domenica 11 settembre 2011

Shinya Tsukamoto

Genshi San Tsubasa (cortometraggio), 1974
Jigokusho Shoben Geshuku Nite Tondayo (cortometraggio), 1979
The phantom of Regular Size (cortometraggio, 1986)
Le avventure del ragazzo del palo elettrico (Denchu Kozo no Boken) (mediometraggio, 1987) - 2/5
Tetsuo - The iron Man (1989) - 3,5/5
Hiruko the Goblin (Yokai hanta - Hiruko, 1990)
Tetsuo II: Body Hammer (1992) - 2,5/5
Tokyo Fist (1995)
Bullet Ballet (1998)
Gemini (Sōseiji, 1999)
A Snake of June (Rokugatsu no hebi, 2002)
Vital (2004) - 3/5
Haze (mediometraggio, 2005)
Nightmare Detective (2006) - 2,5/5
Nightmare Detective II (2008)
Tetsuo: The Bullet Man (2009)


Tsukamoto Shinya è, insieme a Kitano e Miike, uno di più noti ed originali registi del cinema giapponese contemporaneo. Tsukamoto è forse il primo tra questi ad essersi conquistato una fama tra gli amanti del cinema underground al di fuori del suo paese grazie all'opera cyberpunk Tetsuo-the iron man (1988), riprendendo ed esasperando al limite della sopportazione visiva i concetti già espressi da Cronenberg in Videodrome (1983), ed in parte ripresi sempre da Cronenberg in Crash(1996). Il bianco e nero sgranato, il montaggio convulso, la musica martellante, l'umorismo macabro e la scarsità di budget furono elementi che contribuirono a renderlo un piccolo cult per gli appasionati di visioni al di fuori della norma. Qualche anno dopo Tsukamoto ne girò il seguito (che proprio seguito non è) Tetsuo II-body hammer (1992). Pochi al di fuori del Giappone hanno però avuto l'occasione di visionare un mediometraggio (fra le prime pellicole professionali del regista) girato con lo stesso stile, che anticipa più o meno i temi di Tetsuo e che quindi merita di essere qui inserito, L'avventura del ragazzo del palo elettrico (Denchu Kozo no boken, 1987), recentemente presentato in italia in uno splendido cofanetto della rarovideo che raccoglie anche i due film successivi.
Col film A Snake of June conquista definitivamente fama internazionale.

-L'avventura del ragazzo del palo elettrico - (Denchu Kozo no Boken) -Giappone 1987 - fantastico (fantascienza) - 47 min.

Nel giappone moderno, uno studente che ha sulla schiena un grande palo elettrico è innamorato di una studentessa. Un giorno, mentre si ferma a parlare con lei è proiettato nel futuro da una macchina del tempo. In questo futuro un gruppo di vampiri domina ormai il mondo avendo oscurato la luce solare con un fumo prodotto da dei loro marchingegni. I vampiri stanno ora elaborando una nuova macchina che garantirà l'oscuramento perenne del cielo, ma dovranno vedersela col prescelto ragazzo del palo elettrico, l'unico in grado di riportare la luce su un mondo di tenebre....
Questo mediometraggio di una quarantina di minuti contiene già alcuni tipici elementi dei successivi Tetsuo: bianco e nero, rallentamenti e velocizzazioni, tecnica del passo uno (per maggiori info vedere qui: http://it.wikipedia.org/wiki/Stop-motion ) musica caotica (per non parlare della trama!), inquadrature intricatissime e angolazioni impossibili, almeno una donna seminuda. Tsukamoto realizza un film decisamente originale ed insolito, lontano dal mainstream ed anche dalla distribuzione vhs (in Giappone imperava l'OV-cinema, film realizzati appositamente per il mercato home-video), in effetti non riesco ad immaginare che Tsukamoto avesse girato questa pellicola con l'intenzione di destinarla ad un pubblico in particolare. Possiamo dire che gli sia servito come preparazione per Tetsuo, sicuramente più compiuto ed in generale più bello di questo singolare, ma in definitiva insulso film. La brevità della pellicola non premette infatti la costruzione di una storia elaborata (questo aspetto caratterizza anche Tetsuo, ma in quel caso le idee furono meglio sfruttate). Il film dà proprio l'idea di uno stravagante esercizio di regia riservato al regista e a pochi suoi amici. non so dirvi in che misura sia stato distribuito e quanto successo abbia fatto, sicuramente comunque non sarà stato notato da molti, visto che per il successivo il regista dovette pagare praticamente tutto di tasca sua! In definitiva è una pellicola interessante giusto per chi ama cose insolite o per i fan sfegatati di Tsukamoto, per il resto è un divertissement fine a sè stesso senza particolari note di merito. L'aspetto forse più interessante è la concentrazione del regista su di un soggetto singolo, emarginato e su cui grava un pesante fardello, idea ripresa anche in Tetsuo, ed in generale la rappresentazione di una società fredda e insensibile.
Voto: 2/5

-Tetsuo - the iron man Giappone 1988 - fantascienza/thriller/horror - 67 min.

Questo film è il compimento del percorso iniziato col precedente mediometraggio. Racconta la storia di un qualunque impiegato della tetra e mostruosa società giapponese odierna che, dopo essere stato investito da una macchina, inizia piano piano a trasformarsi in un essere metallico, con sommo orrore di lui medesimo e della sua compagna. Dovrà scontrarsi con un altro iron man (lo stesso Tsukamoto) cattivo, con cui finirà per fondersi in una repellente biomacchina che correrà all'assalto della società che lo ha prodotto.
Più che Miike Takashi, Tsukamoto ricorda molto Cronenberg, se non nello stile, quantomeno nelle tematiche: la perdita di identità (M.Butterfly, Inseparabili, Spider) la fusione uomo macchina in cui è il primo a diventare dipendente dalla seconda e ad essere al servizio di questa (Crash, Videodrome) e, ovviamente, la mutazione (Il pasto nudo e soprattutto La mosca, che ha più di un'analogia con questo film e col suo seguito).se però Cronenberg descrive la mutazione in modo lento ed inesorabile, con pellicole tetre e di stampo horror, Tsukamoto fa l'opposto realizzando film brevi (Tetsuo dura poco più di 60 minuti), con montaggio frenetico, musica elettronico-industriale a palla e sequenze velocizzate, oltre ad un pizzico di humor assai macabro come il pene-trivella di Tetsuo che trapana la compagna durante un'amplesso. Tetsuo è l'uomo moderno che non è più solo uomo, sta mutando, ma non per questo evolvendo, in un cyborg programmato per annientare ogni cosa, primi tra tutti gli esseri umani, specie primitiva che è causa dell'abominio uomo-macchina, iron man pieno di collera e incontrollabile. Diretto, montato, fotografato e interpretato dal suo regista, Tetsuo è un film estremo, inusuale, mutante ed alieno che può disgustare o avvincere. Sicuramente colpisce.
Comparto audio di prim'ordine.
Voto: 3,5/5

-Tetsuo II - Body Hammer Giappone 1992 - fantascienza/thriller.

Si introduce il colore, i movimenti di macchina si fanno meno convulsi, la trama più elaborata. Una versione di Tetsuo più "commerciale"? In realtà, anche se ripetere giova, Tsukamoto ha intelligentemente evitato di riproporre lo stesso identico film con questo secondo; riprendendo invece ancora una volta uno dei migliori Cronenberg (Brood - la covata malefica, 1979), trasforma l'idea dell'incarnazione delle nostre pulsioni negative in esseri deformi, dell' incarnazione delle nostre rabbie e paure in schifose armi metalliche che scaturiscono dal corpo e permettono ad un gruppo di cavie, agli ordini dello scienziato pazzo di turno, di sfogare così i propri isitinti omicidi. Quando il doc sperimenta, senza saperlo, sul fratello di quello che è il più forte dei suoi cyborg, innescherà una reazione a catena che porterà morte e distruzione, a cominciare dalla sua. Film più articolato e anche per questo più accessibile del precedente, Tetsuo II rimane comunque un prodotto underground, e continua il discorso iniziato coi film precedenti. Se nel Palo elettrico l'anomalia (che non era ancora una vera mutazione) poteva essere la scintilla in grado di rivoluzionare il nostro futuro dandogli una speranza, ed in Tetsuo si analizzava invece l'annichilimento dell'uomo moderno trasformato in pericolo mortale per l'umanità intera, in Body hammer l'uomo-macchina, oltre ad essere la naturale conseguenza del nostro tipo di soicetà e non più un'isolata anomalia, sebbene potenzialmente pericoloso, può essere addomesticato e ridotto a puro ingranaggio di quel mondo di vetro e cemento che sono i grattacieli di Tokyo (stupendamente ripresi all'inizio del film), grazie all'amore. Finita la carneficina, il mostro biomeccanico chiede alla sua compagna di eliminarlo ma lei per amore non lo fa. I due, grottesca versione moderna de la Bella e la Bestia, si aggirano tristi e spaesati per le vie di una megalopoli in cui ci sono più edifici che esseri umani: un mondo del metallo in cui vivere, per un uomo-macchina, non è impossibile. triste, desolante, ingiusto, opprimente, ma non impossibile. Da notare infatti come in questo film non sia la società la causa della mutazione, ma un unico soggetto folle (anzi due), mentre la società, pur fredda e distante, continua per la sua strada. Dalla rabbia siamo passati all'indifferenza, la totale apatia. Difficile giudicare cosa sia peggio.
Concludendo il film non è all'altezza del predecessore, anche se contiene buone idee e ha il pregio di non ripetersi eccessivamente pur presentando una situazione a tratti troppo simile alla pellicola precedente.
Voto: 2,5/5

-Vital
Giappone 2004 - drammatico - 85min.

Hiroshi Takagi (Tadanobu Asano) perde fidanzata e memoria a seguito di un incidente automobilistico. Ripresosi, ricomincia a frequentare i corsi di medicina all'università. Al corso di dissezione gli viene assegnato proprio il cadavere della sua ragazza, Ryoko Ohyama (Nami Tsukamoto), che poco prima di morire espresse il suo desiderio di donare il corpo alla scienza. Hiroshi è in gruppo di studio di cui fa parte anche Ikumi Yoshimoto (Kiki), depressa cronica con tendenze autolesioniste che si innamora di lui. Hiroshi però non può contraccambiare, convinto che il legame con Ryoko non si sia del tutto interrotto nemmeno con la morte della ragazza, che gli appare continuamente in sogno.

Film sull'elaborazione del lutto ambientato in un luogo in cui si è giornalmente a contatto con la morte (ma chi non lo è, in fondo?), è un film originale nella trattazione dei temi dell'attaccamento ai defunti e dei rapporti famigliari, girato in modo ellittico con frequenti parentesi oniriche, i cui colori vivi e luminosi contrastano con la cupezza grigio-bluastra della realtà: meglio morire che vivere? In realtà Hiroshi si trova in una specie di limbo, è come un'anima senza identità che deve sforzarsi di rinascere, di tornare a vivere ed apprezzare la vita. Il finale si chiude nella speranza, il che è insolito per il nichilismo giapponese ma non per Tsukamoto, nei cui tristi e desolati film si intravede sempre un filo di luce alla fine del tunnel.
Fotografia ricercata. Colonna sonora anonima. Gli attori sono bravi (per quel poco che devono dire) e Tadanobu Asano con i capelli lunghi (quasi icona christi) fa effetto per chi l'ha visto in Ichi The Killer.
Un po' lento e criptico, può annoiare se non si è in vena.

Voto: 3/5

-Nightmare Detective
(Amuku Tantei) di Shinya Tsukamoto - Giappone 2006 - thiller/horror - 134min.

Un serial killer è in grado di introdursi nei sogni (vi ricorda qualcosa?) di aspiranti suicidi (ah, ecco l'originalità!) per dar loro una morte particolarmente cruenta. Si dà il caso che un giovane, il "detective" del titolo (fa molto Dylan Dog) sia in grado di entrare nei sogni delle persone, e viene contattato dalla polizia per dare una mano a risolvere il caso. Lui non ne vuol sapere, ma visto che così il film non andrebbe avanti, dopo un pò accetta l'incarico.

Questo film, che non ha dalla sua originalità, brevità e leggerezza, se la cava ugualmente con un paio di personaggi ben tratteggiati (ben fatto soprattutto il cattivo, interpretato dallo stesso Tsukamoto), e scene oniriche molto ben costruite ed inquietanti; andandoci piano con lo splatter e girando tutto in digitale (probabilmente per il budget ridotto) il regista nipponico crea suspence con movimenti frenetici della videocamera, che normalmente indurrebbero solo una gran nausea. Desolazione e depressione ai massimi livelli, topoi del j-horror e del cinema di Tsukamoto.
Nulla di speciale però, per un prodotto consigliabile più che altro ai fan del regista.
Sottotitolato e distribuito in Italia dallo Rarovideo.

Voto: 2,5/5

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