martedì 7 febbraio 2012

Michel Hazanavicius

La Classe américaine (1993) (corto)
Échec au capital (1997) (corto)
Mes amis (1999)
OSS 117: Le Caire, nid d'espions (2006)
OSS 117: Rio ne répond plus (2009)
The Artist (2011) - 4/5

Hazanavicius (1967), francese, ha lavorato molti anni in ambito televisivo prima di darsi al cinema. All'estero è noto per il suo ultimo film, The Artist, che ha fatto incetta di premi in vari festival internazionali.

-The Artist
Francia 2011 - commedia - 100min.

Nel 1927 il cinema muto impazza ad Hollywood, e George Valentin (Jean Dujardin) è un idolo delle folle. Conosce sul set un'aspirante attrice che aveva incrociato per strada del tutto casualmente il giorno prima, Peppy Miller (Bérénice Bejo), che di lì a poco inizia una carriera in ascesa. Ma i tempi stanno cambiando, e pochi anni dopo ecco arrivare il sonoro, che segna il tramonto della generazione attoriale legata al cinema precedente. George cade così in depressione e perde tutto, ma Peppy (che deve in parte a lui il suo successo), tenta di aiutarlo in tutti i modi. Forse può aiutare un nuovo genere cinematografico, nato in concomitanza con l'introduzione del sonoro: il musical.

Il film è muto, ma non privo di colonna sonora, né di inserti sonori usati con accortezza (l'incubo di George): un elaborato esercizio di stile e creatività. I dialoghi sono esplicitati con inserti didascalici in osservanza all'uso del cinema muto, di cui il film è un appassionato omaggio. Soprattutto si rivendica il potere dell'immagine, che in molte pellicole è soffocata da una marea di dialoghi. Ritornare al dinamismo del visivo e alla meraviglia della messinscena: questo è lo scopo di The Artist, utile per riflettere sui meccanismi di coinvolgimento spettatoriale da parte della macchina cinematografica. Il fatto che un film odierno, realizzato secondo i canoni di allora, funzioni ancora oggi, mostra la potenza comunicativa di un medium sempre attuale, la cui base tecnologica è rimasta immutata nel tempo (benché perfezionata).
Gli attori hanno compiuto un lavoro importante a livello di gestualità e mimica facciale, con risultati sinceramente impressionanti.
La storia raccontata è semplice, spiritosa e divertente, da commedia leggera classica, con inevitabile Hollywood ending.
Meritano menzione le scenografie ed i costumi, che garantiscono immersione nel racconto grazie alla cura della ricostruzione ambientale.
L'enfatica colonna sonora si rifà anch'essa agli accompagnamenti musicali dell'epoca.
La scommessa è stata vinta brillantemente da un regista dal quale a questo punto ci può augurare una prolifica carriera.
Da vedere.

Voto: 4/5

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