venerdì 1 luglio 2011

Sofia Coppola

Bed, Bath and Beyond (1996) (cortometraggio)
Lick the Star (1998) (cortometraggio)
Il giardino delle vergini suicide (1999)
Lost in Translation - L'amore tradotto (2003)
Marie Antoinette (2006) - 3/5
Somewhere (2010)

Coppola (1971) partecipa da ragazza ad alcuni film del padre, poi gradualmente si dedica sempre con maggior impegno alla regia. Ha vinto il Leone d'oro a Venezia con Somewhere. Fautrice di un opus più coeso di quello paterno (ma forse meno vario), si è specializzata nel ritrarre personaggi solitari e malinconici, afflitti da un'angoscia esistenziale e dall'incapacità di comunicare apertamente con familiari e altre persone in generale, che da questo punto di vista fa venire in mente Antonioni.

-Marie Antoinette
di Sofia Coppola - USA/Giappone/Francia 2006 - biografico/storico/commedia/drammatico - 123min.

Nel 1770 la figlia più giovane dell'imperatrice d'Austria viene "donata" come moglie al delfino di Francia, futuro Luigi XVI, per suggellare i rapporti fra i due paesi. La giovane Marie Antoinette (Kristen Dunst) viene quindi accompagnata a Versailles dove si procede al matrimonio con l'erede al trono, più interessato alle battute di caccia che alla bella consorte. Fra cene, lusso, gioielli e scarpe, la vita della ragazza, chiusa in una prigione dorata, trascorre lenta e avara di sorprese. Fra piccole consolazioni e sporadici adulteri, Marie Antoinette semplicemente perdura, in una realtà avulsa dal mondo esterno, realtà che piomberà invece violentemente nella vita della coppia reale quando i moti rivoluzionari arriveranno fino alla reggia: si chiude un'epoca e se ne apre un'altra, in cui non c'è più posto per re e regine.

E' la descrizione di una vita inutile e monotona, di un essere umano usato per logiche di potere politico e di cui in definitiva non interessa a nessuno. Maltrattata dai francesi che la considerano estranea, trascurata dal marito che ha altro per la testa, oggetto sessuale per il suo amante svedese, strumento diplomatico per sua madre, capro espiatorio per il popolo che ne decretò la condanna a morte assieme al marito (non mostrata nel film). Ritratto sconsolato di un personaggio malinconico, come nel precedente "Lost in translation"; la Coppola è in grado di costruire i film attorno agli stati d'animo. Bravi tutti gli interpreti e messa in scena ricca e sfavillante di colori. Musica classica dell'epoca si mischia a brani anni '80: si prende un esempio di ieri per parlare della desolazione dell'oggi? In realtà il parallelismo non è così efficace, e nell'ultima parte, con la rivoluzione alle porte, la regista omette troppo, quasi come se la ragazza non si ponesse domande su quello che accade al di fuori. Forse, malgrado questo tentativo di riabilitarne la figura, il popolo non aveva tutti i torti ad avercela con una regina (ed un re) concentrata troppo su sè stessa e la sua triste condizione e per nulla sulle sorti del popolo di cui, pur nolente, era diventata la sovrana.
Lo sfarzo della messinscena stimola gli occhi e incoraggia la visione.

Voto: 3/5

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