sabato 29 dicembre 2012

Sergio Castellitto

Libero Burro (1999)
Non ti muovere (2004)
La bellezza del somaro (2010)
Venuto al mondo (2012) - 3,5/5

Castellitto (1953), italiano, nasc ecome attore teatrale. Dirige poi poi alcuni lavori in teatro, a partire dal 1996. La recitazione rimane il suo ambito principale, che lo vede impegnato anche in diversi film a partire dagli anni '80, e collabora con importanti registi nostrani come Ferreri e Bellocchio. Si cimenta nella regia cinematografica a partire dal 1999, ed ottiene un discreto successo con il suo secondo film da regista, Non ti muovere, grazie anche alla presenza di Penelope Cruz, che ricompare nel suo quarto film, Venuto al mondo.

-Venuto al mondo
Italia/Spagna/Croazia 2012 - drammatico/guerra/sentimentale - 127min.

Gemma (Penelope Cruz) va a Sarajevo con il figlio Pietro (Pietro Castellitto) dopo aver ricevuto la chiamata di un vecchio amico, Gojko (Adnan Haskovic), conoscuto anni prima durante un viaggio in Bosnia nel 1984. Questa telefonata riapre una lunga e triste storia di amore e sofferenze patite da Gemma a partire da quel viaggio: l'incontro con il giovane fotografo americano Diego (Emile Hirsch) ed il conseguente idillio amoroso tra i due a Roma (che passa anche attraverso un matrimonio di convenienza fatto da lei, poi finito in divorzio), il suo deterioramento a causa del dramma interiore provato da Gemma alla scoperta della sua infertilità, la ricerca di una ragione per cui vivere che riporta entrambi nella Sarajevo prossima alle devastazionni della guerra civile, la decisione di affittare l'utero di una madre surrogata, l'esuberante/provocante/equivoca musicista Aska (Saadet Aksoy). Questa scelta determinerà il destino dei tre.

Ritorno in gran forma per Castellitto alla sua quarta prova da regista, ancora una volta un film scritto con la moglie (si tratta dell'adattamento del suo omonimo  romanzo).
Il film ha un intreccio complesso che si dipana in diversi anni (1984-1992 principalmente, con un presente imprecisato negli anni '00)e in diversi luoghi (principalmente Roma e Sarajevo), con uno sfondo storico tutt'altro che rassicurante (guerra civile bosniaca) che aleggia minaccioso sulla storia personale dei protagonisti. Fondamentalmente è un film sentimentale eccentricamente commistionato al socio/storico (o meglio incastrato in tale cornice), in realtà però la pellicola è incentrata sulla figura di Gemma e della sua maternità impossibile (il titolo del film si riferisce ovviamente al figlio Pietro).
Di solito i film che trattano della psicologia femminile o del mondo femminile in generale, ma che sono diretti da registi uomini, mi lasciano qualche perplessità sulla verosimiglianza dei sentimenti trasposti sullo schermo, ma in questo caso si tratta dell'adattamento di un libro di un autrice che è anche moglie del regista, quindi mi pare tutto sommato accettabile.

La mano di Castellitto è forse un po' enfatica in alcuni punti, soprattutto per quanto riguarda alcune scelte di montaggio (ad esempio i frequenti ralenti con sottofondo musicale, che sebbene non risultino melensi o poco appropriati alle situazioni rappresentate potevano essere ridotti di numero), tuttavia non si avverte mai un senso di pesantezza eccessiva o di forzature di trama, nemmeno nei momenti più drammatici (dopotutto in una situazione di guerra civile è ovvio qualche momento di strazio umano). Il film ci mette un po' a decollare perchè affastella svariate tematiche già dal suo inizio - peraltro inizia da subito a giocare con salti avanti e indietro nel tempo che ricostruiscono il quadro completo solo a fine film, per la gioia di chi ama il  coup de théâtre - ma presto lo spettatore acquista familiarità con nomi e volti e riesce a seguire gli eventi senza problemi. Grande cura è stata riposta nella fotografia (che affronta in modo ispirato varie condizioni di luce ed ambienti) e nei movimenti di macchina, non frequenti ma tutti ben scelti e mai invasivi . Degna di nota la colonna sonora, con molti pezzi famosi - da Springsteen ai Nirvana - uniti a piacevoli musiche originali.

Venuto al mondo è un film bilanciato fra gioie e drammi dei rapporti sentimentali, incursioni misurate nel melò, interesse verso tristi avvenimenti storici a noi prossimi (temporalmente e geograficamente), ed un senso finale di destino ineluttabile nient'affatto consolatorio, sebbene la chiusa del film sia su note più liete del suo inizio: una pace ritrovata cui Gemma perviene solo dopo anni di sofferenza.
Vuol essere un discorso di portata universale o solo il tentativo di costruire un intreccio appassionante per un pubblico disposto ad emozionarsi? Difficile dirlo, ma in ogni caso il secondo punto è sicuramente raggiunto, complice un cast che ho trovato (e non lo dico praticamente mai) perfetto.

Voto: 3,5/5

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