domenica 18 agosto 2013

James Mangold

Dolly's Restaurant (Heavy) (1996)
Cop Land (1997)
Ragazze interrotte (Girl, Interrupted) (1999)
Kate & Leopold (2001)
Identità (Identity) (2003)
Quando l'amore brucia l'anima (Walk the line) (2005) - 3/5
Quel treno per Yuma (3:10 to Yuma) (2007)
Innocenti bugie (Knight & Day) (2010)
Vegas - serie TV, episodio pilota (2012)
Wolverine - L'immortale (The Wolverine) (2013)

Mangold (1963), è un regista americano che ha affrontato i generi più disparati.

-Quando l'amore brucia l'anima
USA 2005 - biografico - 130min.

Titolo italiano più imbecille di così non si poteva, per questa biopic su Johnny Cash (1932-2003), icona del country americano, che copre ellitticamente gli anni dell'infanzia (di cui affronta principalmente l'esperienza traumatica della morte dell'amato fratello maggiore a causa di un incidente con una sega circolare) e della gioventù nell'esercito (di stanza in Germania addetto alle intercettazioni radio nell'epoca della guerra di Corea) per incentrarsi sugli anni degli esordi musicali fino alla travagliata relazione extraconiugale con la cantante June Carter, che sposerà a fine anni '60 riemergendo dal baratro anfetaminico nel quale stava inabissandosi. In realtà la vita di Cash proseguì per molti decenni non meno interessanti dei primi, ma il film si concentra soprattutto sulle sue magagne sentimentali (il primo matrimonio andato a rotoli, la reticenza di June ad accettare le sue profferte) ed il suo problematico rapporto con le droghe, da cui la Carter lo ha probabilmente salvato.

Oltre all'efficace ricostruzione ambientale il film si avvale di un cast eccellente fra cui spicca un quantomai nella parte Joaquim Phoenix, il cui talento mimetico è pari alle sue doti canore (tutti gli attori cantano non doppiati). Ovviamente altro fiore all'occhiello del film è la colonna sonora, con molti successi di Cash e non solo (si sentono Roy Orbison, Elvis Presley ed altri). La scelta del materiale narrativo renderà difficile per chi non conosce l'artista capire appieno il fascino e la potenza esercitata sul pubblico americano, e quindi il suo successo strepitoso sulla scena musicale USA a cavallo fra i '50 e i '60. Anche per questo sarebbe stato interessante approfondire il lato professionale di Cash, mettendone in risalto le doti di scrittore e poeta, l'importanza della permanenza in Europa in gioventù (con il suo lavoro "d'orecchio" per i militari e le prime esperienze musicali con i commilitoni). Così invece sembra tutto accadere un po' per caso, appiattendo la complessità del personaggio, del quale anche la componente religiosa (così travagliata ed oscillante nel corso dell'intera vita) è quasi del tutto taciuta. La direzione sentimentale di Mangold non è comunque disprezzabile, anzi: la forza del sentimento che lega Cash alla Carter lo rendono quasi coraggioso in una Hollywood sempre meno incline al romanticismo (che non è da confondere con la melassa fintissima ed indigesta di molte commedie americane). A queste scene intime si contrappone il dinamismo nervoso delle scene dei concerti, in cui Phoenix/Cash si rivela un assoluto animale da palcoscenico.
La visione in lingua originale è d'obbligo, i sottotitoli nei numeri musicali (a meno che conosciate già le canzoni in questione) sono consigliati.

Voto: 3/5

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