mercoledì 26 marzo 2014

Mamoru Oshii

Lamù: Only You (うる星やつら オンリー・ユー Urusei Yatsura Onrī Yū) (1983)
Lamù: Beautiful Dreamer (うる星やつら2 ビューティフルドリーマー Urusei Yatsura ni - Byūtifuru Dorīmā) (1984)
Angel's Egg (天使のたまご Tenshi no Tamago) (1985)
The Red Spectacles (紅い眼鏡 Akai Megane) (1987)
Patlabor The Movie (機動警察パトレイバー劇場版, Kidō keisatsu Patoreibaa gekijōban) (1989)
StaryDog: Keberos Panzer Cops (ケルベロス 地獄の番犬 Keruberosu: Jigoku no Banken) (1991)
Talking Head (トーキング・ヘッド Tōkingu Heddo) (1992)
Patlabor 2: The Movie (機動警察パトレイバー Kidō keisatsu patoreibā the movie 2) (1993)
Ghost in the Shell (GHOST IN THE SHELL/攻殻機動隊 Gōsuto in za sheru / Kōkaku kidōtai)  (1995) - 3,5/5
Avalon (アヴァロン Avalon) (2001)
Ghost in the Shell 2: l'attacco dei Cyborg (Ghost in the Shell 2: Innocence - イノセンス Inosensu) (2004) - 3/5
Tachiguishi-Retsuden (立喰師列伝) (2006)
The Sky Crawlers - I cavalieri del cielo (スカイ・クロラ, Sukai Kurora) (2008)
Assault Girls (アサルトガールズ) (2009)

 Oshii (1951), giapponese, è uno dei più importanti autori di anime; ha realizzato, tra gli altri, le saghe animate di Lamù, Ghost in the Shell e Patlabor. 

-Ghost in the Shell
Giappone 1995 - animazione/fantascienza - 82min.

In un futuro prossimo, gli esseri umani sono indistinguibili dai cyborg, anzi spesso li umani hanno innesti cibernetici. La Sezione 9 è un reparto speciale della difesa composta da un gruppo di poliziotti (alcuni umani, la maggior parte cyborg) che svolge lavori di massima sicurezza. Motoko Kusanagi, cyborg di aspetto femminile che si interroga continuamente sulla propria identità (ormai di umano le rimane solo il cervello) è a capo  di una squadra che ha il compito di stanare un killer responsabile dell'omicidio di un richiedente asilo in Giappone, fatto che rischia di causare un incidente diplomatico internazionale. La Sezione 9 sospetta che dietro questo omicidio si celi Puppet Master, fantomatico hacker che nessuno ha mai visto e per la cui caccia è stata creata la stessa Sezione 9.

Tratto dall'omonimo manga (1989, lo stesso anno di Tetsuo di Shinya Tsukamoto) di Masamune Shirow, è il primo film in cui l'animazione si lega indissolubilmente alla CG con risultati che risultano di forte impatto ancora oggi. A livello stilisitico è un intrigante esempio di cyberpunk distopico che, attingendo  a Blade Runner, Alien, Tetsuo e Akira, ne rielabora gli elementi in modo originale fondando una nuova estetica futuristico/decadente che verrà ripresa da molto cinema sci-fi successivo (Matrix in primis ne attingerà a piene mani richiamando esplicitamente alcuni leitmotiv visivi: le scritte verdi, gli innesti nella nuca; ma ci saranno ricadute anche nel mondo videoludico, come la mimetica ottica in Metal Gear Solid). A livello sostanziale abbondano gli interrogativi sull'autocoscienza, la definizione di identità, gli interrogativi inquietanti sul prossimo futuro tecnologico: arriverà un giorno in cui le macchine non avranno più bisogno dell'uomo? Inoltre c'è un geniale ribaltamento: è la macchina che vuole assomigliare agli organismi biologici, introducendo in sè la possibilità di morte e di riproduzione per assicurarsi un salto evolutivo. 
In una realtà come quella attuale in cui i primi esperimenti di macchine "pensanti" stanno vedendo la luce, il mondo messo in scena da Oshii sembra non troppo fantascientifico.
Menzione speciale per la colonna sonora di Kenji Kawai, che ha lavorato in opposizione alla narrazione confezionando brani basati su antichi canti folklorici giapponesi mischiati a musica bulgara (!!!) con un risultato impressionante. Nell'edizione occidentale, inoltre, sui titoli di coda si può sentire il brano One Minute Warning dei Passenger (U2 & Brian Eno) dal mood più futuristico.
Qualche critica si può muovere a livello di sceneggiatura: la durata esigua rende il racconto molto stringato ed obbliga alla lettura del manga per approfondire molte questioni irrisolte. 

Voto: 3,5/5 

-Ghost in the Shell 2: l'attacco dei Cyborg 
Giappone 2004 - animazione/fantascienza - 100min.

Qualche anno dopo i fatti del primo episodio. Nuovo caso per la Sezione 9: alcune ginoidi (sexbot dalle sembianze femminili) si sono ribellate ai loro acquirenti uccidendoli ed in seguito "suicidandosi", agendo come se munite di coscienza. In mancanza del maggiore Kusanagi (data per dispersa dopo i fatti del prequel) Batou e Togusa sono assegnati al caso. Le indagini portano ad un sospetto di collusione tra la Locus Solus, l'azienda produttrice delle ginoidi, ed alcune bande di yakuza. La situazione si complica quando si scopre che il cervello sintetico di Batou è stato hackerato per depistare le indagini.

Il titolo taliano è quantomai fuorviante: lungi dall'essere un film di battaglie su larga scala, è un seguito anomalo (infatti Oshii l'ha intitolato semplicemente Innocence, poi divenuto sottotitolo nelle edizioni per il mercato anglofono) sia nelle scelte visive (si abbandonano molti dei layout fantascientifici del primo film in favore di ambienti più contemporanei o addirittura retrò) sia in quelle narrative: i modi sono infatti quelli del noir, almeno per tutta la prima metà del film, prima di una formidabile incursione nel fantasy/sci-fi con realtà parallele a triplice incastro ed un finale che mescola azione e J-horror. Sebbene i personaggi principali siano gli stessi del primo film, conviene vederlo più come un film ambientato nello stesso mondo immaginario piuttosto che come un seguito della stessa vicenda, anche perchè il collegamento con la protagonista del primo, recuperato solo nel finale, non ne spiega affatto il mistero della sorte risultando fastidiosamente fuori posto, come un'operazione di fan service obbligata più che sentita dal suo autore. Abbondano ancora gli interrogativi filosofici sulla natura umana non dissimile da quella sintetica, sull'innocenza delle macchine e degli animali e sulla colpevolezza dell'umanità lupo di sè stessa e sfruttatrice delle altre due categorie, che Oshii dispiega attraverso dialoghi tortuosi infarciti di citazioni biblico/religioso/letterarie. A livello estetico il colpo d'occhio è sempre potente: stavolta la CG abbonda lasciando al disegno il compito di tratteggiare i personaggi e qualche elemento del paesaggio; il tutto è condito con un color grading tendente al rosso ruggine che impregna ogni immagine di un'atmosfera tossica e richiama un'idea di girone infernale.
La musica, sempre di Kenji Kawai, ricicla un po' troppo i temi del prequel, ma la resa continua ad essere suggestiva.
Peccato per il finale un po' frettoloso e per il mancato approfondimento della figura del cyborg Kim, cattivo potenzialmente memorabile.

Voto: 3/5

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