mercoledì 7 dicembre 2011

Gaspar Noé

Tintarella di luna (1985)
Pulpe amère (1987)
Carne (1991)
Une expérience d'hypnose télévisuelle (1995)
Sodomites (1998)
Intoxication (1998)
Seul Contre Tous (1998)
Irréversible (2002) - 2,5/5
Eva (2005)
Destricted (segment, We Fuck Alone) (2006)
8 (segment, SIDA) (2007)
Enter The Void (2009) - 4/5

-Irréversible
Francia 2002 - drammatico - 95min.

Si inizia dalla fine (cronologicamente): un uomo viene portato in barella fuori dal locale gay Rectum. A ritroso, si assiste alla sortita di quest'ultimo (Vincent Cassel), assieme ad un amico, all'interno del locale per cercare un uomo. Il perché viene chiarito in seguito, andando ancora più indietro: è lo stupratore della moglie (Monica Bellucci) di lui.

Il film di Noè, che si rifarà ampiamente con Enter The Void, soffre di diverse pecche, a cominciare dalla costruzione in rewind in ritardo di due anni rispetto a Memento di Nolan. I coreografici movimenti di macchina che divengono reiterata marca stilistica nel succitato film successivo, appaiono qui un po' senza senso, inutilmente velleitari e fastidiosi alla vista, anche se di impatto nella sequenza all'interno del locale Rectum. Di buon impatto il piano-sequenza dello stupro, anche se da lì in avanti il film finisce, non succede più nulla di rilevante, e nella tranquilla descrizione della vita sentimental-sessuale della coppia la regia si rilassa in vuote conversazioni alla Tarantino con attori semi o totalmente nudi. Sembra in effetti la proposizione abbozzata dei temi che verranno affrontati in Enter The Void, e la cosa non stupisce dato che Noé ha realizzato Irréversible per ottenere i fondi necessari alla realizzazione dell'altro film.
Trattasi quindi di un film non particolarmente voluto, che funge più che altro da laboratorio in cui sperimentare alcune soluzioni visive che saranno riprese in seguito.

Voto: 2,5/5

-Enter The Void
Francia 2009 - sperimentale - 161min.(versione integrale)

Oscar, spacciatore americano che vive a Tokyo, è stato da poco raggiunto dalla sorella Linda. I due sono molto legati in seguito ad un trauma infantile comune. Oscar passa le sue giornate con l'amico Alex, fra droga e avventure sessuali. Una sera un'affare salta ed Oscar, tentando la fuga dalla retata della polizia, è sparato. Morente, prova la sensazione di uscita dal corpo tipica del trip allucinogeno, e di cui ha letto anche di recente nel Libro Tibetano Dei Morti, che descrive il viaggio dell'anima a seguito della morte fisica. Sogno di un moribondo o vera esperienza post-mortem?

Quindici anni di continue riscritture; più di un mese di riprese Fra Tokyo e Montreal; un anno di post-produzione per il complicato lavoro estetico e di effetti speciali; La presentazione a Cannes nel 2009 in versione integrale di 161 minuti, il lavoro ininterrotto di post-produzione che ritarda l'uscita nelle sale francesi di un anno in versione accorciata, di 154 minuti, poi in Usa e Uk in una riduzione di 137 minuti (se riprodotto a 25 frame al secondo) o 142 (se a 24 frame) ed ora, all'alba del 2011, anche in Italia (non so in che versione).
Enter The Void è il progetto di una vita, e come tale non può che essere un capolavoro. Paradigma della post-modernità, ma che forse va già oltre, usa i linguaggi correnti per crearne uno nuovo.
Tutto in soggettiva il lungo prologo; in prima persona anche il viaggio post-mortem, mentre i flashback sono spesso in terza persona ravvicinata (visuale da videogame, per intenderci, alle spalle del personaggio). Montato in modo da sembrare un ininterrotto piano-sequenza, a dir poco magistrale quando da un buco d'appartamento sale fino in cielo all'interno di un aeroplano per poi ridiscendere.
Noé si ispira parzialmente ai suoi trip giovanili, ma dichiara anche molti riferimenti artistici: 2001 evidentemente, nonché il libro soprammenzionato che ha effettivamente letto, ma anche il cinema sperimentale di Kenneth Anger, Jordan Belson e Peter Tscherkassky.
Splendida fotografia di Benoit Debie, già collaboratore di Noé in Irreversible.
Enter The Void è la rappresentazione dell'irrapresentabile, un'esperienza cinematografica al momento unica e di conseguenza imprescindibile per chiunque si interessi di quest'arte. A volte può risultare estenuante, ma tutto sta nel lasciarsi andare al flusso di immagini/ricordi/sogni stando al gioco del regista. Chi ha una mentalità troppo ristretta e pragmatica non potrà apprezzarlo.
Bel lavoro sul sound design, con suoni electronic che danno l'illusione di extra-fisicità. Accorta scelta degli attori, un mix fra professionisti ed amatoriali che rende il tutto più convincente.
Splendido finale aperto, affascinante ed irritante insieme.
Ipnotizzante, vertiginoso.
Rimarrà.

Voto: 4/5

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