venerdì 1 luglio 2011

Alfonso Cuaròn

Uno per tutte (1991)
La piccola principessa (1995)
Paradiso perduto (1998)
Y tu mamá también (2001)
Harry Potter e il prigioniero di Azkaban (2003) - 2,5/5
Paris, je t'aime (2005) - Episodio Parc Monceau
I figli degli uomini (2006) - 3/5
Gravity (2013) - 4/5

Cuaròn (1957), messicano, è noto principalmente per due pellicole, l'adattamento del terzo libro della saga di Harry Potter e "I figli degli uomini", interessante esperimento di sci-fi apocalittica.

-Harry Potter e il prigioniero di Azkaban
GB/USA 2004 - fantastico - 136min.

Al terzo anno di scuola, Potter deve fronteggiare un pericoloso evaso dal carcere di massima sicurezza di Azkaban, Sirius Black. Le cose sono più complesse del previsto.

Il cambio di regia ha avuto brutte conseguenze: qualche incongruenza narrativa, mancanza di ritmo, 136 minuti che sembrano durare più degli oltre 150 dei film precedenti e che sono più noiosi, atmosfera cupa non adeguatamente bilanciata da parentesi più leggere, conclusione affrettata. Per il resto, dato che il cast tecnico ed artistico è sempre quello, il film è comunque salvabile, ma questo terzo film è l'esempio di come una regia sbagliata possa compromettere un buon film.

Voto: 2,5/5

-I figli degli uomini
(Children of Men) di Alfonso Cuaròn - GB/USA 2006 - thriller/avventura - 114min.

Il film è un riuscito "disaster movie" con la variante, una volta tanto, di un finale aperto sulla speranza.

Inghilterra 2027. Il mondo è in rovina a causa della sterilità (inspiegata) delle donne. Ovunque paura, crimine e distruzione dilagano. Theo (Clive Owen), ex attivista contro il governo, è incaricato da un gruppo di rivoluzionari di cui fa parte anche la sua ex Julian (Julianne Moore) di scortare una ragazzina immigrata (le immigrazioni in Gran bretagna sono proibite e i clandestini sono subito arrestati e rinchiusi in enormi gabbie collettive per poi essere trasferiti in centri di detenzione) fino alla costa, dove potrà prendere una nave che la condurrà al sicuro. Perchè correre tanti pericoli per una ragazzina? Perchè è la prima donna incinta da decenni, e molti, a cominciare dal governo, potrebbero essere interessati a lei e al bambino...

Sfruttando lunghi piani sequenza e adoperando una sola telecamera a spalla Cuaròn ottiene spesso risultati eccezionali per qualità e virtuosismo stilistico, soprattutto nella lunga sequenza della fuga in mezzo alla città in rovina nella parte finale del film. Owen regge dignitosamente il film sulle sue spalle (pur peccando di inespressività), supportato da una curiosa interpretazione di Michael Caine nei panni di un guru new age e spacciatore. Julianne Moore appare poco ma fa quel che deve. L'uso di luci ed ombre dà vita a composizioni ricercate e suggestive. La presenza di "In the Court of the Crimson King" dei King Crimson all'interno della colonna sonora pare fuori posto ma è tuttavia interessante. Dopo il 2001 i film catastrofici sono basati sulla paura dell'altro e del diverso; "I figli degli uomini" mostra le ipotetiche conseguenze di una xenofobia all'ennesima potenza e di un razzismo che sembra scivolare nell'arianesimo. Pur con qualche ridondanza è un robusto thriller fantapolitico che vale la pena di vedere.

Voto: 3/5

-Gravity
USA 2013 - drammatico/avventura/fantascienza - 90min.

Tre astronauti stanno lavorando ad alcune riparazioni del telescopio Hubble: si tratta del biomedico Ryan Stone (Sandra Bullock), il comandante Matt Kowalsky (George Clooney) ed un terzo astronauta. Mentre lavorano Huston segnala un problema: l'abbattimento di un satellite russo obsoleto ha generato una reazione a catena che ha prodotto una sciame di rifiuti spaziali che sta dirigendosi proprio verso di loro.

90 minuti epocali. Un prodigio tecnico. La compiutezza del 3D. Un grande spettacolo che non manca di un sottotesto metaforico-filosofico sulla solitudine dell'uomo nell'universo, la ricerca di un senso per cui vivere con conseguente rinascita di un individuo che aveva perso ragioni per continuare la propria esistenza (posizioni fetali, riemersioni acquatico-amniotiche a nuova vita, fughe lungo cavità uterino-navicellari). Più simile a Solaris che a 2001, perchè condivide con il primo un approccio più intimo alla fantascienza, mentre Kubrick ne fa un discorso più ampio sul futuro dell'umanità. Qui invece si affrontano problemi più contingenti: i rapporti umani, l'elaborazione del lutto, lo spirito di sacrificio. Poi non è nemmeno corretto parlare di fantascienza, dato che è uno space movie ambientato nelle stazioni spaziali attualmente orbitanti. Certo le caratteristiche da disaster movie con annessa eroina che se la cava da situazioni impossibili c'è eccome, ma il film è quantomai accurato, ed anche le poche critiche ricevute su alcune inverosimiglianze (che sono più che altro licenze poetiche, come ad esempio non far fluttuare disordinatamente i capelli della Bullock in giro come sarebbe effettivamente in condizione di assenza di gravità) non mancano di sottolineare la potenza e credibilità del quadro generale. La resa visiva è eccezionale, ancor più che Cuaròn non rinunica affatto ai suoi amati piani-sequenza, anzi ne realizza alcuni che fanno impallidire per perfezione formale e complessità.
Recitare in uno scafandro potrebbe risultare limitante ma i due interpreti hanno svolto un lavoro eccellente. Buon commento musicale, non troppo invasivo per non scontrarsi con la volontà registica di sottolineare l'assenza di suono nello spazio.

Probabilmente il più importante film dell'anno: passate sopra a qualche caduta nei dialoghi/monologhi (che non posso rinunciare a un po' di pathos hollywood-iano) e all'impossibile Hollywood Ending, e andate a vederlo. In 3D.

Voto: 4/5

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