-la prima teorizzazione dell'autorismo si deve ad Alexandre Astruc col saggio Nascita di una nuova avanguardia: La camera-stylo, in cui diceva che il cinema stava diventando un nuovo mezzo di espressione, analogo alla pittura ed al romanzo, e che che il regista usa la camera come lo scrittore usa la penna: il regista diventa così una figura creativa in sé e per sé.
-Nel suo famoso saggio pubblicato sui Cahiers du cinema, intitolato Una Certa Tendenza del Cinema Francese (1954), Truffaut criticava l'abitudine francese di fare film ben confenzionati adattando opere letterarie, in uno stile arcaico ed inespressivo. Egli definisce questo metodo di fare cinema “cinéma de papa”, deridendolo, elogiando invece i registi americani popolari come Nicholas Ray ed Orson Welles, che verranno rivalutati come autori. L'articolo del 1957 La Politique des Auteurs di Bazin riassume queste posizioni dicendo che l'autorismo consiste nello scegliere come criterio di riferimento nell'analisi filmica il fattore personale all'interno della creazione artistica, postulandone la permanenza e lo sviluppo da un'opera all'altra.
-I critici/registi della nouvelle vague quindi attaccavano il sistema che si era creato, le rigide gerarchie produttive, il lavoro negli studios, le procedure narrative tradizionali.
-Negli States il concetto di autorismo è ridimensionato, poiché si dice che non si può non tener conto della natura collaborativa di un film.