domenica 28 agosto 2011

Jee-won Kim

The Quiet Family (Joyonghan Gajok) (1998)
The Foul King (Banchikwang) (2000)
Coming Out (film 2000) (2000)
Three (film) (episodio: Memories) (2002)
Two Sisters (Janghwa) (2003) - 3/5
Bittersweet Life (Dalkomhan insaeng) (2005)
The Good, the Bad, the Weird (Joheun nom nabbeun nom isanghan nom) (2008)
I Saw the Devil (Akmareul boattda) (2010)

Kim (1964), sudcoreano, ha realizzato diverse pellicole di stampo thriller/horror di indubbio fascino, ma la sua arte spazia per i generi più diversi.

-Two Sisters
(Janghwa, Hongryeon) di Jee-woon Kim - Corea del sud 2003 - horror - 115min.

Due sorelle, Soo-mi e Soo-yeon, tornano, dopo un periodo di tempo non specificato, alla casa paterna in campagna, dove le aspetta, oltre al padre, la donna con cui l'uomo convive, sua collega di medicina (ciò si evince da alcune vecchie fotografie). La relazione fra le tre protagoniste è complicata, perchè le sorelle nutrono un risentimento apparentemente ingiustificato verso la donna, che da parte sua non fa molto per rimediare. presto la situazione degenera, complice uno spirito inquieto che sembra serpeggiare tra gli angoli bui della casa, e forse risiedere in un armadio di cui Soo-yeon sembra avere una paura folle...

Questo film solo in apparenza criptico ed ermetico, richiede una buona dose di concentrazione per non perdere il filo della vicenda, soprattutto nella seconda parte, dove presente e passato si con-fondono. L'eleganza raffinata delle scene, supportate da un'ottima fotografia e da un'ambientazione suggestiva, contribuiscono a rendere la pellicola coinvolgente ed ipnotica, e soprattutto a rendere sopportabile la lentezza a tratti estenuante dello svolgimento. Gli attori sono tutti bravi, ed i personaggi ben descritti rendono facile l'affezionarsi del pubblico alle loro vicende. Il colpo di scena finale non è nulla di innovativo, ma risulta comunque efficace. Si tratta di un horror d'atmosfera con sangue e violenza al minimo sindacale, giocato molto più sui rumori ed il mistero. Il classico fantasma femminile fa comunque capolino quà e là per qualche telefonato ma sempre riuscito momento di spavento.
la ricerca spasmodica del colpo di scena tende a rendere la sceneggiatura un pò troppo arzigogolata, in modo tale che, pur dipanando il giallo nel finale, alcuni passaggi risultano oscuri.
E' adatto a chi cerca un horror esteticamente raffinato e narrativamente intricato. Come accade spesso negli horror orientali, la figura maschile è impotente e inerme di fronte agli spaventosi accadimenti; forse perchè la sfera femminile, convenzionalmente ritenuta più emotiva ed irrazionale, può avere un rapporto privilegiato col soprannaturale (o col disagio psichico)?
Rifatto in modo orribile in America con The Uninvited .

Voto: 3/5

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