martedì 28 giugno 2011

Brad Anderson

-The Darien Gap (1996)
-Prossima fermata Wonderland (Next Stop Wonderland, 1998)
-Happy Accidents (2000)
-Session 9 (2001) - 3/5
-L'uomo senza sonno (El Maquinista, 2004)
-Transsiberian (2008)
-Vanishing on 7th Street (2010)

Brad Anderson (1964) è un regista statunitense, particolarmente noto per due suoi thriller che hanno ricevuto ampia distribuzione internazionale, "session 9" e "L'uomo senza sonno". All'oggi solo i due film suddetti sono stati distribuiti sul mercato italiano.

-Session 9
di Brad Anderson - USA 2001 - thriller/horror - 103min.

Buon thriller psicologico con incursioni nell'horror, "Session 9" non è particolarmente originale, ma ha i suoi punti di forza nell'ottima fotografia e nell'essere un film introspettivo, fondato sulla suspence e non sul sangue, sulla malattia mentale e non sullo splatter. Il finale purtroppo non è all'altezza del resto della narrazione, ma il film rimane comunque una buona prova registica ed attoriale.

Gordon è a capo di un'azienda di ristrutturazione edilizia. La sua situazione economica non è delle migliori, così accetta un lavoro ostico ma potenzialmente ben remunerato: ripulire dall'amianto un ex ospedale psichiatrico per permettere il suo riuso da parte dell'amministrazione comunale. Tempo a disposizione: una settimana. Grandezza dell'edificio: sterminata, ma dovendo sfamare moglie e figlio Gordon accetta, ed inizia il lavoro con il suo team (tre colleghi più suo nipote). All'inizio le cose procedono bene. Poi iniziano ad accadere fatti inquietanti, coincidenti con il ritrovamenti di alcuni nastri che si scoprono essere registrazioni di sessioni terapeutiche di una paziente dalla personalità multipla...

I rimandi a "Shining" sono più che evidenti, a cominciare dal tema della doppia personalità di cui si è accennato. Il regista adotta però un metodo personale per raccontare la triste vicenda, prendendosi tutto il tempo necessario per descrivere approfonditamente ogni personaggio e per mostrare in tutta la sua lugubre maestosità l'immenso edificio, spoglio ma pur sempre inquietante, facendo salire improvvisamente la tensione con sequenze dai tempi di montaggio perfetti. Pur con qualche prolissità il film riesce dunque ad essere coinvolgente, anche se il finale si prolunga inutilmente dopo che lo spettatore ha già capito tutto o quasi.
la visione è consigliata a chi abbia voglia di un horror non violento o, viceversa, di un thriller con dai gustosi risvolti orrorifici.

Voto: 3/5

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