venerdì 19 agosto 2011

Robin Hardy

The Wicker Man (1973) - 3,5/5
The Fantasist (1986)
The Wicker Tree (2011)

Hardy (1929), inglese, è noto principalmente per il notevole The Wicker man, film che non ha mai ricevuto distribuzione in Italia, ma che nonostante ciò vanta schiere di appassionati anche nel nostro paese per le sue indubbie qualità. In seguito relegato solo a compiti di scrittura, sta per tornare alla regia con The Wicker Tree che, pur non essendo nè un seguito nè un remake del suo film più noto, ne è comunque legato nelle tematiche, ed inoltre coinvolge nuovamente l'attore Christopher Lee.

-The Wicker Man
di Robin Hardy - GB 1973 - fantastico/giallo - 100min. (director's cut)

Il sergente di polizia Howie, cristiano devoto e osservante, riceve una lettera anonima inerente la scomparsa di una ragazzina sull'isola Summerisle, famosa per l'esportazione di mele. Giunto sull'isola viene accolto benevolmente, ma nessuno sembra conoscere la bambina in questione. Nel corso delle sue indagini, Howie si rende conto che la comunità isolana ha abbandonato il culto cristiano in favore di un neopaganesimo incentrato sul culto della vita e l'esaltazione della sfera sessuale, in armonia con la natura e gli elementi. Inorridito dai comportamenti licenziosi dei nativi, il sergente ha inoltre il sospetto che gli si stiano deliberatamente nascondendo indizi importanti per la risoluzione del caso. La ragazzina scomparsa sembra essere collegata ad un misterioso rituale che si sta per compiere.

Inedito in Italia (passato solo su satellite) questo film è probabilmente uno dei più originali mai fatti: un po' film d'investigazione (elemento che mantiene alta l'attenzione dello spettatore), un po' fantastico e thriller (specie nel finale), un po' musical (moltissime le parti cantate, tutte molto piacevoli), ricco di elementi inquietanti per cui molti lo considerano un horror (anche per la partecipazione di un Chirstopher Lee in piena forma). Ambiziosi intenti di confronto fra la religione di "fede e ragione" ed un culto primitivo e amorale: interessante notare come entrambe siano mostrate nei loro pregi e difetti; nella prima metà del film il regista (anche se forse la pellicola appartiene di più allo sceneggiatore Anthony Shaffer) sottolinea il contrasto fra il bigottismo di Howie, che si aggira per l'isola sempre più scandalizzato, e la gioia degli isolani, che vivono in comunione con le "energie vitali" del pianeta e ad esse si abbandonano (da qui il canto ed il sesso, ma anche la danza); nella seconda metà del film tuttavia, il culto pagano si svela in tutta la sua cecità e primitivismo, e si è più propensi a sostenere la razionalità del diligente poliziotto. Tale scontro è destinato a risolversi in una sconfitta per entrambe le parti: del sergente nel tragico, agghiacciante e potentissimo finale (che è rimasto nella storia anche per il geniale artificio scenico che dà il titolo al film), degli isolani perchè, sebbene non si veda nel film, si intuisce che stanno andando incontro alla loro fine.
La portata concettuale del film però non è supportata da un adeguato apparato tecnico, che lo fa a tratti sembrare amatoriale: le riprese sembrano essere fatte tutte con una sola videocamera, con il risultato che molte scene presentano la medesima composizione (soprattutto le scene di dialogo, con i personaggi ai lati dell'inquadratura e ripresi di profilo o di tre quarti); la telecamera inoltre è sovente un pò troppo mossa, ed il montaggio manca un pò di dinamismo e ritmo.
Aggiungiamo poi il fatto che alcune sequenze sono ormai irrimediabilmente perdute (uscito originariamente con una durata di 88', nel 2001 è stato redistribuito in una director's cut di 100', ma il negativo integrale non è stato ritrovato), cosicché il risultato è un film parzialmente riassemblato ma comunque monco.
Anche così The Wicker Man risulta una visione inconsueta e stimolante, quà e là geniale, contenente numerosi spunti di riflessione.
Da vedere più volte.

Voto: 3,5/5

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