domenica 22 maggio 2011

3. Nascita del cinema narrativo

Dopo un breve periodo di crisi (con la scomparsa dei proiezionisti ambulanti), il cinema inizia a costituirsi come arte autonoma, grazie all’evoluzione narrativa che avviene sia in Europa che in America (pur in modi differenti). Malgrado l’assenza di un’attività di montaggio del tutto compiuta, iniziano a nascere i primi “generi”:
-In Francia spopola il “comico”, che sfrutta i trucchi del cinema delle attrazioni e le acrobazie circensi. Due comici famosi dell’epoca erano André Deed (conosciuto in Italia con lo pseudonimo di Cretinetti) e Max Linder, fautore di una comicità più sottile e raffinata. Quest’ultimo fu anche uno dei primi attori ad assurgere a “star” del cinema, strapagato dal più importante distributore francese dell’epoca, Charles Pathé, che aveva creato un intero circuito di sale. Sempre in Francia nasce il “serial” (gruppi di film con personaggi fissi) poliziesco, come Fantomas (1913) o Les Vampires (1915-16).
-In Italia va di moda il film “storico” o “in costume” che ha grande successo grazie ad imponenti scenografie, effetti speciali e scene di massa. Abbondano anche adattamenti letterari come L’inferno (1911) e film comici (come quelli del personaggio Polidor). In questo periodo opera inoltre uno dei padri del cinema italiano, Giovanni Pastrone.
-In America, D.W.Griffith rivoluziona il cinema mettendo a punto il montaggio narrativo.

3.1 Giovanni Pastrone
Direttore della casa torinese Itala Film, era specializzato in film storici imponenti, teatrali e visionari, ma ancora legati ad inquadrature fisse, almeno fino all’innovativo Cabiria (1914), che per la prima volta commistiona compiutamente intenti spettacolari a cura narrativa, oltre ad inaugurare importanti artifici tecnici:
-cambio di inquadratura in una singola scena
-uso del carrello (da lui inventato)
-colonna sonora originale
-collaborazione artistica con D’Annunzio (che scrisse le didascalie)
Pastrone è, fino a quel momento, il regista che più di tutti da vita ad un linguaggio cinematografico.

3.2 David Wark Griffith
Ha realizzato centinaia di brevi film per la casa di produzione Biograph fra il 1908 e il 1913. Con Nascita di una nazione (Birth of a Nation, 1915) riunisce tutte le invenzioni del cinema (primo piano, raccordo sull’asse, dissolvenza...) in un sistema retorico narrativo compiuto. Il montaggio narrativo creato da Griffith consiste nel separare una scena d’insieme in tante inquadrature frammentarie, collegandole con una serie di espedienti:
-Montaggio analitico, che raccorda le inquadrature in tre modi:
raccordo sull’asse (la cinepresa si allontana o avvicina all’oggetto inquadrato rimanendo sullo stesso asse visivo)
raccordo di sguardo (da un personaggio che guarda all’oggetto guardato; si evolverà nella “soggettiva”)
raccordo di movimento (si segue il movimento di un corpo attraverso uno spazio)
-Montaggio alternato, usato per narrare una storia che si dirama in due o più vicende, passando alternativamente dall’una all’altra (ad esempio in The Lonely Villa)
-Montaggio parallelo, usato per narrare storie diverse che però hanno un qualche tipo di legame tematico. (ad esempio A Corner in Wheat)
Il montaggio alternato viene usato più per scopo di intrattenimento, mentre quello parallelo per veicolare messaggi.

Grazie a Griffith il cinema non ha più bisogno di un narratore fisico, in quanto il film è in grado di raccontarsi da solo grazie ad un narratore invisibile che è il regista. Dato che però il cinema è ancora muto ci sono delle didascalie esplicative, che diventano la voce simbolica del regista (Griffith le usa addirittura per esprimere commenti nel/sul film). Scomponendo un’unica inquadratura in tante brevi inquadrature diverse, inoltre, Griffith inventa di fatto la sequenza; così non è più la singola inquadratura che fa il film, ma i rapporti fra inquadrature, la loro gerarchia. Ciò inoltre reinventa cinematograficamente lo spazio/tempo: il montaggio narrativo è la creazione illusoria di una continuità spazio/temporale mediante inquadrature discontinue, girate in luoghi e tempi diversi.
Con il successivo Intolerance (1916) Griffith crea il film sperimentale, didattico e filosofico, usando il montaggio parallelo per raccontare 4 storie di 4 epoche e 4 generi differenti: la caduta di Babilonia (kolossal), la passione di Cristo (religioso), la notte di San Bartolomeo (storico) ed una storia di gangster contemporanei (dramma sociale). Insomma se Nascita di una nazione è una narrazione in prosa, Intolerance è una narrazione poetica.

3.3 Altri maestri del cinema muto americano
Nei primi anni Dieci alcuni produttori si trasferiscono da New York (fino ad allora centro delle produzioni cinematografiche) a Los Angeles e creano Hollywood. Nasce il “producer system”, con cui il regista è di fatto subordinato al produttore (ne parleremo in seguito). Le maggiori case sono Paramount, MGM e First National, più la United Artist, casa indipendente fondata, fra gli altri, da Griffith e Chaplin (molti film di Woody Allen sono prodotti da essa). Le grandi case creano nel 1922 la MPPDA (motion pictures producers and distributors association), divenendo le cosiddette “majors” hollywoodiane (contrapposte alle “minors”, case più piccole e indipendenti). In questo grande meccanismo riescono a mantenersi autonomi alcuni grandi autori americani:
-Mack Sennett
Un genere di successo già a partire dagli anni Dieci era il comico “slapstick” (farse nonsense ipercinetiche) di cui era un maestro Mack Sennett, direttore della casa di produzione Keystone. Egli creò alcuni gruppi di maschere ricorrenti nei suoi film, come i Keystone Cops (poliziotti scemi che inseguono sempre la persona sbagliata) e le Bathing Beauties (avvenenti ragazze in costume da bagno). Per la quantità di trucchi ed effetti si può parlare di film-giocattoli, nè cinema delle attrazioni nè tantomeno cinema narrativo, ma pura idea sovversiva.
-Charlie Chaplin/Buster Keaton
Sono entrambi allievi della scuola di Sennett. Chaplin aveva imparato a Londra l’arte della pantomima, e la combinò al cinema con la figura circense del clown. Diede vita al personaggio di Charlot, simbolo della classe operaia oppressa di cui rappresenta un simbolico riscatto sociale. Il suo cinema è una danza sia del protagonista (che trasforma in ballo qualunque azione) sia della telecamera (inventa il montaggio brevissimo). La narrazione rimane in secondo piano per tutti i suoi film più spiccatamente comici; dopo aver fondato la U.A. si dedicherà maggiormente al melodramma sentimentale e sociale.
Keaton arriva invece a creare un cinema quasi del tutto astratto, tutto basato su equivoci e comportamenti anomali di cose e persone, mondi surreali e privi di ogni logica, narrazioni assurde e parodie di fughe e inseguimenti.
-Eric von Stroheim
Egli, da regista, pretendeva il controllo assoluto su ogni parte del film, e ciò gli causò problemi sia con la censura sia con i produttori, anche perchè i suoi film costavano molto datà la volontà di minuziosa ricostruzione ambientale che pretendeva. Il suo capolavoro è Rapacità (Greed, 1924) in cui unisce realismo e metafora, e sviluppa l’uso della profondità di campo per creare contrasti all’interno della stessa inquadratura. Subì varie traversie produttive che fecero a pezzi la pellicola (dal final cut di 7 ore circa si passò alla versione odierna di 108 minuti); elemento di forte scandalo nei suoi film era la violenza erotica, la carica sensuale delle inquadrature e e l’insistenza sui corpi e la loro sofferenza, che fecero (e fanno) considerare Stroheim fautore di un “cinema della crudeltà”.

3.4 conclusioni: differenze Europa/USA
In America prevale una drammaturgia dell’azione, con un ritmo concitato e inquadrature brevi proprie del montaggio analitico; in Europa prevale invece una drammaturgia dell’anima, con ritmo disteso e contemplativo dato dal ricorso alla profondità di campo; sono differenze che si fanno sentire ancora oggi.

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