domenica 30 agosto 2009

Metallica live in San Diego, 1992 (DVD)

La folla è sovreccitata ancor prima che i Four Horsemen facciano il loro ingresso sul palco della Sports Arena. è il 13 Gennaio 1992, e San Diego sta per essere attraversata da una scossa di metal all'ennesima potenza. Partono i rintocchi Morriconiani di "The ecstasy of gold" mentre le immagini del film di Leone passano su uno schermo sovrastante il palco. D'un tratto eccoli apparire i combattenti del Metal, Hetfield e Hammet hanno imbracciato le loro mitra-chitarre, Newsted cavalca il suo panzer-basso, Ulrich è in postazione di combattimento missilistica fatta di piatti e tamburi, ed ecco che la battaglia inizia. ENTER SANDMAN colpisce come una furia, centra il bersaglio sparando all'impazzata sulla folla scatenata ed irrefrenabile. Hetfield inizia a sgolarsi da subito (la voce un pò troppo coperta dalle chitarre), più incazzato che mai. Gli altri gli stanno dietro con entusiastica follia distruttrice. non c'è tempo per riprendersi, scoppia CREEPING DEATH, solenne e lapidaria: non si può più scappare! I cavalieri impazzano per tutto il palco correndo quà e là in balia della loro stessa carica selvaggia. si leva Il coro apocalittico DIE!DIE!DIE! sostenuto da Hetfield sempre più psicotico. si passa senza soluzione di continuità a HARVESTER OF SORROW, più lenta e pesante, che funge da preambolo ad un primo momento di raccoglimento: si abbassano le luci, si puntano i riflettori....WELCOME HOME: appena la "metal militia" intuisce la canzone dalle note introduttive, è subito un urlo di gioia e un accensione di lumini per la prima metà della canzone, che poi ritorna sui ritmi trash di apertura concerto. Un attimo di pausa, Hetfield saluta, ride, beve un sorso di birra e via subito a picchiare di nuovo sugli strumenti, a dar battaglia a tutto e tutti con SAD BUT TRUE a ritmo marziale ed epilettico insieme, studiato e forsennato a un tempo. WHEREVER I MAY ROAM dà un'ulteriore scarica di adrenalina, trasformandosi in un delirio sonoro che si tramuta in un solo di Newsted che coinvolge la folla in un uno-contro-diecimila micidiale, lasciando riposare gli altri cavalieri. Si riprende con la fulminea e casinista THROUGH THE NEVER, che in un lampo lascia il posto alle note della chitarra acustica di Hetfield che manda in delirio la massa festante con le note di THE UNFORGIVEN. E' la quiete prima della tempesta: "abbiamo impastato insieme un pò di cose prese da Justice...." dice (a senso) Hetfield, prima di dare il via a quello che è un apocalittico collage sonoro frastornante di mezz'ora ininterrotta in cui, dopo frammenti dell'album And justice for all, è Ulrich a giocare col pubblico lanciandosi in ripetuti assoli di batteria, con la quale a un certo punto si cimenta anche Hetfield: i due si danno battaglia a colpi di percussioni in un divertente ed entusiasmante duello che concede una (relativa) pausa ai timpani che cominciano a risentire seriamente dell'alta gradazione di decibel. Ma la fine è ancora moooooolto lontana....
THE FOUR HORSEMEN arriva all'improvviso, scalmanata e giocosamente furiosa, nello stadio scoppia il pandemonio assoluto, e l'Arena sembra sul punto di crollare sotto i colpi di batteria che Ulrich infligge come un pazzo con le sue bacchette, perdendo litri e litri di sudore. Si torna a "Ride the lightning" con la superba FOR WHOM THE BELL TOLLS allucinata e apocalittica: è un tripudio di luce e rumore alla massima potenza. Sembra incredibile che i quattro possano reggere da soli questo sforzo immane, questo confronto impari contro un mondo che non accettano, in cui non si riconoscono e di cui aborriscono le convenzioni sociali e di cui denunciano le ingiustizie. la macchina sonora dei Metallica rallenta e raggiunge pathos ed epos con FADE TO BLACK, accolta dall'entusiastica approvazione del pubblico. Ma è stato solo un momento di debolezza, la battaglia riprende subito furiosa (e dopo questo intermezzo "melodico" lo sembra ancora di più): WHIPLASH è come un fulmine che ti colpisce e passa via in un secondo, non te ne rendi neanche conto ma ti accorgi di essere ricoperto di ustioni in tutto il corpo. non si fa in tempo a respirare che ecco, arriva il momento che tutti aspettano, dopo già 2 ore di mitragliate ininterrotte, il capolavoro metal: MASTER OF PUPPETS divampa irrefrenabile, irraggiungibile, insostenibile da un orecchio provato da continue esplosioni metalliche, tanto che la canzone stessa è mutilata almeno per metà, si ferma al secondo ritornello, taglia l'intera parte melodica e sfocia direttamente, senza soluzione di continuità alcuna nei quindici, deliranti minuti di SEEK AND DETROY e altre improvvisazioni/frammenti/spunti sonori a seguire. Degna conclusione di qualcosa che è stato più di un concerto, è stata una vera guerra....ma aspettate, a proposito di guerra, si sentono dei botti, come degli spari, ed ecco delle esplosioni sul palco, ripetute, allora non è finita, c'è n'è ancora -ma come diavolo è possibile?- a sorpresa dal buio partono le note di ONE. la reazione della folla è indescrivibile: altro che girone dantesco!!! ecco che ricompaiono, i cavalieri ancora in sella ai loro destrieri elettronico-metallici, senza darci tregua continuano imperterriti, omaggiano Misfits con LAST CARESS e Diamond Head con AM I EVIL? una di seguito all'altra, brevi e fulminee. Si chiude ufficialmente con la forsennata BATTERY, ma la band prolunga ancora di qualche minuto lo show reagalando un'altra chicca: la cover di STONE COLD CRAZY dei Queen. Si chiude così la tremenda cavalcata di quel 13 (e 14 ) Gennaio del 1992, data che qualunque fan dei Metallica dovrebbe tenere bene a mente.

ENTER SANDMAN 7.29
CREEPING DEATH 7.38
HARVESTER OF SORROW 7.00
WELCOME HOME (SANITARIUM) 6.50
SAD BUT TRUE 6.41
WHEREVER I MAY ROAM 17.46
THROUGH THE NEVER 4.30
THE UNFORGIVEN 7.49
JUSTICE MEDLEY 28.57
THE FOUR HORSEMEN 5.23
FOR WHOM THE BELL TOLLS 5.56
FADE TO BLACK 7.17
WHIPLASH 7.42
MASTER OF PUPPETS 5.32
SEEK AND DESTROY 15.44
ONE 9.54
LAST CARESS 3.46
AM I EVIL? 2.55
BATTERY 7.32
STONE COLD CRAZY 8.58

TOTALE 2.59.36

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