mercoledì 25 settembre 2013

Neill Blomkamp

District 9 (2009)
Elysium (2013) - 2,5/5

Blomkamp (1979), regista sudafricano/canadese, ha alvrato molto nei commercials e ha diretto vari corti. Predilige la fantascienza, ed i lsuo film d'esordio li ha valso buon successo di pubblico e critica.

-Elysium
USA 2013 - fantascienza/azione - 109min.

Nel 2154 la Terra è una landa desertica dove a vivere sono rimasti poveri e straccioni, mentre una ristretta cerchia di ricchi e potenti si è rifugiata nella stazione spaziale orbitante Elysium, sorta di paradisiaco connubio tra natura e tecnologia. L'operaio terrestre Max (Matt Damon), reduce da un incidente sul lavoro che lo ha esposto a dosi massicce di radiazioni (gli restano 5 giorni di vita) cerca un modo per procurarsi un'ingresso illegale su Elysium, unico luogo dove sia possibile trovare una cura. Gli dà la caccia un gruppo di mercenari assoldati dal ministro della difesa della stazione spaziale (Jodie Foster), che sta organizzando un colpo di stato.

A questo film promulgo un elogio ed imputo un torto: l'elogio è quello di aver imbastito una cornice narrativa di rara potenza, finalmente originale nelle sue implicazioni e non semplicemente accozzaglia di prestiti e rimandi ad opere fantascientifiche precedenti (sebbene ovviamente si possano individuare chiare influenze da parte di pellicole del passato più e meno recente). Soprattutto ha il merito principale di non fare più distinzioni tra gli USA come unico barlume di civiltà ed il resto del mondo dipinto come arretrato di secoli (vedi Independence Day, World Invasion ed una marea di altri), anzi: la Los Angeles del futuro post apocalisse sembra un misto tra una favela sudamericana ed un villaggio iracheno distrutto dai bombardamenti, per non parlare del fatto che i caucasici sono ormai una minoranza risicata rispetto agli ispanici e ai negroidi (divertente invece il fatto che sì, l'elite che abita Elysium è bianca, ma bianca europea e non americana, come il ministro di origine francese interpretato da Jodie Foster). Insomma un film che non inquadra più gli USA come centro del mondo, e sebbene l'eroe sia il solito maschio bianco impersonato da Matt Damon, si tratta di un eroe fragile, che fallisce sistematicamente (il che conferisce alla pellicola una certa dose di verosimiglianza riguardo gli avvenimenti che si verificano a schermo).

Il torto è quello di aver preso tutto questo interessante background ed averlo sacrificato in nome dell'action pompatissimo, violentissimo, canonicissimo di Hollywood: una storia che aveva abbastanza materiale per una serie tv (basti pensare alle infinite possibilità di sviluppo narrativo circa la storia della fondazione di Elysium, il contenimento forzato dei poveri sulla Terra, l'organizzazione politica di questa nuova società umana) è stata relegata a puro sfondo tra una sparatoria e l'altra; se fino a circa metà film le due componenti sono abbastanza bilanciate (pur con scavo psicologico ai minimi termini e background dei protagonisti illustrato per brevissimi flashback), assistendo alla seconda parte pare di rivedere le interminabili sparatorie di John Woo (senza la classe ed il dinamismo del maestro), Aliens o di giocare ad un qualunque Quake o Doom (per non parlare delle incongruenze scenografiche: l'ultima parte si svolge nei corridoi di un improbabile laboratorio/centro operativo/prigione di Elysium, dove non c'è personale di alcun tipo ma solo lunghi corridoi con ascensori montacarichi in pieno stile XX secolo per passare da un piano all'altro). Peraltro l'nfluenza videoludica è evidente per chiunque conosca la saga di Mass Effect: la stazione di Elysium è la copia carbone della Cittadella dei videogiochi targati Bioware.

E' un vero peccato che tante belle idee di sceneggiatura (perfino l'idea dell'esoscheletro, non proprio nuova, è stata implementata in modo intelligente) siano state relegate in secondo piano; con simili premesse si poteva realizzare qualunque tipo di film si volesse, e si è fatta la scelta più banale possibile, con il risultato che al posto di un film innovatore ci si trova ad assistere al solito action iper-effettato dalla cornice narrativa eccentrica. Come il da poco uscito Oblivion, la recente fantascienza made in Hollyood rimane un piacere per gli occhi ma non per la mente, cosa che erano in grado di fare i grandi maestri di un tempo o, nel loro piccolo, riescono a fare le produzioni indipendenti come l'azzeccatissimo Primer di Shane Carruth (2004).

Musiche roboanti di Ryan Amon.

Voto: 2,5/5

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