domenica 11 settembre 2011

Kar-wai Wong

As tears Go By (Wong gok ka moon) (1988) - 2,5/5
Days of Being Wild (A Fei jing juen) (1991) - 2,5/5
Ashes of Time (Dung che sai duk) (1994)
Hong Kong Express (Chungking Express) (1994)
Angeli perduti (Fallen Angels) (1995)
Happy Together (1997)
In the Mood for Love (Fa yeung nin wa) (2000)
2046 (2004)
Un bacio romantico - My Blueberry Nights (My Blueberry Nights) (2007)
Ashes of Time Redux (2008)
The Grandmaster (2012) - 3/5

Wong (1958), cinese di Hong Kong, è uno dei registi cinesi più conosciuti all'estero, maestro nella realizzazione di drammi sentimentali. Il suo capolavoro è In the Mood For Love.

-As Tears Go By
(Wong gok ka moon) di Kar-wai Wong - HK 1988 - gangster - 102min.

Classica storia da criminalità dei bassifondi: Wah (Andy Lau) criminale al soldo di una gang di HK, cerca di tenere a freno l'ipereccitato e imprevedibile sottoposto Fly (Jacky Cheung), e di conciliare la sua vita violenta con l'infatuazione verso una cugina (Maggie Cheung) che non sapeva nemmeno di avere.

Trama stereotipizzata al massimo, scontatissima nella sua canonicità, profondamente debitrice (se non emula) di tante pellicole americane fra cui Mean Streets in primis (di cui il film è quasi un clone), questa pellicola che fa della citazione la sua ragion d'essere non ha impedito a Wong Kar-wai, qui al suo esordio, di vincere il premio "Miglior direzione artistica" all'Hong Kong Film Awards 1989. In effetti sugli attori non si possono sollevare critiche: il terzetto principale (due di essi figureranno anche nel successivo Days of Being Wild) è affiatato è impeccabile. Vale per il suo essere un film estremamente evocativo di un decennio, quello degli anni'80, sia nella musica (esilarante la cover in cantonese di "Take My Breath Away", famosa in tutto il mondo dopo che ha spopolato grazie a "Top Gun" un paio d'anni prima) sia nell'estetica da videoclip (MTV nasce nel 1981) cui il regista ricorrerà anche in film successivi, quali ad esempio "Hong Kong Express" o "Angeli perduti".
Ha i pregi e i difetti di un'opera prima: dinamicità e piacere di raccontare, inesperienza nella gestione del materiale narrativo.
Così così.

Voto: 2,5/5

-Days of Being Wild
(À-fei zheng chuang) di Kar-wai Wong - HK 1991 - commedia/drammatico - 94min.


Nella Hong Kong degli anni '60, Yuddi (Leslie Cheung), giovane nullatenente che è stato tirato su da una prostituta perchè i suoi genitori naturali (di cui non conosce l'identità) non lo volevano, dongiovanni incallito, è indeciso fra due ragazze, entrambe innamorate di lui: Su Li-Zhen, una cassiera ingenua di origini taiwanesi e Mimì, ballerina un pò isterica e sbarazzina. Quando Yuddi decide di partire per le Filippine alla ricerca di sua madre abbandonando tutto e tutti, le due donne si disperano. Intanto Yuddi incontra un ex poliziotto, ora marinaio (Andy Lau) che aveva a sua volta conosciuto Su Li-Zhen e si era di lei infatuato.


Wong kar-wai, regista d'interni, ambienta anche questo film prevalentemente in luoghi angusti, soffocati dal caldo e dall'oscurità, popolato di personaggi che non sanno che farsene della loro vita. E' un mondo in cui si vive di momenti e sentimenti spinti all'eccesso, un mondo in cui tutto resta immobile e perciò ogni cambiamento appare come una difficoltà insormontabile. E' un mondo sospeso nell'incertezza del futuro e nella precarietà del presente.
Con questa pellicola il regista inizia a costruire il proprio personalissimo stile autoriale, in cui il melò si mescola alla violenza improvvisa (qui solo accennata, in verità), chiara influenza del cinema di HK, ed in cui le emozioni colpiscono più profondamente di un colpo di pistola: i personaggi, prima che essere sconfitti dal mondo e dall'ambiente che li circonda, sono annientati dalle loro stesse passioni. Non è tuttavia con tono pessimistico o cupo che il regista affronta questi temi, anzi lo fa quasi con una divertita tenerezza verso i suoi tristi personaggi, tutti ben interpretati, al solito.
Se le buone intenzioni ci sono, purtroppo Wong fa ancora parecchia fatica a dosare gli ingredienti della ricetta, scivolando sovente o nel mieloso o nel più programmatico melodramma. Siamo ancora lontani da quel capolavoro di finezza che è "In the Mood for Love", qui tutto è eccessivo, come i sentimenti dei protagonisti.
Fotografia molto vicina ai personaggi, ad incrementare il senso di oppressione generale.

Voto: 2,5/5

-The Grandmaster
Cina 2013 -  biografico/wuxiapian/drammatico/sentimentale - 130min.

Wong Kar-wai si cimenta nel wuxiapian narrando la storia di una celebrità delle arti marziali, il maestro Ip Man (o Yip Man, 1893-1972) di cui fra gli altri fu allievo Bruce Lee. Il personaggio è peraltro da poco protagonista d un altro film biografico, Ip Man (2008) di Wilson Yip.
Wong si concentra su un periodo temporale ristretto, dagli altri '30 ai '50, narrando la parte finale dell'apprendistato di Ip Man, la sua vita disagiata durata l'invasione giapponese, i primi pasis verso la fndazione di una sua scuola nel dopoguerra, l'amore per la figlia di un vecchio maestro e l'odio per un allievo malvagio dello stesso che ha collaborato con gli invasori.
In realtà il wuxiapian è una cornice dentro cui Wong inserisce il suo dramma sentimentale, genere in cui  è maestro, corredando il tutto con combattimenti alla Matrix e Hero, immagini dalla fotografia cristallina da documentario National Geographic (non si creda che sia un'offesa!). Un amore cast ed impossibile che rimanda per forza a In The Mood for Love, se non altro per la presenza di un Tony Leung forse un po' fuori tempo massimo per le scene di combattimento, ma sornione più che mai e a suo agio nel film in costume. Ottimo comunque tutto il cast. Un classico Wong in una cornice insolita, in cui ad una parte anteguerra spettacolare e mitica si contrappone una polverosa e sbiadita monotonia urbana del dopoguerra, come dire: il tempo del mito è finito, i vecchi valori sono ormai morti, la Cina non sarà  mai più come prima.
Ma le arti marziali resistono!
Combattimento iniziale sotto la pioggia imperdibile.

Voto: 3/5

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