lunedì 1 luglio 2013

Elia Kazan

Un albero cresce a Brooklyn (A Tree Grows in Brooklyn) (1945)
Boomerang - L'arma che uccide (Boomerang!) (1947)
Mare d'erba (The Sea of Grass) (1947)
Barriera invisibile (Gentleman's Agreement) (1947)
Pinky, la negra bianca (Pinky) (1949)
Bandiera gialla (Panic in the Streets) (1950)
Un tram che si chiama Desiderio (A Streetcar Named Desire) (1951) - 4/5
Viva Zapata! (Viva Zapata!) (1952)
Salto mortale (Man on a Tightrope) (1953)
Fronte del porto (On the Waterfront) (1954)
La valle dell'Eden (East of Eden) (1955)
Baby Doll - La bambola viva (Baby Doll) (1956) - 3/5
Un volto nella folla (A Face in the Crowd) (1957)
Fango sulle stelle (Wild River) (1960)
Splendore nell'erba (Splendor in the Grass) (1961)
Il ribelle dell'Anatolia (America, America) (1963)
Il compromesso (The Arrangement) (1969)
I visitatori (The Visitors) (1972)
Gli ultimi fuochi (The Last Tycoon) (1976)

Kazan (1909-2003), americano, fu uno dei principali registi dell'epoca classica, dei cui dettami fu piuttosto incurante.Fu anche regista teatrale e vinse l'Oscar per miglior regia 2 volte, nnel 1948 per Barriera Invisibile e nel 1955 per Fronte del porto. Fu tra i fondatori del celebre Actor's Studio di New York (assieme a Cheryl Crawford e Robert Lewis). Sottoposto ad interrogatorio durante il periodo del maccartismo, deenunciò diversi suoi colleghi; il fatto lo rese inviso ad una parte della comunità cinematografica americana.

-Un tram che si chiama Desiderio
USA 1951 - drammatico - 122min.

Adattamento del testo teatrale di Tennessee WIlliams del 1947: A New Orleans arriva Blanche (Vivien Leigh), vedova alcolizzata sull'orlo della pazzia, che avendo perso la proprietà immobiliare della famiglia va a vivere dalla sorella, sposata con il rude manovale ed ex soldato Stanley (Marlon Brando). La convivenza genera tensioni e conflitti.

Sebbene il testo sia stato limato nelle sue dimensioni erotiche (taciuto l'affaire di Blanche con un suo studente, che ne ha causato il licenziamento dal ruolo di insegnante; taciuta l'omosessualità del marito suicida della donna) il film conserva tuttora una grande forza espressiva, sia grazie all'interpretazione degli attori (figli dell'Actor's studio e quindi del metodo Stanislavskij) sia grazie ad una messinscena che al posto del realismo preferisce un'espressionismo ombroso e notturno, ambientando quasi tutto il film nel tetro appartamento della coppia sposata, un tugurio sporco avvolto in sudici tendaggi. Tutto sa di sporco e malato nel film, dai sentimenti che muovono i protagonisti, al loro misterioso passato, alla natura animalesca non solo di Stanley ma di tutti i personaggi maschili, alla disposizione alla follia di quelli femminili, agli ambienti degradati della periferia urbana.
E' un film oggi impossibile da replicare, sia per l'eleganza della sceneggiatura, con dialoghi come non se ne scrivono più, sia per il nichilismo estremo, probabilmente insostenibile per molto pubblico mainstream odierno, abituato ad una Hollywood ormai molto diversa.
Peccato per la colonna sonora, di secondaria importanza.

Voto: 4/5

-Baby Doll - La bambola viva
USA 1956 - commedia/drammatico - 114min.

In qualche sperduta contrada del Mississippi, un mercante di cotone (Karl Malden) che naviga in cattive acque dal punto di vista economico, ha il suo unico piacere nella moglie molto più giovane di lui (Carroll Baker), che potrà deflorare una volta compiuti in 20 anni. Nel frattempo se la prende con il suo rivale in affari (Eli Wallach), bruciandogli lo stabilimento. Per tutta risposta lui gli concupissce la ragazza cui estorce la cofnessione del crimine del marito.

Dramma sentimental-popolare scritto da Tennessee Wlliams, che si sofferma sulla tensione erotica del triangolo e le sue conseguenze nefaste sulla psiche del maschio. Con sfumature razziste (i negri che si rotolano per terra come maiali) e sprezzo della figura femminile (già dal nome, Baby Doll è solo una bambola di carne contesa da maschi arrapati) Kazan imbastisce un  film a metà tra commedia e dramma, iniziando su toni leggeri, proseguendo con una lunga parentesi farsesca (la seduzione della ragazza da parte del rivale del marito avviene tramite una lunga sequenza ludica che rimanda alla comicità cinetica del muto) ed un'ultima parte notturna tesa sul filo della nevrosi collettiva. Più che il collerico personaggio del marito o la passiva lascivia di Baby Doll, rimane impressa l'intensa interpretazione di Eli Wallach che passa con invidiabile naturalezza da un registro istrionico ad uno dimesso, da mattatore a seduttore a diabolico macchinatore.
Evidente il debito con il visconiano Ossessione nell'impianto generale.

Voto: 3/5

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