domenica 28 agosto 2011

Alejandro Jodorowsky

Il paese incantato (Fando y Lis) (1968)
El Topo (1970) - 3/5
La montagna sacra (La Montaña Sagrada) (1973) - 4/5
Tusk (1978)
Santa Sangre (1989)
Il ladro dell'arcobaleno (The Rainbow Thief) (1990)

Jodorowsky (1929), cileno, è una figura indubbiamente eclettica: regista, scrittore, lettore di tarocchi, psicomago, teatrante, fumettista (assieme a Moebius) ed altro. I suoi film sono esempi unici di surrealismo mischiato ai generi più diversi, con fini "terapeutici" per lo spettatore, concetto esplicitato nel suo capolavoro, La montagna sacra.

-El Topo
di Alejandro Jodorowsky - Messico 1971 - fantastico (western) - 123 min.

La talpa (el topo) è un animale che scava sottoterra e che quando arriva in superficie e vede il sole, diventa cieco.

El Topo, pistolero di un'ignota località desertica, vendica torti e ristabilisce pace in posti dove regnano signorotti della guerra locali. deciso a diventare il più grande pistolero di tutti i tempi, si confronta con i quattro maestri pistoleri. Tradito dalla sua compagna, dovrà "morire" e "rinascere" sotto una nuova forma.

Come descrivere questo film?
Sicuramente come il primo western surrealista. Come un crogiuolo di citazioni. Come un poema di gialli, arancioni, ocra. Un inno al deserto e all'interiorità dell'uomo. L'incarnazione di tutte le religioni raccolte in un solo uomo. Un'esperienza di vita, ma soprattutto di morte. Jodorowsky, che cura non solo la regia ma anche la musica, ed impersona il protagonista della storia, mette a nudo e rende il pubblico partecipe di tutte le sue emozioni, idee, gusti, opinioni sul mondo e sulle persone, il tutto in un modo assolutamente originale (almeno per il genere western). Sarabanda di freaks e metafora (s)velata dell'ipocrisia della società moderna, El topo può essere, a seconda dei gusti, un capolavoro come un film ermetico e all'insegna del non sense.
Data la forte componente weird della pellicola, il discorso fatto per Eraserhead vale anche con questo film: se il genere non interessa, rischiate di annoiarvi, di non capirlo. Tuttavia io lo raccomando calorosamente, è un film bellissimo, e nonostante alcuni messaggi risultino davvero criptici e/o incomprensibili, El Topo è un'esperienza sensoriale che non potrà non colpire chiunque lo guardi.

Voto: 3/5

-La montagna sacra
(The holy mountain) - di Alejandro Jodorowsky - USA/Messico 1973 - fantastico - 115 min.

Altro importante film di Jodorowsky, che dopo El topo conferma il talento visionario di questo regista/attore di cinema e teatro, fumettista, esperto di tarocchi e maestro di psicomagia. A mio avviso superiore alla pellicola precedente, La montagna sacra è un viaggio iniziatico che il regista fa compiere allo spettatore, invitandolo a mettere in pratica gli insegnamenti che ricava dal film nella vita di tutti i giorni.

La trama è così riassumibile: in una città del sud america c'è un ladruncolo che ha l'aspetto di gesù, che vagabonda per le strade d questa città completamente abbandonata ad ogni vizio e voluttà. In una piazza della città sorge un altissimo obelisco, dalla cui sommità scende una carrucola che porta un cesto contenente oro, che viene distribuito ai poveri del luogo; quando il ladro lo vede, afferra la carrucola prima che essa risalga, così viene trainato sulla cima dell'obelisco. Attraverso una apertura lungo la sua parete penetra al suo interno, e qui fa la conoscenza di un alchimista/guru (jodorowsky) che gli chiede se stia cercando l'oro. il ladro gli risponde di sì, dunque l'alchimista lo fa defecare, e dopo un processo alchemico trasmuta i suoi escrementi in oro. Poi fa iniziare al ladro un percorso di purificazione interiore, assieme ad altre persone facoltose che hanno deciso di abbandonare la porpria vita passata alla ricerca di una nuova (bellissime le scene di presentazione di questi vari personaggi), guidato dal maestro. Questo rivela loro il compito che devono assolvere: scalare la montagna sacra dove vivono uomini che hanno scoperto il segreto dell'immortalità e strapparglielo, arrivando così ad una completa illuminazione. Nel loro viaggio sono seguiti da una ragazza (che si porta appresso uno scimpanzè), innamorata del ladro.

Il cinema di Jodorowsky è un cinema grondante di immagini, simboli criptici e messaggi nascosti, molti dei quali risultano comprensibili solo a lui mentre per lo spettatore rimangono un affascinante quanto inesplicabile enigma. Tuttavia è un cinema profondamente didattico: l'idea del regista cileno di fare un cinema che sia "terapia" per l'uomo, che lo aiuti a ritrovare il rapporto perduto con se stesso e con la natura, insomma con la realtà, per rendersi conto di quanto questa sia misteriosa e per questo affascinante, è un concetto che forse esplode maggiormente in questo film rispetto agli altri. Inoltre la Montagna sacra è forse il suo film più positivo, quello con una lieta fine, che si risolve in una risata gioiosa del regista e degli attori. é interessante notare come il film inizi sui toni ocra-arancioni de El topo, quasi ad essere un suo prolungamento, mentre da metà in poi si abbandona il set ciematografico e si entra a contatto con la natura, col mare (che non si era mai visto in un film di jodorowsky) col verde delle montagne e il blu del cielo. C'è quindi un evoluzione visiva. Poi c'è un evoluzione che si può definire meta-cinematografica: ovvero il film inizia con questa situazione surreale, con l'alchimista che sembra uscito da un qualche testo magico-esoterico, e man mano che si prosegue nella narrazione si perdono questi connotati mistici e il film diventa molto più realistico, le riprese meno elaborate e solenni, tutto si fa più leggero man mano che ci si avvicina alla cima della montagna, lo stesso jodorowsky passa da questa figura che incute timore ad una persona normalissima, uguale agli altri protagonisti, che via via che si procede hanno sempre meno bisogno di un maestro che li guidi, perchè stanno per raggiungere l'illuminazione. Illuminazione che è (e questo è uno dei momenti più scioccanti che vi capiterà di vedere in un film) la rottura della finzine scenica, che avviene in modo subitaneo e spiazzante, lasciano lo spettatore a bocca aperta (non vi dico di più per non togliervi la sorpresa).

Il sunto del film è dato proprio dal regista all fine della pellicola, che rivolge un messaggio a tutti gli spettatori, esortando a non rimanere passivi di fronte alla pellicola, ma di fare propri gli insegnamenti ricavati dalla visione del film ed applicarli nella vita reale.
Il fine educativo de La montagna sacra si palesa in uno dei più bei momenti di cinema a cui abbia assistito; per questo ne consiglio vivamente la visione.

Voto: 4/5

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