venerdì 2 settembre 2011

Kenji Mizoguchi

Ai ni yomigaeru hi ("Il giorno in cui torna l'amore") (1923)
Kokyō ("Il paese natale") (1923)
Seishun no yumeji ("Sogni di gioventù") (1923)
Jōen no chimata ("Un mondo di desiderio") (1923)
Haizan no uta wa kanashi ("Triste è la canzone del vinto") (1923)
813 (1923)
Kiri no minato ("Il porto nella nebbia") (1923)
Haikyo no naka ("Fra le rovine") (1923)
Yoru ("Notte") (1923)
Chi to rei ("Sangue e anima") (1923)
Tōge no uta ("La canzone del passo montano") (1923)
Kanashiki hakuchi ("Il povero idiota") (1924)
Akatsuki no shi ("Morte all'alba") (1924)
Gendai no joō ("La regina del nostro tempo") (1924)
Jose wa tsuyoshi ("Le donne sono forti") (1924)
Jinkyō ("Mondo banale") (1924)
Shichimenchō no yukue ("Dov'è sparito il tacchino") (1924)
Samidare zōshi ("Cronaca delle piogge di maggio") (1924)
Kanraku no onna ("Una donna di piacere") (1924)
Kyokubadan no joō ("La regina del circo") (1924)
Musen fusen ("Niente soldi niente guerra") (1925)
Gakusō o idete ("Finiti gli studi") (1925)
Daichi wa hohoemu ("La terra sorride") (1925)
Shirayuri wa nageku ("Il giglio bianco si lamenta") (1925)
Akai yōhi ni terasarete ("Allo splendore del tramonto rosso") (1925)
Gaijō Suketchi ("Sketches di città") (1925)
Ningen ("Un uomo") (1925)
Furusato no uta ("La canzone del paese natio") (1925)
Nogi taishō to Kuma-San ("Kumasan e il generale Nogi") (1925)
Dōka ō ("Il re delle monete di rame") (1926)
Kaminingyō haru no sasayaki ("Il mormorio primaverile di una bambola di carta") (1926)
Shin ono ga tsumi ("La mia colpa - Nuova versione") (1926)
Kyōren no onna shishō ("Una maestra follemente innamorata") (1927)
Kaikoku danji ("Il figlio del paese marino") (1927)
Kane ("I soldi") (1927)
Kō-on ("La grazia imperiale") (1927)
Jihi shinchō ("Il cuculo") (1927)
Hito no isshō ("La vita di un uomo") (1928)
Musume Kawaiya ("Mia cara figlia") (1928)
Nihonbashi (1929)
Asahi wa gagayaku ("La luce del mattino risplende") (1929)
Tōkyō kōshinkyoku ("La marcia di Tokyo") (1929)
Tokai kōkyōgaku ("Sinfonia metropolitana") (1929)
Furusato ("Il paese natio") (1930)
Tōjin okichi ("Okichi, l'amante dello straniero") (1930)
Shikamo karera wa yuku ("Nonostante tutto vanno avanti") (1931)
Toki no ujigami ("La divinità protettrice del momento") (1932)
Manmō kenkoku no reimei ("L'alba del Manchukuo e della Mongolia") (1932)
Taki no shiraito ("Il filo bianco della cascata") (1933)
Gion maturi ("La festa di Gion") (1933)
Jinpōren ("Il gruppo Jinpu") (1935)
Aizō tōge ("Il passo montano dell'amore e dell'odio") (1935)
Orizuru Osen ("Osen delle cicogne di carta") (1935)
Maria no Oyuki ("Oyuki la vergine") (1935)
Gubijinsō ("Il papavero") (1935)
Naniwa hika ("Elegia di Osaka") (1936)
Gion no shimai ("Le sorelle di Gion") (1936)
Ayenkyō ("L'abisso dell'amore e dell'odio") (1937)
Roei no uta ("La canzone dell'accampamento") (1938)
Aa kokyō ("Ah la mia terra") (1938)
Zangiku monogatari ("Racconto dei tardi crisantemi") (1939)
Naniwa onna ("Una donna di Osaka") (1940)
Geidō ichidai otoko ("La vita di un attore") (1941)
La vendetta dei 47 ronin (Genroku chōshingura) (1941)
Danjurō sandai ("Tre generazioni di Danjuro") (1944)
Miyamoto Musashi (1944)
Meitō bijomaru ("La splendida spada di Bijomaru") (1945)
Hisshōka ("Canto per la vittoria") (1945)
Jōsei no shōri ("La vittoria delle donne") (1946)
Cinque donne intorno a Utamaro (Utamaro o meguru gonin no onna) (1946)
Joyū Sumako no koi ("L'amore dell'attrice Sumako") (1947)
Donne della notte (Yoru no onnatachi) (1948)
Waga koi wa moenu ("Il mio amore brucia") (1949)
Yuki fujin ezu ("Il ritratto della signora Yuki") (1950)
Oyōsama ("La signora Oyō") (1951)
Musashino fujin ("La signora di Musashino") (1951)
Vita di O-Haru, donna galante (Saikaku ichidai onna) (1952)
I racconti della luna pallida d'agosto (Ugetsu monogatari) (1953) - 5/5
Gion bayashi ("La musica di Gion") (1953)
L'intendente Sansho (Sanshō dayū) (1954)
Uwasa no onna ("Una donna di cui si parla") (1954)
Amanti crocifissi (Chikamatsu monogatari) (1954) - 4/5
Yōkihi ("L'imperatrice Yang Kwei-fei") (1955)
Shin Heike monogatari ("Nuova storia del clan Heike") (1955)
La strada della vergogna (Akasen chitai) (1956)

Mizoguchi (1898-1956) è stato uno dei più importanti registi giapponesi. Nato in una famiglia poverissima (la sorella maggiore fu venduta come geisha), inizia a lavorare nel mondo del cinema per conto della Nikkatsu, ma la quasi totalità dei 47 film diretti in questo periodo (decennio '20.'30) è ormai perduta. In seguito lavorò per la maggior parte della sua carriera alla Daiei, di cui fu anche direttore. Autore di film poetici, intrisi di una grande pietà per la figura umana e per l'esaltazione del sentimento amoroso (spesso ostacolato da elementi socio-culturali), il suo cinema è focalizzato molto sulle figure femminili, di cui il regista mette a nudo i tumulti emozionali ed il ruolo sociale. Per meglio focalizzarsi sulla descrizione emozionale, la sua camera è quasi sempre fissa, ed alterna inquadrature dall'organizzazione pittorica ad intensi primi piani dei protagonisti.

-I racconti della luna pallida d'agosto
(Ugetsu monogatari) di Kenji Mizoguchi - Giappone 1953 - drammatico/fantastico - 93min.

Da due racconti di Akinaru Ueda (1734-1809; letterato e poeta), L'albergo di Asaji e La lubricità del serpente, contenuti nella raccolta Ugetsu monogatari del 1776, ispirata a racconti tradizionali cinesi, rielaborati ed ambientati in Giappone.

Nel tardo XVI secolo, nella regione del lago Biwa (nord-est di Kyoto), infuria la guerra civile. Due coppie di contadini (Genjuru e sua moglie Miyagi; il di lui fratello Tobei con la consorte Ohama) vivono pacificamente in campagna. Genjuru, abile vasaio, riesce a vendere al mercato i suoi oggetti per molti soldi, e pensa di dedicarsi esclusivamente a tale attività con l'aiuto di Tobei, che accetta ma in realtà sogna di aggregarsi a qualche samurai e partire in cerca di fama e ricchezze. I sogni di entrambi sono spazzati via dall'arrivo delle truppe del comandante Shibata Katsuie (1522-1583), al soldo di Oda Nobunaga (iniziatore dell'unificazione del Giappone sotto gli Shogun fino al 1868); i soldati razziano e distruggono il paesino, ma fortunatamente i vasi cotti durante la notte sono integri. I quattro li caricano su una barca e prendono il largo. A causa del pericolo rappresentato dai pirati, Miyagi si separa dal gruppo assieme al figlioletto, mentre gli altri proseguono alla ricerca di una città dove poter vendere gli oggetti scampati alla razzia. Da qui una serie di eventi sciagurati porta alla separazione dei vari personaggi, ognuno dei quali vive avventure più o meno tragiche. In un finale malinconico, finita la guerra civile la vita riprende come prima, con la consapevolezza dell'impossibilità di riottenere quella pacifica felicità che aveva contraddistinto la vita tranquilla dei personaggi prima di essere accecati dall'idea di profitti e ricchezze materiali.

Film imperdibile. Per mezzo di una narrazione allegorica con intermezzi fantastici (elemento inedito nella filmografia del regista), il film esalta la semplicità di una vita famigliare, il cui raggiungimento è il massimo obiettivo che ci si possa augurare; non servono soldi o ricchezze in quantità quando si hanno gli affetti. Si mostra anche come la volontà di profitto a tutti i costi non solo non sia necessaria, ma possa anche essere dannosa per sè e per gli altri.
Mizoguchi tratta temi universali con il suo classico attaccamento ai personaggi, per cui prova tenerezza e compassione. La commistione tra ricostruzione storica e invenzione fiabesca è un'operazione quasi rivoluzionaria per l'epoca, e la narrazione spiccia senza tempi morti assicura un coinvolgimento non indifferente. Tecnicamente ineccepibile (degna di nota la fotografia elegante e suggestiva), recitato benissimo, questo film è un indubbio capolavoro del cinema, consigliabile a chiunque e fondamentale per gli appassionati della settima arte.
Leone d'argento a Venezia 1953.

Voto: 5/5

-Amanti crocifissi
(Chikamatsu monogatari) di Kenji Mizoguchi - Giappone 1954 - drammatico - 97min.

Kyoto 1683. Per una serie di sfortunate coincidenze Mohei (Kazuo Hasegawa), che lavora per lo stampatore imperiale, è accusato di essere l'amante della moglie del suo padrone. L'adulterio è un reato punibile con la crocifissione. La donna, di nome Osan (Kyoko Kagawa), decide di abbandonare il tetto coniugale, stanca dei comportamenti del marito (che fra l'altro importuna frequentemente la servetta O-Tama) fuggendo di casa assieme a Mohei. Questo comportamento sembra però la conferma delle accuse di cui sono tacciati, così lo stampatore, di nome Ishun (Eitaro Shindo), dà ordine alle sue guardie di ricercare i due rei in tutta la regione. Durante la fuga, inaspettatamente Mohei si dichiara alla donna, confessandole di essere realmente innamorato di lei.

Omnia vincit amor! Film commovente che crede profondamente nella purezza dei sentimenti, ispirato ad un dramma di Monzaemon Chikamatsu (1653-1724), è il tipico film orientale in grado di estasiare un pubblico occidentale per la fascinazione che il modo di vivere di laggiù esercita su di noi. La ritualità e la compostezza fanno da schermo ad un tumulto di sentimenti, imprigionati dalle ferree regole della morale tradizionale. I due protagonisti affrontano serenamente il loro destino, consci di aver infranto la legge, perchè la forza del sentimento che li unisce è tale da non far loro desiderare altro. Insomma un approccio completamente differente al nostro modo di pensare; basta considerare come si conclude "Il laureato" per farsi un'idea di quanto siano differenti la forma mentis nostra e loro. Tenendo la telecamera quasi sempre immobile, Mizoguchi compone immagini raffinate ed occulta l'artificialità della messa in scena, concentrando tutta l'attenzione sugli attori. I due interpreti principali rendono con efficacia i loro tristi personaggi, per i quali è impossibile non provare tenerezza e pietà. Momenti memorabili: la dichiarazione di Mohei sulla barca e la visita al vecchio padre: quanto pathos, quanta emozione!
La musica tradizionale contribuisce a calare lo spettatore nell'atmosfera di un mondo ormai scomparso; sarebbero possibili oggi sentimenti così autentici? Mizoguchi invita a subordinare la ragione al cuore, gli interessi ai sentimenti.
Imperdibile.

Voto: 4/5

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