lunedì 5 settembre 2011

Yasujirō Ozu

1927 La spada della penitenza 懺悔の刃 (Zange no yaiba) Film perduto
1928 Sogni di gioventù 若人の夢 (Wakodo no yume) Film perduto
1928 Una moglie smarrita 女房紛失 (Nyobo funshitsu) Film perduto
1928 Zucca カボチャ (Kaboocha) Film perduto
1928 Una coppia in movimento 引越し夫婦 (Hikkoshi fufu) Film perduto
1928 Un bel fisico 肉体美 (Nikutaibi) Film perduto
1929 La montagna del tesoro 宝の山 (Takara no yama) Film perduto
1929 Giorni di gioventù 学生ロマンス 若き日 (Wakaki hi)
1929 Rissa tra amici in stile giapponese 和製喧嘩友達 (Wasei kenka tomodachi) Degli originari 115 minuti, ne sono stati rinvenuti solo 14
1929 Mi sono laureato, ma... 大学は出たけれど (Daigaku wa detakeredo) Degli originari 70 minuti, sono stati rinvenuti solo 12.
1929 La vita di un impiegato 会社員生活 (Kaishain seikatsu) Film perduto
1929 Bambino che non si ferma mai 突貫小僧 (Tokkan kozo)
1930 Introduzione al matrimonio 結婚学入門 (Kekkongaku nyumon) Film perduto
1930 Passeggiate allegramente! 朗かに歩め (Hogaraka ni ayume)
1930 Sono stato bocciato, ma... 落第はしたけれど (Rakudai wa shitakeredo)
1930 La moglie di quella notte その夜の妻 (Sono yo no tsuma)
1930 La vendetta dello spirito di Eros エロ神の怨霊 (Erogami no onryo) Film perduto
1930 La fortuna è ai miei piedi 足に触った幸運 (Ashi ni sawatta koun) Film perduto
1930 Ojosan お嬢さん (Ojosan)
1931 La signorina e la barba 淑女と髭 (Shukujo to hige)
1931 I travagli della bellezza 美人と哀愁 (Bijin aishu) Film perduto
1931 Il coro di Tokyo 東京の合唱 (Tokyo no gassho)
1932 La primavera proviene dalle donne 春は御婦人から (Harn wa gofujin kara) Film perduto
1932 Sono nato, ma... 生れてはみたけれど (Umarete wa mita keredo) - 3/5
1932 Dove sono finiti i sogni di gioventù? 靑春の夢いまいづこ (Seishun no yume imaizuko)
1932 Fino al nostro prossimo incontro また逢ふ日まで (Mata au hi made) Film perduto
1933 Una donna di Tokyo 東京の女 (Tokyo no onna)
1933 La donna della retata 非常線の女 (Hijosen no onna)
1933 Capriccio passeggero 出来ごころ (Dekigokoro)
1934 Una madre dovrebbe essere amata 母を恋はずや (Haha o kowazuya)
1934 Storia di erbe fluttuanti 浮草物語 (Ukigusa monogatari)
1935 Una ragazza innocente 箱入娘 (Hakoiri musume) Film perduto
1935 Kagamijishi 菊五郎の鏡獅子 (Kagamijishi)
1935 Una locanda di Tokyo 東京の宿 (Tokyo no yado)
1936 L'università è un bel posto 大学よいとこ (Daigaku yoitoko) Film perduto
1936 Figlio unico ひとり息子 (Hitori musuko) - 3,5/5
1937 La ragazza che cosa ha dimenticato? 淑女は何を忘れたか (Shukujo wa nani o wasureta ka)
1941 Fratelli e sorelle della famiglia Toda 戸田家の兄妹 (Todake no kyodai)
1942 C'era un padre 父ありき (Chichi ariki)
1947 Il chi è di un inquilino 長屋紳士録 (Nagaya Shinshiroku)
1948 Una gallina nel vento 風の中の牝鶏 (Kaze no naka no mendori)
1949 Tarda primavera 晩春 (Banshun) - 4/5
1950 Le sorelle Munekata 宗方姉妹 (Munekata kyōdai)
1951 Il tempo del raccolto del grano 麥秋 (Bakushu)
1952 Il sapore del riso al tè verde お茶漬けの味 (Ochazuke no aji)
1953 Viaggio a Tokyo 東京物語 (Tokyo monogatari)
1956 Inizio di primavera 早春 (Soshun)
1957 Crepuscolo di Tokyo 東京暮色 (Tōkyō boshoku)
1958 Fiori d'equinozio 彼岸花 (Higanbana) - 3/5
1959 Buon giorno お早よう (Ohayo)
1959 Erbe fluttuanti 浮草 (Ukigusa)
1960 Tardo autunno 秋日和 (Akibiyori)
1961 L'autunno della famiglia Kohayagawa 小早川家の秋 (Kohayagawa-ke no aki)
1962 Il gusto del sakè 秋刀魚の味 (Sanma no aji)

Ozu (1903-1963), giapponese, ha focalizzato la sua attenzione sul nucleo portante della società giapponese, ovvero l'istituzione familiare, studiata attraverso decenni in tutte le sue sfaccettature. Un cinema realista ma anche molto poetico.

-Sono nato, ma...
Giappone 1932 - commedia - 88min.

Film muto, trasmesso da Rai3 con voce narrante che traduce le didascalie in giapponese.

Periferia di Tokyo. Un uomo, impiegato con moglie e due figli, è alle dipendenze di un signorotto che riverisce in modo ossequioso. I due fratellini a scuola sono vittime delle angherie di alcuni ragazzini, fra i quali anche il figlio del capo del padre. I due non vogliono andare più a scuola, ma vengono scoperti dal padre, che li esorta a non attaccar briga con i loro compagni. Riuscita l'integrazione, il figlio del padrone li invita assieme ad altri amichetti a casa loro in occasione della proiezione di un film, cioè filmini famigliari di vario tipo, fra cui anche delle gag realizzate dal padre dei due bambini per compiacere il padrone. Indignati, i due fratellini scoprono che al mondo esiste la subordinazione gerachica tra le persone che contano e gli umili lavoratori a loro assoggettati.

Nei toni di una commedia leggera e divertente Ozu affronta temi importanti fra cui l'analisi dei rapporti famigliari, cui tiene molto e che costituisce uno dei cardini di tutta la sua opera. Proprio perchè poco pretenzioso il film è godibile e spesso emotivamente coinvolgente. E' una lucida (e non disperata) riflessione sui rapporti di forza tra le persone che sempre sono esistiti e sempre esisteranno, e sulla loro accettazione serena e consapevole. Tutti bravi, i bambini specialmente e non solo i due fratellini protagonisti.

Voto: 3/5

-Figlio unico
Giappone 1936 - commedia/drammatico - 85min.

Iil film nizia nel 1923 nella zona rurale di shinshu, nel Gaippone centrale: una amdre vedova è combattuta circa l'opportunità d mandare il figlioletto bambino a studiare a Tokyo: da un lato vorrebbe per lui un'istruzione come si deve, dall'altro vorrebbe che le rimanesse accanto nella vecchiaia; inoltre c'è il problema economico delle spese di mantenimento. su pressione del precettore del bambino e di quest'ultimo acconsente ed il bambino parte. Nel 1936 la madre parte alla volta della capitale per rivedere il figlio, ma scopre che i suoi sogni non si sono realizzati: egli svolge un mdesto lavoro di insegnante in corsi serali, ha moglie e figlio a carico e vive in un modesto apparamento in periferia.

Ozu realizza nel 1936 il suo primo film sonoro: qualche arcaicismo si nota nella mimica degli attori, ancora abituati alle espressioni facciali esagerate del cinema muto. Questo è forse l'unico difetto che si possa riscontrare nel film. Neorealista prima del neorealismo, il maestro nipponico inquadra come sempre il tema del legame genitori-figli nell'ottica del distacco prima, dell'amarezza poi; tutti sono dispiaciuti nel film: la madre per la sorte del figlio (che comunque esorta a non arrendersi, a continuare a lavorare duramente per migliorare la propria condizione), il figlio per la sensazione di aver deluso e disilluso le speranze della madre. E' la storia di molteplici sconfitte: oltre a membri della famiglia, anche il precettore (l'attore feticcio di Ozu Chishû Ryû) ha dovuto abbandonare il suo lavoro e aprire una tavola calda. Ozu è sferzante nei confronti dell'ideologia nazifascista che stava imperando all'epoca nel suo paese: i soli segni della rpesenza di tali ideologie sono alcuni poster appena visibili che inneggiano alla Germania ed una scena in cui il figlio porta la madre al cinema a vedere un film sonoro tedesco, durante il quale la madre si assopisce; questa scena è anche una dichairazione di intenti registica: non tediare lo spettatore con un fiume dialogico, ma usare i lsonoro in modo accorto, non a discapito della contemplazione e della forza delle immagini (ecco eprchè, ad esemio, fa seguire alle scene di dialogo ampi momenti di silenzio: dà il tempo allo spettatore di riflettere su quanto ha sentito). Malgrado il suo pessimismo di fondo Ozu si premura comunque di sottoolineare gl iaspetti positivi dei suoi personaggi, ed apre anche ad uno spiraglio di speranza nel prefinale: il cinema del maestro un icnema di brave persone vessate dal destino o dalle regole sociali, contraddistinte da un pudico dolore, una scnera abnegazione ed una sostanziale rassegnazione di fronte agli eventi che il singolo non  in grado di controllare.
stilisticamente Ozu ha già raggiunto la pienezza del suo inconfondibile modus operandi: camera raso terra (che richede la creazione di un sostegno apposito ed esige che l'operatore si sdrai al suolo per manovrarla) per adattarla agli spazi delle case giapponesi dove non ci sono sedie, camera fissa e ripresa a 50mm., moderato uso della colonna sonora e mai in sovrapposizione ai dialoghi.
Il finale raggiunge un picco di emotività a dir poco struggente: altro che i lacrima movies italiani!
Il tema del viaggio degli anziani genitori verso al grande città per andare a trovare i figli sarà ripreso nel capolavoro Viaggio a Tokyo.
Qualche perplessità circa alcuni raccordi non sempre chiari, ma forse è un problema di usura della pellicola.

Voto: 4/5

-Tarda primavera
(Banshun) di Yasujiro Ozu - Giappone 1949 - commedia - 108min.

Dopo la guerra Ozu più che mai fa i conti con l'istituzione famigliare e la sua disgregazione, la difficoltà del dover/poter/voler mantenere i rapporti, il passaggio all'età adulta e l'assunzione di responsabilità. Tutti temi presenti in questo film pudico e garbato, profondamente giapponese, dunque triste, nostalgico e malinconico, ma anche gioioso e commovente.

Un uomo ormai anziano e vedovo, ma non privo di legami sociali, vive con la figlia che, affezionatissima a lui, lo accudisce dedicadoglisi devotamente. Ma la figlia è ormai ventisettenne, ed il padre è preoccupato che per tale attaccamento finisca per non sposarsi. Fa dunque di tutto per trovarle un marito, riuscendovi; di fronte alle sue remore il padre le dice di volersi risposare in modo tale da non dover stare solo dopo il matrimonio. Le ha mentito, ma lei gli crede, e accetta di sposarsi.

Ozu è un grande cantore dei rapporti umani, e raramente la forza delle emozioni e stata così ben rappresentata sullo schermo. L'empatia con i personaggi è fortissima, se si supera velocemente la barriera del "film d'epoca". Con la cinepresa sempre immobile ed i frequenti primi piani dei personaggi che conversano, la storia è raccontata con un ritmo rilassato e disteso, squisitamente descrittivo più che narrativo. Molte le belle sequenze, in particolar modo (e forse proprio grazie alla sua intrinseca difficoltà di comprensione da parte degli spettatori occidentali) la lunga sequenza al teatro kabuki.
Buona la recitazione, anche se ora risulta un pò troppo impostata e artificiosa.
Trasmesso da Rai3.

Voto: 4/5

-Fiori d'equinozio
(彼岸花 Higanbana) di Yasujiro Ozu - Giappone 1958 - commedia - 118min.

Primo film a colori di Ozu, tratto da un racconto di Ton Satomi, affronta il tema del cambiamento della famiglia giapponese negli anni '50.

Wataru Hirayama (Shin Saburi), uomo d'affari dalla posizione lavorativa invidiabile, vuole accasare la figlia maggiore, ormai in età da marito, che rifiuta il sistema del matrimonio combinato dai genitori, come era usanza comune nel vecchio Giappone. Un giorno Hirayama fa la conoscenza del giovane impiegato Taniguchi, innamorato della figlia (e ricambiato), che ne chiede la mano. Il padre fa molta fatica ad accettare il matrimonio per amore, senza garanzie economiche particolari e soprattutto non deciso da lui. Si creerà una situazione conflittuale tra padre e figlia che, anche grazie al ruolo di mediatrice della moglie di Hirayama, Kiyoko (Kinuyo Tanaka), si risolverà in un lieto fine.

Pur con la novità del colore, è un film in pieno stile Ozu; il regista tratta delle sue tematiche preferite (l'evoluzione dell'istituzione familiare giapponese ed i rapporti tra i suoi membri) con il suo consueto immobilismo di macchina, il suo incedere pacato e rilassante, il tratteggio variegato delle psicologie dei personaggi, la musica tradizionale e l'eleganza dell'inquadratura.  Ozu sembra fare un unico, lunghissimo film, mantenendo sempre lo stesso stile, concentrandosi sempre sullo stesso tema ma adottando di volta in volta prospettive differenti. Per questo motivo anche Fiore d'equinozio costituisce una visione piacevole e a tratti affascinante, anche per la sua valenza storico-sociale.

Voto: 3/5

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