sabato 22 dicembre 2012

Craig Viveiros

StereoStep (2006) (corto)
Back to Back (2007) (corto)
The Road to Vengeance (2009) (corto)
Ghosted (2011)
Lost in Italy (2011)
The Liability (2012) - 3/5

Viveiros, inglese, hha iniziato lavorando per la tv come regista pubblicitario e di corti. E' co-fondatore della casa di produzione London Film and Media.

-The Liability
UK 2012 - noir - 92min.

Adam (Jack O'Connell) vive con la madre e il secondo marito di lei, un potente gangster. Non facendosi troppe domande sugli affari di Pete (Peter Mullan), Adam passa tutto il giorno a videogiocare. Un giorno però sfascia la macchina di Pete, e per ripagarlo accetta un incarico affidatogli dal medesimo: fare da autista al killer Roy (Tim Roth), che deve sbrigare una faccenda adottando il modus operandi di un serial killer che sta colpendo in quei giorni, in modo da sviare le indagini. Però durante l'atto vengono visti da una ragazza: da quel momento una serie di eventi metterà la vita di entrambi in pericolo.

Un bel noir di ambientazione contemporanea, molto divertente, di un grottesco umorismo british, che strizza l'occhio anche agli action americani ed anche a Winding Refn, specie nel sagace uso della colonna sonora (scena d'apertura sulle note di "Una rotonda sul mare") combinata con il ralenti. Bel cast con O'Connell attivissimo al festival di Torino (due ruoli da protagonista) ed un sempre valido Tim Roth. Più che i personaggi conta il garbuglio della storia, con continui colpi di scena e protagonisti che passano continuamente dal ruolo di cacciatore a quello di preda.

Il film è intrattenimento puro senza ambizioni contenutistiche particolari: il lavoro è tutto sulla forma. Bella in questo senso la fotografia e soprattutto il montaggio: questi due fattori permettono la costruzione di un ritmo bilanciato fra momenti distesi ed ironici e fulminanti scene d'azione in cui non si risparmia il sangue. Intrattenimento violento insomma, ma niente sesso: non si può avere tutto!

L'inizio può apparire confusionario e disarticolato; una volta che il film prende quota, arrivati alla mezz'ora, è però difficile non farsi prendere dagli eventi: in questo senso il merito è della sceneggiatura di John Wrathall, tenuta nel cassetto per circa un decennio, tirata fuori e rimaneggiata con l'aiuto dei produttori Richard Johns e Rupert Jermyn, che l'hanno resa meno cupa e più spiritosa.

Nessuna originalità particolare (come detto, l'idea è vecchia di anni), ma ciò dimostra solo la sempiterna attualità del noir, che come il western è un genere destinato a fasi crescenti e calanti di diffusione, costituendo sempre un piacevole svago.

Voto: 3/5

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