sabato 14 gennaio 2012

Manoel de Oliveira

Aniki Bóbó (1942)
Il pane (O Pão) (1959) - Documentario
Atto di primavera (Acto da Primavera) (1963)
Passato e presente (O Pasado e o Presente) (1971)
Benilde o la Vergine madre (Benilde ou a Virgem Mãe) (1975)
Amor di perdizione (Amor de Perdição) (1978)
Francisca (1981)
Conversazione privata (Visita, ou Memorias e Confissões) (1982)
Nice... A propos de Jean Vigo (1983) - Documentario
Lisboa Cultural (1984) - Documentario [TV]
Le soulier de satin (1985)
Simposio Internacional de Escultura em Pedra (1986) - Documentario [TV], coregia di Manuel Casimiro
Mon cas (1986)
I cannibali (Os Canibais) (1988)
No, o La folle gloria del comando (Non ou A Vã Gloria de Mandar) (1990)
La divina commedia (A Divina Comédia) (1991)
O Dia do Desespeo (1992)
La valle del peccato (Vale Abraão) (1993)
A Caixa (1994)
I misteri del convento (O Convento) (1995)
Party (1996)
Viaggio all'inizio del mondo (Viagem ao principio do mundo) (1997)
Inquietudine (Inquietude) (1998)
La lettera (A Carta / La Lettre) (1999)
Parola e utopia (Palavra e Utopia) (2000)
Ritorno a casa (Je Rentre à la Maison) (2001)
Porto da Minha Infância (2001)
Il principio dell'incertezza (O Principio da Incerteza) (2002)
Un film parlato (Um Filme Falado) (2003)
Il Quinto Impero - Ieri come oggi (O Quinto Império - Ontem como Hoje) (2004)
Specchio magico (Espelho magico) (2005)
Bella sempre (Belle toujours) (2006)
Cristoforo Colombo - L'enigma (Cristóvão Colombo - O Enigma) (2007)
Singolarità di una ragazza bionda (Singularidades de uma Rapariga Loira) (2009)
O Estranho Caso de Angélica (2010) - 2,5/5

De Oliveira (1908), portoghese, è il regista in attività più vecchio della storia, dato che passato il secolo di vita continua a dirigere film. Alterna la sua produzione di lungometraggi a quella di corti e documentari, e nell'ultimo ventennio ha incredibilmente intensificato la sua attività, realizzando anche due opere all'anno.

-O Estranho Caso de Angélica
Portogallo 2010 - commedia/drammatico/fantastico - 95min.

Un fotografo ebreo che alloggia in un pensionato della cittadina di Peso de Régua, vicino Oporto, viene chiamato nel cuore della notte da una ricca famiglia locale per immortalare il corpo di Angélica, appena deceduta, e di cui la madre vuol conservare un ricordo. Mentre sta scattando le foto, vede la ragazza animarsi e sorridergli attraverso l'obiettivo della macchina fotografica, sebbene essa sia morta. Altri fatti strani continuano ad accadere, col risultato che l'uomo si rinchiude sempre più nella sua stanza e si estranea dalla realtà, sognando di poter incontrare ancora una volta la fanciulla, di cui si è invaghito.

Rielaborando una sceneggiatura che aveva scritto nei primi anni '50, de Oliveira commistiona presente e passato in una specie di atemporalità favolistica; in effetti tutta la vicenda ha un che di fiabesco, non solo per gli inserti esplicitamente fantastici (richiamo agli effetti speciali del cinema delle origini), ma anche per una sorta di sospensione della Storia, che incornicia il paesino sul fiume in una dimensione da libro delle favole, in un'atmosfera da "c'era una volta...". Tenendo la camera quasi sempre fissa, e basandosi sulla ripetizione di azioni, il regista dà l'idea di un tempo ciclico, in cui vita e morte sono concetti un po' astratti, assimilabili a quelli di presenza/assenza. Insomma non è tanto un film sulla morte, quanto sulla mancanza, sull'incompletezza di un uomo che è impossibilitato a congiungersi con la persona amata, e può farlo solo con un atto estremo, rifiutando la sua vita attuale. Certo è che l'impianto così astratto del soggetto concorre a dare l'impressione di un film abbozzato, troppo distante dalla concretezza del quotidiano per riuscire ad essere veramente comunicativo. Si salva quindi un'impressione generale di incanto che può suscitare interesse, anche se mai coinvolgere veramente.
Buona la squadra di attori e gradevole l'accompagnamento musicale di pianoforte.
Così così.

Voto: 2,5/5

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