domenica 26 agosto 2012

Antonio Pietrangeli

Il sole negli occhi (1953)
Amori di mezzo secolo (1953) - Episodio Girandola 1910
 Lo scapolo (1955)
Nata di marzo (1957)
 Souvenir d'Italie (1957)
Adua e le compagne (1960)
 Fantasmi a Roma (1961)
La parmigiana (1963)
La visita (1963) - 3/5
Il magnifico cornuto (1964)
Io la conoscevo bene (1965)
Le fate (1966) - Episodio Fata Marta
Come, quando, perché (1969)

Pietrangeli (1919-1968) si formò nelle storiche riviste di critica cinematografiche italiane "Bianco e nero" e "Cinema" prima di passare dietro la macchina da presa. Si è specializzato in commedie incentrate su personaggi femminili. E' morto annegato durante le riprese del suo ultmo film, uscito postumo.

-La visita
Italia 1963 - commedia - 107min.

Un bibliotecario romano (François Périer) va a far visita ad una contadina (Sandra Milo) che abita in un paesino sul Po. Conosciutisi tramite annuncio sul giornale, sono entrambi alla ricerca di una sistemazione famigliare ed economica. Entrambi si rivelano, per diversi motivi (lei per petulanza e semplicità campagnola, lui per cinismo e spocchia piccoloborghese) persone sgradevoli, rese tali dalla solitudine.

Un'agra commedia che costituisce oggi un interessante ritratto d'ambiente contadino della pianura padana di metà anni '60. Le valide interpretazioni dei protagonisti (in scena praticamente per tutto il film) consentono di entrare in empatia con dei personaggi ed un mondo ormai estraneo a noi individui metropolitani moderni; la regia asciutta e la scrittura accorta fanno trapelare i risvolti psicologici e caratteriali che i due tentano di nascondersi l'un l'altro, invano: le negatività umane si rivelano da piccoli gesti (la rottura della lampada ed il suo goffo cammuffamento, le frasi dette sottovoce o gli sguardi di rimprovero, l'infantile e fastidiosa civetteria di lei o le arie da gradasso di lui); difficile dire se le persone siano ridotte ad esseri meschini dalla società o se sia la società a funzionare male per colpa dell'insita negatività dell'uomo. Ma il riconoscimento dei propri limiti ed errori può essere il primo passo verso un miglioramento. Il finale aperto non si spinge più in là; così il film si chiude senza enunciare verità sulla vita, ma lasciando aperte delle possibilità. Ciò può infastidire, ma è in linea con il tono in definitiva leggero della commedia, che si lascia seguire con simpatia e con qualche spunto prettamente umoristico.

Voto: 3/5

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