piano e uno con la fisarmonica.

Nelle scene successive Manny va all'agenzia assicurativa; qui ci sono solo suoni intradiegetici di scartoffie, battiture a macchina e rumori di traffico fuori.

A 19.20 inizia The Car, è l'inizio della disavventura di Manny. La musica è per 4 corni e 1 contrabbasso. E' in sostanza un ostinato cui al primo corno si aggiungono man mano gli altri ma ripetono la stessa melodia, lenta ed inquietante, che lascia lo spettatore e Manny nell'incertezza di cosa stia per accadere. Mentre la muscia sfuma e Manny entra al commissariato viene accolto dai freddi e metallici suoni delle macchine da scrivere, telefoni e campanelli vari.

A 23.00 inizia The Store, un altro tema di clarinetti e contrabbasso, molto lento e deprimente con note molto basse, carico di sospetto e mistero, specchio delle emozioni di Manny.

A 26.00 inizia The Second Store, che è in pratica una ripresa identica dello stesso brano.

Durante il lungo interrogatorio la mancanza di musica accresce l'isolamento del personaggio.

A 37.00 inizia Fingerprints, nel momento che certifica l'accusa contro Manny, che viene schedato come un criminale. E' un pezzo per 4 trombe e 1 contrabbasso. Si tratta ancora di un ostinato con il suono sgradevole delle trombe fatto di note lunghe e solenni che rispecchiano la vergogna e la paura di Manny, che per un po' di tempo guarderà solo in basso davanti a sé e noi avremo delle sue soggettive ripetute delle impronte..

A 40.20 inizia The Cell I, il momento di grande terrore per Manny che si vede spalancate le porte della cella. E' un pezzo per 4 trombe, una tuba, un'arpa e un contrabbasso. Inizia come una ripresa del tema precedente, con note ancor più stiracchiate e intense di volume, poi al chiudersi della porta della cella dietro di lui entrano anche l'arpa e la tuba a rendere il tutto più minaccioso. L'arpa dà anche una connotazione un po' onirica, da incubo, che si accentuerà a breve.

Dopo una breve scena di parentesi che mostra la famiglia preoccupata, si torna infatti alla cella e a 43.27 inizia The Cell II, una ripresa del tema precedente che però accelera sempre di più e si fa più intensa e incalzante man mano che la telecamera si fa più mobile e gira attorno alla testa di Manny, come a mimare un suo capogiro.

A 45.00 inizia Police Van, che accompagna la scena del trasferimento verso il tribunale distrettuale, dove viene immortalato con foto segnaletiche. E' un ostinato di arpa e trombe che sfuma durante la transizione alla scena successiva.

A 46.30 inizia Felony Court, che accompagna l'ingresso di Manny nella sala della corte distrettuale che deve stabilire il carcere preventivo e la cauzione. Il tema è una ripresa del precedente con qualche variazione.

Le scene successive mostrano lo sconforto di Manny che cammina ancora a testa bassa fra lo sferragliare delle catene e noi vediamo i suoi piedi in soggettiva e le mani incatenate.

A 52.28 inizia The Door, aperta da uno squillo di tromba, mentre la porta della prigione viene chiusa alle spalle di Manny; la prigionia dura poco perchè fortunatamente viene subito pagata la cauzione; si interrompe bruscamene appena viene riaperta la porta. E' una ripresa del tema musicale di The Cell.

A 54.35 inizia Bob, un tema caldo e lento per flauti e clarinetti che rappresenta un momentaneo scioglimento della tensione ed il calore dei rapporti famigliari attraverso la tenue linea melodica che si differenzia dalla ripetitività degli ostinati precedenti; Bob è uno dei due figli di Manny, che lo riabbraccia una volta arrivato a casa.

A 56.20 inizia The Telephone, un breve lento per flauto, contrabbasso e clarinetto che accompagna la telefonata di Rose alla moglie di un avvocato cui vuole affidare il caso del marito. Suggerisce l'apprensione della moglie che non sa se egli accetterà o meno, tuttavia non è un tema troppo minaccioso, più che altro dà un senso di attesa, di apprensione.

A 1.02.30 inizia The Farmhouse, un andante per arpa, corni e contrabbasso. Dato che questa scena e le prossime sono tutte legate tra di loro, perchè riguardano il tentativo di trovare testimoni a proprio favore, anche i temi musicali si assomigliano, in particolare l'arpa suona la stessa melodia in tutti e tre, mentre gli altri strumenti variano leggermente.

Gli altri due brani sono The Bridge, che inizia a 1.03.58, e 3rd Floor, che inizia a 1.04.55.

A 1.06.12 inizia Alibi, un brevissimo frammento che riprende la melodia dei 3 precedenti ma in chiave molto più bassa e lenta, creando un'atmosfera cupa e mortifera che ben si adatta con la disperazione del momento ed il primo segno di squilibrio di Rose.

A 1.07.00 c'è un brevissimo frammento jazz durante una scena di raccordo che mostra Manny tornato al lavoro.

A 1.09.53 inizia The Glove, un lento per organo, flauto, clarinetto e contrabbasso suonati a basso volume che instilla l'ombra del dubbio della pazzia incipiente in Rose.

A 1.15.23 c'è The Mirror, il pezzo che sancisce la discesa nella follia di Rose, che colpisce in testa Manny con una spazzola in preda ad una crisi isterica; inizia ex abrupto con forti note di troba immediatamente successive al colpo inferto ed allo specchio spezzato, poi entra il clarinetto con una melodia dissonante, seguito da tuba e contrabbasso che pian piano fanno ridiscendere il volume ad un tomo sommesso, in corrispondenza dell'attenuazione del raptus e la presa di coscienza di Rose della propria malattia. C'è anche l'orologio che suona di nuovo a fine scena.

A 1.19.53 inizia The Parting, un adagio per oboe e clarinetti che segna malinconicamente la separazione tra Manny e Rose, affidata ad una casa di cura.

Seguono varie scene del processo che si interrompe a 1.28.00 quando l'improvvida uscita di un giurato guasta tutto ed obbliga a ricominciare.

A 1.31.00 inizia The Prayer, un adagio per flauti clarinetti e corni che coincide con l'evento carico di misticismo in cui la preghiera di Manny sembra far avverare l'arresto del vero colpevole. La musica finisce quando c'è la totale sovrapposizione dei volti dei due uomini: la preghiera finisce, si compie il miracolo.

A 1.34.50 inizia Stork Club, un brano danzabile con maracas ed altri strumenti che è un'esecuzione musicale che sta avendo luogo nel club dove Manny lavora e dove gli arriva la buona notizia, il che ne giustifica l'allegro inserimento in questo punto.

A 1.37.05 inizia Finale, adagio conclusivo che comprende un po' tutti gli strumenti tranne il contrabbasso, che ha caratterizzato così ossessivamente tutta la colonna sonora. Tuttavia la musica resta malinconica fino a 1.40.30, dove finalmente le didascalie finali ci lasciano con il lieto fine e la melodia si apre facendosi più dolce.


Voto: 3,5/5

-Gli uccelli
(The Birds) USA 1963 - fantastico/thriller/horror - 120min.

Una giovane donna di nome Melanie (Tippi Hedren) si reca a Bodega Bay, cittadina lacustre a poca distanza da San Francisco, per portare in dono una graziosa coppia di pappagalli ad uomo, Mitch (Rod Taylor), appena conosciuto e di cui si è infatuata. Fermandosi per il weekend, Melanie conosce l'altezzosa e dispotica madre e la giovane sorellina di Mitch. Qualcosa però sta accadendo: gli uccelli iniziano ad attaccare le persone, sempre più frequentemente e con sempre maggior violenza...

Questo film è molto valido ancora oggi, perchè descrive una situazione atipica e surreale che può adattarsi a qualunque contesto: la ribellione della natura all'uomo, che da essere senziente in grado di dominare l'ambiente e le creature viventi se ne ritrova in balìa, anzi vittima. Il comportamento dei pennuti, dato e non spiegato, è interpretabile a discrezione dello spettatore, tante sono le possibili chiavi di lettura. L'assenza di musica ed il continuo stridore dei versi dei volatili (orchestrati da Bernard Herrmann che li trasforma in una sorta di coro demoniaco), il clima cupo ed il finale aperto conferiscono alla pellicola un tono apocalittico. Le mirabili situazioni da brivido (con strizzatine d'occhio all'horror), alternate a momenti statici e claustrofobici soprattutto nella seconda metà, fanno di questo film una mirabile macchina di suspence, che fa presto dimenticare l'incipit quasi comico della vicenda.
E' invecchiato bene.
Per chi volesse rintracciare il solito cameo del regista, vi posso dire che compare quasi subito a inizio film: occhi aperti!

Voto: 3,5/5

Elenco Film (ordine alfabetico)

Elenco registi - cercate velocemente con Cntrl-F o Cmd-F