mercoledì 29 gennaio 2014

Jean-Marc Vallée

Liste noire (1995)
Posse II - La banda dei folli (Los Locos) (1997)
Loser Love (1999)
C.R.A.Z.Y. (2005)
The Young Victoria (2009)
Café de Flore (2011)
Dallas Buyers Club (2013) - 3,5/5

Valléè (1963), canadese, ha acquisito notrietà internazionale con C.R.A.Z.Y., passato al Tiff 2005. Dallas Buyers Club è un altro successo, con 6 nomination agli Oscar 2014.

-Dallas Buyers Club
USA - drammatico - 117min.

Texas 1986: Ron Woodrof (Matthew MacConaughey), omofobo operaio e scommettitore dedito all'alcolismo e alla deboscia, scopre di essere malato di AIDS, con una speranza di vita di 30 giorni. Si passa dal suo rifiuto di accettare la realtà, alla disperazione della presa di coscienza, alla ricerca di una cura possibile, alla scoperta della tossicità del farmaco maggiormente in voga all'epoca per la cura di questa malattia (l'AZT) e quindi alla volontà di sperimentare metodi alternativi nonostante il discredito delle autorità sanitarie governative.

Ispirato ad una storia vera, è un film quantomai attuale, considerando il dibattito nostrano sul controverso metodo Stamina. Il regista parteggia per il suo protagonista, dipingendo come cattivi i membri della casa farmaceutica che produce l'AZT e le autorità sanitarie. A fine film però (probabilmente per evitare denunce) una didascalia specifica che attualmente una dose depotenziata di tale farmaco è tuttora utilizzata in unione con altre medicine per la cura dei pazienti affetti da AIDS; per lo spettatore risulta quindi difficile farsi un'idea dei torti e delle ragioni dei protagonisti di questa vicenda. Senza dubbio il film stimola la curiosità e l'approfondimento personale della questione. La sensazione è quella di un momento molto caotico nel mondo della società civile e della scienza: gli anni '80 sono stati quelli dell'AIDS dilagante (proprio del 1980 è Cruising di William Friedkin) anche al di fuori dell'umanità omosessuale, e la paura collettiva portò certamente molte persone a provare sfiducia verso la comunità scientifica ufficiale, impotente di fronte al fenomeno dati i lunghi tempi necessari alla sperimentazione e alla ricerca; il disperato anelito a cure miracolose però portò anche frutti insperati: nel caso descritto nel film infatti si pone l'accento sul fatto che una cura non tossica ed un po' improvvisata, sebbene non risolutiva, potesse migliorare comunque le condizioni di vita dei malati; inoltre l'operazione condotta da Woodrof (che si mette a capo di un'organizzazione sul filo dell'illegalità che gestisce la compravendita di medicinali importati dal Messico e non approvati ufficialmente dall'ente governativo americano) ebbe anche il grande merito di trattare con umanità queste persone, in mezzo a indifferenza o ostracizzazione. La pellicola poggia quasi totalmente sulle spalle di MacConaughey (che interpretazione!), ma non è da meno Jared Leto nei anni del travestito suo socio in affari. La dottoressa Saks (Jennifer Garner), protagonista femminile, è invece più monocorde, forse perchè il suo personaggio è il più normale di tutti. La regia di Vallée, pur lasciando protagonista assoluta la sceneggiatura, riesce a far emergere uno stile personale, per esempio con l'utilizzo di brevi inserti che spezzano la narrazione principale per rivelarci alcuni aspetti dei personaggi, approfondendone la personalità o lo status psicologico del momento (per esempio la masturbazione di Woodrof o la scena in cui la dottoressa Saks appende in modo poco ortodosso un quadro alla parete di casa); inoltre il suo sguardo non è mai enfatico, non eccede in sentimentalismi, si tiene insomma alla giusta distanza, anche grazie al montaggio veloce a cura del regista stesso, coadiuvato da Martin Pensa.
Le didascalie sono stranamente scritte con un carattere minuscolo che può affaticare la vista.

Voto: 3,5/5

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