domenica 28 agosto 2011

Peter Jackson

Fuori di testa (Bad Taste) (1987)
Meet the Feebles (1989)
Splatters - Gli schizzacervelli (Braindead) (1992)
Creature del cielo (Heavenly Creatures) (1994)
Forgotten Silver (co-regia con Costa Botes) (1995)
Sospesi nel tempo (The Frighteners) (1996)
Il signore degli anelli - La compagnia dell'anello (The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring) (2001) - 2,5/5
Il signore degli anelli - Le due torri (The Lord of the Rings: The Two Towers) (2002) - 3/5
Il signore degli anelli - Il ritorno del re (The Lord of the Rings: The Return of the King) (2003) - 3,5/5
King Kong (2005)
Amabili resti (The Lovely Bones) (2010)
Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato (The Hobbit - An Unexpected Journey) (2012) - 2/5
Lo Hobbit - La desolazione di Smaug (The Hobbit: The Desolation of smaug) (2013) - 2,5/5

Jackson (1961), neozelandese, dopo un inizio carriera segnato da demenziali film splatter, oggetto di culto per i patiti dell'horror, ed alcuni film più drammatici, ha raggiunto fama mondiale con l'adattamento cinematografico della titanica opera di Tolkien Il signore degli anelli (di cui raccomando le edizioni integrali). Dopodiché ha diretto il monumentale (per effetti speciali e per noia incommensurabile) remake di King Kong e la mielosa fantasia drammatica di Amabili Resti. Attualmente sta lavorando all'adattamento de Lo Hobbit.

-La compagnia dell'anello
USA/Nuova Zelanda 2001 - fantasy - 178 min. (versione estesa: 231min.)

La saga inizia tentennando. Il primo episodio è forse quello più clamorosamente criticato a causa dei pesanti tagli (interi capitoli) rispetto al libro, nonchè la trasposizione a fine film della morte di Boromir, che avviene invece all'inizio del secondo libro, Le due torri. A mio parere, è, cinematograficamente parlando, il punto basso del trittico. La saga inizia in modo fiacco, con personaggi non proprio accattivanti (Frodo non è stato reso bene e questo costituirà un handicap per tutta la saga, purtroppo) e trama troppo sintetizzata per chi non conosce il libro. La lunga durata ed il finale tronco non possono che lasciare lo spettatore a digiuno di Tolkien spiazzato e almeno in parte deluso. Detto questo, l'apparato tecnico-scenografico è sicuramente fra i migliori mai visti al cinema, visto che riesce a ricostruire in modo credibile e abbastanza fedelmente il gigantesco mondo della Terra di Mezzo, della cui storia Tolkien ha continuato ad occuparsi per tutta la vita. La storia inoltre è comunque coinvolgente, grazie anche ad alcune parentesi umoristiche inserite di sana pianta da Jackson, le quali faranno storcere il naso ai puristi, ma che si inseriscono bene nella narrazione. Gli splendidi costumi, la bellezza dei paesaggi e le notevoli scene di combattimento compensano una carenza registica piuttosto evidente, con un Peter Jackson che sembra quasi imbarazzato nel vedersi alle prese con un film più grande di lui, e con la responsabilità di mettere in scena un'opera così importante della letteratura inglese del '900.

Voto: 2,5/5

Le due torri
USA/Nuova Zelanda 2002 - fantasy - 179 min. (versione estesa: 234min.)

Le cose iniziano a migliorare. Sebbene Jackson abbia girato in contemporanea tutti e tre i film, in questo secondo capitolo sembra avere acquistato più sicurezza, tant'è che si concede persino delle aggiunte personali totalmente assenti nel libro (di cui come al solito tralascia alcune parti) che riescono ad integrarsi più che bene nel tutto. La spettacolarità della battaglia finale al Fosso di Helm (mega sequenza di 50' circa inervallata solo da brevi scene che riprendono alcune vicende minori) è da manuale di cinema, e la storia risulta più coinvolgente, con personaggi maggiormente analizzati anche dal punto di vista psicologico; è in questo episodio che si comincia davvero a prendere in simpatia i protagonisti. La comparsa di un personaggio reso ottimamente come Gollum/Smeagol (di cui per altro noi vediamo solo la ricostruzione computerizzata basata sulle movenze dell'attore Andy Serkis) è la ciliegina sulla torta di un film che, seppur a tratti lento e un pò noioso, coinvolge per tutta la sua durata.

Voto: 3/5

Il ritorno del re
USA/NZ 2004 - fantasy - 201 min. (versione estesa: 250min.)

Nel tirare le fila della storia, Jackson conclude con l'episodio sicuramente più riuscito e spettacolare della saga. Mi pare di ricordare una sua dichiarazione in cui dicesse che i due film precedenti non erano altro che una preparazione per questo film, che avesse girato i primi due per poter girare quest'ultimo, e probabilmente è così. L'atmosfera mitica ed epica che si respira guardandolo non ha eguali nel cinema fantasy e nei kolossal americani. L'enorme impiego di effetti speciali riesce a rendere credibile la titanica battaglia a Minas Tirith (che nel libro occupa diversi capitoli) raggiungendo inaspettati e insuperati apici di spettacolarità. Gli attori sentono sulle proprie spalle la responsabilità di un film unico ed irripetibile, e si impegnano col massimo sforzo per essere credibili. Viggo Mortensen e Ian McKellen sono totalmente assorbiti dalle loro parti (rispettivamente Aragorn e Gandalf) e tutti in generale sono bravi (unica pecca rimane comunque Eliah Wood, attore sbagliato per interpretare Frodo in quanto incapace di rendere al meglio la complessità psicologica del personaggio); pecca imperdonabile è invece il taglio totale degli ultimi capitoli del libro, e quindi di fatto la totale scomparsa di Saruman dalla pellicola, tolto per ragioni di durata del film (che tocca le tre ore e un quarto). Film epico e indimenticabile (nel bene o nel male) verrà ricordato per sempre come l'olimpo della spettacolarità hollywoodiana, riuscendo a rimanere comunque un film piuttosto personale; il libro passa attraverso il filtro dell'immaginazione di Jackson, che ce ne regala una sua personale visione senza tuttavia scardinarne completamente la struttura originale, e guardando il film si riesce a capire con quanta passione sia stato realizzato. Il ritorno del re merita un plauso, e va a chiudere una delle saghe cinematografiche che più si ricorderanno.

Voto: 3,5/5

-Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato
NZ/USA/UK 2012 - fantasy - 168min.

I fatti della prima metà (circa) del libro Lo Hobbit: 60 anni prima degli avvenimenti raccontati ne Il Signore Degli Anelli, il pacifico Hobbit Bilbo Baggins vede la sua vita stravolta dall'arrivo dello stregone Gandalf ed una compagnia di 13 nani, intenzionati a aprtire per la riconquista di Erebor, la loro casa natale, espugnata anni prma dal malefico drago Smaug.

Come sappiamo gli stravolgimenti rispetto al libro non mancano, con aggiunte e rimandi ai capitoli successivi della saga e personaggi inesistenti nel libro; ma andiamo oltre e vediamo se il film sia buono o no; le numerose traversie produttive (con cause dei parenti di Tolkien, cambi di regia e anni di stesura della sceneggiatura) non hanno giovato al risultato, che risulta snaturare il tono fiabesco del libro; per chi non l'ha letto cambia poco, ma i fan di Tolkien saranno probabilmente delusi dal vedere che questa nuova trilogia sembra assumere i connotati epico-guerreschi di quella precedente, anzichè spiccare con una propria personalità maggiormente fiabesca, come lo spirito del romanzo imporrebbe. Se così si ottiene maggiore uniformità con la saga precedente, si ottiene anche una maggiore monotonia: in quasi 3 ore di film si assiste ad una struttura sempre uguale, che vede i nostri cadere in un pericolo mortale e salvarsi all'ultimo per qualche fortuito intervento esterno; la tecnica realizzativa è eccellente, anche se c'è un uso smodato di color correction che non sembra dosato a dovere: a volte fa apparire gli scenari evidentemente posticci, cosa che non capitava nei film precedenti. Non mancano le parentesi pseudo-comiche di gusto americano che non centrano niente con il tono del film e risultano quantomai fastidiose, mentre la presenza di un paio di canzoni, se ascoltate nella loro versione originale (cioè non doppiata), ben si adattano al contesto della vicenda. Le comparsate di vecchi volti dei film precedenti (Saruman, Elrond, Galadriel, Frodo, il vecchio Bilbo) sembrano un tentativo di richiamare quanti più spettatori possibile, più che un modo creativo di aggiungere materiale narrativo. Al posto delle prolisse scene di battaglia che a forza di essere così lunghe finiscono per stancare lo spettatore sarebbe stato meglio focalizzarsi sulla personalità dei nani, dato il loro numero; vedremo se si riuscirà a fare meglio nei successivi episodi da questo punto di vista.
La colonna sonora di Howard Shore è semre funzionale, anche se si accomda troppo su temi già sentiti negli altri film.
Infine: 3D? 48FPS? aggiunte tanto carine quanto superficiali.

Voto: 2/5

-Lo Hobbit - La desolazione di Smaug
NZ/UK/USA 2013 - fantasy - 161min.

Continua il viaggio di Bilbo & company, dalle montagne rocciose ad Erebor, fino al risveglio del drago Smaug.

Fino all'ingresso ad Erebor il film non si distacca dal precedente, nel bene e soprattutto nel male (allungamenti inutili della trama fra cui l'inserimento di una love story inutile e patetica); dall'ingresso nella montagna invece Jackson recupera l'attitudine alla spettacolarità mettendo in scena un appassionanate incontro/scontro col perfido drago. A livello tecnico valgono le solite considerazioni (ovvero: tutto perfetto con qualche riserva sulla color correction smodata). In questo secondo capitolo i toni fiabeschi più leggeri sono quasi totalmente abbandonati in favore di un approccio ancor più epico e violento del primo (con maggior abbondanza di particolari splatter) che lo avvicina alla trilogia precedente e cancella definitivamente l'atmosfera di racconto infantile del libro. Di bambinesca rimane la scrittura dei dialoghi, e la cosa fa piangere se si pensa che si sono messi in quattro a scrivere la sceneggiatura: più che andare avanti per battute ad effetto dette con pose statuarie non si fa. C'è tuttavia un apprezzabile tentativo di caratterizzazione dei personaggi nanici che mancava nell'episodio precedente.

Voto: 2,5/5

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