mercoledì 25 settembre 2013

Danny Boyle

Piccoli omicidi tra amici (Shallow Grave) (1994)
Trainspotting (1996)
Una vita esagerata (A Life Less Ordinary) (1997)
The Beach (2000)
28 giorni dopo (28 Days Later) (2003)
Millions (2004)
Sunshine (2007)
The Millionaire (Slumdog Millionaire) (2008)
127 ore (127 Hours) (2010)
Happy and Glorious – cortometraggio (2012)
In trance (Trance) (2013) - 2,5/5

Boyle (1956), inglese, è regista, sceneggiatore e produttore. Sim è cimentato nei generi più svariati, ha alvrato con alcuni talenti anglofoni (James Franco, Leonardo Di Caprio, Ewan McGregor) ed ha raggiunto la notorietà con Trainspotting, cult movie sulla gioventù tossica scozzese. Nel 2009 Ha vinto l'Oscar per Miglior Regia cn The Millionaire.

-In Trance
GB 2013 - thriller/drammatico/azione - 101min.

Simon (James McAvoy) lavora in una casa d'aste. Durante un tentativo di furto segue le procedure per mettere in salvo un prezioso dipinto, ma viene tramortito da uno dei criminali (Vincent Cassel) che si appropria della sua borsa. Scoperto che tale borsa è vuota, il gruppo di malviventi sequestra Simon per farsi dire dove ha nascosto il quadro. Tuttavia Simon è affetto da amnesia conseguente un colpo in testa infertogli durante la rapina. Per fargli ritornare la memoria si decide quindi di mandarlo da un'ipnotista (Rosario Dawson) che lo aiuti a ricordare.

Un "thriller psicologico" (ormai questa definizione significa tutto e niente) che si diverte a ribaltare la carte in tavola varie volte prima dell'ultima mezz'ora che consta sostanzialmente di un lungo spiegone di quanto visto precedentemente, in modo da non lasciare alcun punto oscuro, con una sgradevole sensazione di vanità autoriale che sembra dirci "Avete visto che storia imprevedibile che siamo riusciti ad imbastire? Avete visto quanto siamo fighi?". Fino a quel punto la narrazione risulta abbastanza coinvolgente ed imprevedibile, con la giusta aura di mistero, salti avanti e indietro nel tempo che un po' chiariscono un po' confondono, la bravura del terzetto di attori principali a reggere la pellicola sulle loro spalle, o meglio sulla loro mimica. James McAvoy offre un'interpretazione convincente, risultando finalmente adatto al ruolo (mica come in The Avengers), Vincent Cassel è maligno come al solito e la sua faccia basta ad inquietare, Rosario Dawson si offre con disponibilità totale alla videocamera.

Stilisticamente la pellicola si affida ad una fotografia per lo più notturna ed ombrosa, ma non si sottrae ad ariosi interni illuminati dalla luce del giorno, specie nello studio della dottoressa (a tal proposito: ma esistono davvero ipnotisti come quelli descritti nel film?); la regia di Boyle non è esagitata come al solito, tuttavia si diverte a spaziare su vari registri, da quello calmo e descrittivo della commedia a quello frenetico e sporco dell'action dell'ultima parte. Il maledettismo che pervade i protagonisti inoltre rimanda al noir, sfiorato in vari momenti della pellicola. La musica elettronica di Rick Smith è funzionale anche se troppo presente in connubio con scene al ralenti per un effetto fin troppo enfatico.

In definitiva si tratta di un thriller che parte da buone premesse narrative e conta su un cast affiatato. Peccato per il deficit di scrittura nella seconda parte, che non sa elaborare un modo meno noioso di dipanare la matassa all'infuori dell'estenuante flashback chiarificatore ed autocompiaciuto.

Voto: 2,5/5

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