venerdì 1 luglio 2011

Matteo Cerami

Tutti al mare (2011) - 1/5

Cerami (1981), figlio dello sceneggiatore Vincenzo, ha esordito alla regia con il pessimo Tutti al mare.

-Tutti al mare
di Matteo Cerami - Italia 2010 - commedia - 95min.

Scritto dal regista assieme al padre Vincenzo Cerami ( già sceneggiatore di Casotto di Sergio Citti, film di cui si riprende l'idea di fondo) la pellicola è un esempio di scadente commedia corale all'italiana.

Sul lido romano di Castelporziano, Maurizio, proprietario di un chiosco ch, di sera, si trasforma in elegante locale in riva al mare, assiste, un po' stupito un po' divertito alla sfilata di tipi umani che, nel corso della giornata, affollano la località balneare: un cleptomane, un nonno fascista che racconta al nipotino i fatti della guerra, un massaggiatore cinese, una coppia di "quasi lesbiche", un anziano omosessuale, una star della tv, una giovane coppia in crisi, i dipendenti di Maurizio (extracomunitari musulmani) e la sua svampita ed autoritaria madre, e altri ancora.

Il difetto principale del film è quello di non non mettere in scena dei personaggi fatti e finiti, bensì una sfilata di stereotipi che dovrebbero far sorridere per la loro stravaganza. In realtà il risultato ottenuto è quanto di più scontato si possa immaginare: macchiette senza il minimo approfondimento psicologico, la cui personalità è delineata attraverso poche battute (anche per esigenze di tempo a fronte di una quantità esorbitante di personaggi), con cui il regista tenta di far ridere (o sorridere) senza riuscirci quasi mai, anzi spesso scivolando nel grottesco, nell'irreale, nella fastidiosa e ridicola esagerazione (una delle due lesbiche si fa mettere incinta da Maurizio per dispetto verso la compagna, la quale si è fatta mettere incinta anch'essa!).

Fra momenti più o meno sopportabili si arriva al finale del film, insulso come tutta la pellicola, constatando che il tentativo di racchiudere tutta la società italiana contemporanea in una spiaggia (proponimento già di per sè rischioso e discutibile) è miseramente fallito.Non meritano menzioni particolari nè il mediocre apparato tecnico nè lo stile registico piatto, anonimo, televisivo. Come la pellicola abbia fatto ad ottenre il riconoscimento di "film di interesse culturale" rimane un insondabile mistero.

Da evitare.

voto: 1/5

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