mercoledì 27 marzo 2013

Charles Laughton

La morte corre sul fiume (Night of the Hunter) (1955) 4,5/5

Laughton (1899-1962), inglese, fu un noto attore teatrale e cinematografico. Partecipò a molte pellicole, specie nel decennio 30-40; lavorò con grandi registi del suo tempo e lui stesso diresse un unico film, il capolavoro La morte corre sul fiume. Morì poco più che sessantenne per un tumore alle ossa.

-La morte corre sul fiume
USA 1955 - drammatico/thriller/noir - 93min.

Harry, un predicatore evangelico, fanatico pazzo, è un omicida seriale (Robert Mitchum). In galera per un furto d'auto, divide la cella con tale Ben Harper, agricoltore che per far fronte all'indigenza in cui versa la sua famiglia, ha compiuto un furto e nascosto il denaro in un posto noto solo ai due figlioletti, John e Pearl. Harry elimina Ben in prigione, e una volta uscito pensa bene di insinuarsi nella casa del secondo per arraffare il bottino.

Tratto dal romanzo omonimo di Davis Grubb, è un film incredibile. Non assomiglia a nulla che lo preceda, sebbene ricordi un po' di tutto: il racconto d'avventura alla Huckberry Finn da una parte e i più perversi thriller psicologici dall'altra; l'edificante commedia per famiglie (nella scena finale) e l'horror notturno e tedesco alla Nosferatu (con il mostro che si insinua fin dentro casa, pronto a colpirti nei recessi più intimi). Ci si accorge inoltre di quanto abbia influenzato il cinema a lui successivo,  a partire da Cape Fear, che ne è quasi una variazione sul tema (e guardacaso conta sempre Mitchum nel cast).
Incredibilmente spregiudicato per temi trattati e linguaggio utilizzato rispetto ai tempi, è il film di un non-regista che se ne frega degli schemi tradizionali e mostra di possedere grande senso del ritmo (anche se a volte il montaggio appare un po' confuso, o troppo ellittico) nel raccontare una storia che ha materiale narrativo per un serial in solo un'ora e mezza. La scelta di Mitchum è perfetta: offre un'interpretazione di uno psicopatico che troverà un degno rivale solo nei futuri Hannibal Lecter di Hopkins e Jack Torrence di Nicholson.
Notevole anche il contributo musicale di Walter Schumann, con una colonna sonora modernissima nella sua alternanza di musiche rassicuranti alternate a canti religiosi inquietanti.
Alcune trovate stilistiche diverranno topoi del cinema successivo (vedi la scena dell'ombra notturna che scompare dopo l'accensione della lampada).
Molto interessante anche per il tema trattato dell'infanzia violata e della perdita di innocenza delle nuove generazioni causata dalla violenza.
Imperdibile.

Voto: 4,5/5

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