martedì 10 aprile 2012

Femminismo

-Dopo il 1968 il marxismo declina perchè si perde fiducia nelle ideologie totalizzanti; emergono nuovi movimenti sociali come il femminismo, l'orgoglio gay, l'ecologia et similia.
-Lo scopo del femminismo era di esplorare la divisione del potere ed i meccanismi psico-sociali della società patriarcale per trasformare le relazioni sociali. Diedero così vita a numerose campagne di sensibilizzazione su vari temi: violenza carnale, abusi all'interno del matrimonio, assistenza ai bambini, diritto all'aborto, suffragio universale.
-Il Feminist Film Theory, come il femminismo in generale, si basava sui testi proto-femministi come Una stanza tutta per sé di Virginia Woolf e Il secondo sesso di de Beauvoir, quest'ultimo conteneva nel titolo una chiara accusa al monismo di Freud, secondo cui la libido maschile definiva tutta la sessualità; il film femminista si diffuse in seguito alla nascita di festival cinematografici per le donne a N.Y. E e Edimburgo nel 1972, e da libri famosi dei primi anni '70, libri che insistevano sul fatto che le donne al cinema erano rappresentate sempre e solo per stereotipi (madonne, puttane, vamp, ingenue, belle ma stupide, casalinghe, petulanti, mangiatrici di uomini), con il risultato che venivano o idealizzate o demonizzate, ma mai rappresentate come vere e proprie persone a tutto tondo.
-Si critica il metodo con cui i film americani ed europei tendono a ricondurre i personaggi femminili a stereotipi fissi. Pochissime attrici hanno saputo costruire dei ritratti a tutto tondo; bisogna invece battersi perché anche il cinema riconosca quello che le donne sono e hanno saputo diventare nella società. Emerge dunque un contro-cinema delle donne noto con l’effetto di creare distorsioni e disagi nel racconto.
-secondo la teorica Claire Johnston, ciò che accade nel cinema classico è l’assegnazione costante del ruolo di predatore al maschio e di preda alla femmina: il cinema classico attribuisce il possesso dello sguardo all’uomo, sia personaggio che spettatore, e in questo modo svalorizza la donna, semplice icona da contemplare. Inoltre spesso solo il personaggio maschile è una figura attiva e individualizzata, mentre quella femminile spesso è un'entità indefinita presa da un mondo mitologico senza tempo.
-Comunque, più che concentrarsi sull'immagine della donna, il FFT si concentra sulla natura della visione; i piaceri offerti dal cinema sembrano soprattutto due:
    La scopofilia: presenza di un oggetto come fonte di eccitazione
Il narcisismo: legato alla presenza di un oggetto come fonte di identificazione
Il testo che incarna meglio la componente psicoanalitica del femminismo è Piacere visivo e Cinema (1975) di Laura Mulvey, secondo cui il cinema coreografa tre tipi di sguardi: quello della mdp, quello dei personaggi che si guardano l'un l'altro, quello dello spettatore indotto al voyerismo e ad identificarsi con uno sguardo maschilista verso la donna, in un'opposizione binaria che ricalca la realtà del modello sociale dominante.
-Gaylyn Studlar, applicando le teorie psicanalitiche al femminismo, critica anch'essa l'impostazione ideologica freudiana incentrata solo sul complesso edipico e la libido maschile. A contrario della Mulvey però, secondo lei la chiave della visione spettatoriale non risiede nei concetti di voyerismo, feticismo e scopofilia:la reazione maschile allo spettacolo della differenza sessuale può essere infatti più masochista che sadica, derivante dal complesso edipico di cui l'uomo adulto continua a soffrire. Ad esempio nell'horror anni '70 la protagonista è spesso una giovane donna braccata dal mostro, ed in questo modo anche gli spettatori maschi si identificano in essa, quindi l'horror non rappresenterebbe il sadismo maschile sulla donna, ma il masochismo dell'uomo.
-Il FFT fu criticato perchè era normativamente “bianco”, escludeva le donne di colore e le lesbiche, ed era etnocentrico, focalizzato solo sulle donne occidentali.

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