mercoledì 11 settembre 2013

James Wan

Saw - L'enigmista (2004)
Dead Silence (2007)
Death Sentence (2007) - 2/5
Insidious (2010)
L'evocazione - The Conjuring (The Conjuring) (2013) - 3/5
Oltre i confini del male - Insidious 2 (Insidious: Chapter 2) (2013)

Wan (1977), malese naturalizzato australiano, è uno dei nomi più noti nel campo dell'horror post 2000. Il suo Saw, oltre a dare origine ad una delle saghe più longeve della storia del genere, ha ridefinito ai confini dell'horror, sdoganando un torture-porn per le masse. Regista molto competente, a volte è penalizzato da sceneggiature non all'altezza.

-Death sentence
USA 2007 - azione/thriller - 110min.

A un buon padre di famiglia viene ucciso il figlio prediletto da un teppista come rito di iniziazione nella sua banda criminale. L'uomo si vendica uccidendolo. Inizia un'escalation di sangue.

Mischiando Il giustiziere della notte a The Punisher, Wan ricava un film splatter d'azione che, se non fosse per l'interpretazione di Kevin Bacon (sempre bravo), lascia il tempo che trova. Il difetto principale è nella sceneggiatura, priva di qualsivoglia guizzo vincente e spesso ridicola. Wan ci mette del suo nelle violente scene d'azione ed in un virtuosistico piano sequenza ambientato in un parcheggio multipiano. Musiche fuoriposto, stonate rispetto alla narrazione.
C'è però una cattiveria e un disincanto nel dipingere l'America (le città, con le loro poche famiglie dabbene rimaste, sono preda di guerre tra bande come le favelas sudamericane, e la violenza quotidiana del mondo riduce gli uomini a bestie)  che la scintillante e pulitina Hollywood se li sogna.

Voto: 2/5

-L'evocazione - The Conjuring
USA 2013 - horror/religioso - 112min.

Un caso di infestazione affrontato nel 1971 dai coniugi Warren, indagatori del paranormale: una casa colonica nel Rhode Island in cui si è appena trasferita la famiglia Perron è luogo di manifestazione di oscure presenze.

Chi non conosce i coniugi Warren probabilmente non ha mai visto un film della saga Amityville Horror o Il messaggero - The Haunting in Connecticut, altri celebri horror basati su casi  indagati dai due. Il film si inserisce appieno nel filone della case infestate, cui lo stesso James Wan - che anche qui coglie l'occasione per mettere in scena il suo feticismo per le bambole - si era già cimentato nel precedente (e più originale) Insidious. L'impronta è chiaramente fideistica, tanto che lo si può definire un film religioso (un po' come L'esorcista), ed in base a questo approccio regia e sceneggiatura si sono mosse nell'orchestrazione dell'intreccio (a lieto fine grazie a Dio) e della messinscena (suspence da jhorror, senza truculenze nè morti violente) improntata alla suspense. Ormai i fan dell'horror conoscono a menadito le situazioni proposte, ciò non toglie che l'abile Wan riesca ad imbastire momenti di sicuro impatto (altre volte invece tende a ritardare un po' troppo il momento clou). Ciò è possibile anche grazie a personaggi meno stereotipati del solito, fra cui spiccano senz'altro i coniugi Warren (interpretati con convinzione da Patrick Wilson, già presente in Insidious, e Vera Farmiga, quantomai a suo agio in questa prova nell'horror), sorta di esorcisti laici dalla fede incrollabile ma di umana fragilità.

Credo che questo tipo di film funzioni sempre grazie al suo concept di base: il mostro in casa è fra i topoi dell'horror più paurosi perchè mina alle fondamenta il nostro senso di sicurezza domestica, colpendoci nei luoghi più intimi della privacy e degli affetti. Gli scrittori hanno fatto un lavoro apprezzabile soffermandosi su questa componente, in particolare circa il rapporto fra madre e prole che viene rovesciato e diventa, da generatore di vita quale è, orribile e mortifero. Questi gli accorgimenti che permettono e The Conjuring di scorrere agilmente pur fra tutti i triti snodi narrativi tipici del filone (arrivo nella casa, prime manifestazioni, acuirsi dei fenomeni, aiuto esterno con gli esperti che esaminano la casa e ne indagano la storia, discesa nell'incubo e gran finale spettacolare).

Ottima la fotografia di John R. Leonetti, che sguazza nelle ombre ma con la capacità di non farci perdere alcun dettaglio nè di affaticarci la vista, azzeccate le apocalittiche musiche di Jospeh Bishara.

Voto: 3/5

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