venerdì 1 luglio 2011

John Boorman

Prendeteci se potete (1965)
Senza un attimo di tregua (1967) - 3,5/5
Duello nel Pacifico (1968)
Leone l'ultimo (1970)
Un tranquillo week-end di paura (1972)
Zardoz (1973)
L'esorcista II - L'eretico (1977) - 2,5/5
Excalibur (1981)
La foresta di smeraldo (1985)
anni quaranta (1987)
Dalla parte del cuore (1990)
Ho sognato di essermi svegliato (1993)
Two nudes bathing (1995)
Oltre Rangoon (1995)
Lumière et compagnie (1995)
The General (1998)
Il sarto di Panama (2001)
In my country (2004)
The tiger's tail (2006)
Memoirs of Hadrian (2010 - in produzione)

Boorman (1933), regista, sceneggiatore e produttore inglese, inizia la sua carriera come documentarista TV. Forse il suo film più noto è "Excalibur", che è considerato una delle migliori trasposizioni cinematografiche del mito di re Artù. Famoso, in senso opposto, è anche "L'esorcista II - L'eretico", seguito del film di Friedkin, esperimento interessante anche se non molto riuscito di commistionare l'horror al fantastico e all'onirico. Fra i suoi maggiori successi c'è sicuramente "Un tranquillo weekend di paura", per i contenuti molto forti all'epoca dell'uscita.

-Senza un attimo di tregua
USA 1967 - thriller/noir/drammatico - 92min.

Un criminale è stato fregato dai restanti membri della banda, che gli sparano e si portnao via i soldi. Lui si vendicherà.

Film incredibilmente in anticipo sui tempi nei modi espressivi, nelle scelte fotografiche, nel ritmo dell'azione, nei virtuosismi stilistici. sembra un film degli anni '80, ed ha sicuramente avuto un'influenza su Tarantino. Da una banale storia di vendetta Boorman ricava un sensuale esperimento di suggestione scopica, attraverso giochi di ombre e colori ed inquadrature anomale che ricordano i vezzi di Orson Welles. Lee Marvin, un po' in là con gli anni, regge comunque bene la parte.
Finale forse un po' frettoloso, inappagante. Un film d'azione che forse piace più ai cinefili che agli amanti del genere per le sue ambizioni stilistiche ed intellettuali.
Grande gusto scenografico, specie nelle decorazioni d'interni.

Voto: 3,5/5

-L'esorcista II: l'eretico
(Exorcist II: The Heretic) di John Boorman - USA 1977 - horror - 103min.

Dopo i fatti de L'esorcista, Regan (Linda Blair) è rimasta traumatizzata, e anche se non lo dà a vedere si ricorda tutto ciò che è successo. E' in cura presso un istituto psichiatrico gestito da una dottoressa che sperimenta con la ragazza un apparecchio ipnotico in grado di far entrare in "sintonia mentale" due persone, in modo che il medico possa "entrare" nelle visioni del paziente. Nel frattempo padre Lamont (Richard Burton) è incaricato dalla Chiesa di ar luce sull'esatta dinamica dei fatti della famosa notte in cui avvenne l'esorcismo ad opera di padre Merrin (Max von Sydow), ed ha assoluto bisogno di parlare con Regan per scoprire l'identità del demone che l'ha posseduta. Scoperto il nome dell'avversario (Pazuzu), Lamont parte per l'Africa alla ricerca dell'unico uomo che il demone sembra temere, uno stregone etiope che in passato ha già affrontato il maligno.

Seguito anomalo di un film che ha fatto epoca, questo sequel si differenzia dal precedente già a partire dall'impostazione stessa del film: onirico e mistico tanto quanto il primo cercava di apparire verosimile e realistico. Boorman evita saggiamente di imitare lo stile del film precedente e, malgrado il debole finale che ricalca il capostipite nei toni apocalittici, ha una prima parte molto originale, completamente estranea alle meccaniche del cinema dell'orrore. Le ambientazioni africane ritraggono un paesaggio che sembra uscito da un racconto di favole, un luogo mentale più che fisico, terra di stregoni e di demoni, in cui il soprannaturale sembra essere un fatto "normale", a dispetto della metropoli americana fredda e razionale. Nonostante la fotografia ricercata ed una funzionale colonna sonora di Morricone, il film soffre però di evidenti limiti, sia tecnici (la scenografia africana è oltremodo artificiosa, gli effetti speciali sono molto meno incisivi del film precedente, dove erano usati con più parsimonia ma con più efficacia) sia recitativi. Rimane un tentativo interessante di affrontare il genere in un'ottica diversa, più astratta che concreta, in bilico fra realtà e sogno.

Voto: 2,5/5

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