-Il cinema francese del primo dopoguerra è fortemente influenzato dalle avanguardie pittoriche: cubismo, dadaismo surrealismo. Come il cinema russo, anche le avanguardie francesi rifiutano il semplice modello narrativo, dando vita ad un cinema più autoriale ed indipendente di quello americano, che è monopolio dei produttori. Un elemento importante di queste correnti fu il concetto di fotogenia, ovvero l’utilizzo del primo piano a scopo poetico (cioè simbolico e non narrativo), nato dalla convinzione che il volto umano possa esprimere una varietà di emozioni e mondi differenti; nasce quindi l’idea del volto-paesaggio.
- L’influenza cubista
Il cubismo, con l’abolizione della prospettiva centrale e la conseguente moltiplicazione dei punti di vista influenza Ballet Mécanique (1924) di Fernand Léger, (anch'egli sostenitore del cinema puro) poema visivo di oggetti e corpi senza alcuna trama. L’idea è che il cinema debba liberarsi del soggetto per essere pura forma.
- Il surrealismo al cinema
Fondato da André Breton, il surrealismo si propose di scavare in profondità nell’animo umano, di indagare l’alterità, lo sconosciuto insito nell’uomo. Attingendo a Rimbaud (per l’apprezzamento dell’arte popolare), Baudelaire (per il dandysmo) e Freud (per l’analisi dell’inconscio), Breton scrive il Manifesto del surrealismo (1924). Il surrealismo indaga alcune dicotomie: veglia/sonno, realtà/immaginazione, giorno/notte, ragione/follia. Altro tema tipico è l’amor fou. E nel cinema è ovviamente l’occhio che Buñuel e Dalì tagliano in Un Chien Andalou (1929), per far vedere cose mai viste prima. Per questi motivi i surrealisti apprezzavano il cinema sovversivo di Mack Sennet, Buster Keaton e Charlie Chaplin, mentre aborriscono il cinema narrativo hollywoodiano che accusano di abbandonarsi al tema dell'amore drammatico borghese e che chiamano con disprezzo “infezione sentimentale”. Al contrario i surrealisti spezzavano continuamente la “narrazione” con sovrapposizioni di immagini, dissolvenze, ralenti etc. [Altri importanti film surrealisti: Le Etoile de Mer (1928) di Man Ray, in cui viene narrata una storia ripresa da dietro un vetro smerigliato (non possiamo conoscere e comprendere la realtà che ci circonda); La Coquille et le Clergyman (1929) di Germane Dulac, che tratta di un amor fou tra una giovane donna ed un sacerdote.]
-Realismo poetico ( a metà tra tradizione e innovazione)
Jean Vigo è tra i più importanti registi che tentano di trovare una sintesi tra avanguardie e narrativa tradizionale; egli autoproduceva i suoi film, usando sempre una sola cinepresa e filmando tutto in vere locations. La sua particolarità è stata quella di aver creato inquadrature allo stesso tempo realistiche (oggettive) e fantastiche (soggettive); i suoi due film più importanti sono Zero in condotta (1932), cine-poema sull’assurdità del mondo adulto e sulla magia dell’infanzia, che rompe l’illusione di realtà con inserti animati e ralenti, e L’Atalante (1934), cine-poema su viaggio, amore, solitudine, dialettica fra bisogno di legami e desiderio di libertà, attrazioni mondane e vacuità delle stesse.