giovedì 5 settembre 2013

Pedro Almodóvar

Folle... folle... folle Tim! (Folle... folle... fólleme Tim!) (1978), cortometraggio
Salomé (1978), cortometraggio
Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio (Pepi, Luci, Bom y otras chicas del montón) (1980)
Labirinto di passioni (Laberinto de pasiones) (1982)
L'indiscreto fascino del peccato (Entre tinieblas) (1983)
Che ho fatto io per meritare questo? (¿Qué he hecho yo para merecer esto?) (1984)
Matador (1986)
La legge del desiderio (La ley del deseo) (1987)
Donne sull'orlo di una crisi di nervi (Mujeres al borde de un ataque de nervios) (1988)
Légami! (¡Átame!) (1990)
Tacchi a spillo (Tacones lejanos) (1991)
Kika - Un corpo in prestito (Kika) (1993)
Il fiore del mio segreto (La flor de mi secreto) (1995)
Carne tremula (Carne trémula) (1997)
Tutto su mia madre (Todo sobre mi madre) (1999) - 3/5
Parla con lei (Hable con ella) (2002)
La mala educación (2004) - 3/5
Volver (2006)
Gli abbracci spezzati (Los abrazos rotos) (2009)
La pelle che abito (La piel que habito) (2011) - 3/5
Gli amanti passeggeri (Los amantes pasajeros) (2013)

Pedro Almodóvar (1951) è il più famoso regista e produttre spagnolo vivente, autore di pellicole che emscolano i generi più disparati ed in cui la sessualità, sovente omosessuale, è spesso una componente primaria, sineddotica di una ricerca di identità che sembra attanagliare tutti i suoi personaggi.

-Tutto su mia madre
Spagna 1999 - commedia - 101min.

Una amdre perde un figlio ventenne. Elabora il lutto andando da Madrid a Barcellona, reincontranto un'amica trans e l'ex marito (pure lui trans), entrando in contatto con un'attrice teatrale di cui il figlio aveva cercato di ottenre l'autografo la sera della sua morte.

All'inizio del film madre e figlio guardano Eva contro Eva, ed il ragazzo si lamenta della traduzione de titoli originali, che in quel caso è Tutto su Eva (All About Eve). Giocando su questo potremmo cambiare il titolo dell'opus numero 13 di Almodóvar, trasformandolo in "Mia madre contro mia madre", ed avremo l'indicazione precisa del contenuto del film: le due anime di una madre distrutta dalla perdita filiale, combattuta tra il doloroso ricordo e la voglia di lasciarselo alle spalle e continuare a vivere, e di come per fare la seconda cosa debba affrontare la prima attraverso il rito ancestrale del viaggio, che qui ancor prima che geografico e interiore, nella propria storia personale. Il regista adotta sia il canone drammatico che quello più leggero della commedia, con qualche cedimento: alla prima battuta sul succhiare gli uccelli si ride, alal second asi sorride, alle successive ci si inizia a chiedere se  Almodóvar sia in graod di divertire senza parlare di pompini. Tolte queste eccessive coloriture, rimangono dei personaggi femminili descritti con efficacia e dei transessuali maggiormente grotteschi e sopra le righe.

Voto: 3/5

-La mala educación
Spagna 2004 - commedia/drammatico/sentimentale/giallo/noir - 106min.

Il presente del film è il 1980, con vari ritorni indietro: l'intricata vicenda fa capo a due uomini omosessuali, un produttore ed un attore, cresciuti insieme in una scuola salesiana dove si sono innamorati e dove uno dei due ha subito abusi da parte di padre Manolo, e del loro tentativo di trarne un film autobiografico, con conseguenze imprevedibili che porteranno a galla macchinazioni, false identità e delitti.

Se a volte può sembrare che la storia sia incasinata per il solo gusto di esserlo, è indubbiamente funzionale alla regia che si diverte a mescolare generi e registri tra i più diversi, anche se nella sostanza si tratta di un melodramma sentimentale come spesos nella filmografia dell'autore spagnolo. Il fascino del film è proprio nel suo impianto frammentario e ambiguo che spiazza lo spettatore ribaltando più volte le carte in tavola, ingannandolo più volte ma scusandosi nel finale in cui tutto si chiarisce una volta per tutte. Ai cattolici scandalizzati si può obiettare che 1) il personaggio del prete pedofilo è inserito più per volontà di spettacolo che per anticlericalismo (si condannano le persone in sè, non l'istituzione ecclesiastica)  2) se i casi di pedofilia nella chiesa non fossero sempre più numerosi (forse lo sono sempre stati, ma oggigiorno c'è più informazione) l'idea per questo film non sarebbe nata.
Cast crediblissimo per un divertente esercizio di stile.

Voto: 3/5

-La pelle che abito
Spagna 2011 - drammatico/thriller/grottesco/sentimentale - 117min.

Un medico chirurgo conduece esperimenti segreti di costruzione di epidermide artificale ricorrendo alla transgenesi uomo-maiale (pratica illegale) e usando ocme cavia una donna che tiene segregata in casa. Nel croso del iflm si scopriranno i retroscena della vicenda.

Un buon thriller che dietro cui si cela il dramma sentimentale, argomento tipico del regista spagnolo, che qui si diverte molto ad occuparsi di cambi di identità in modo radicale anche rispetto alle sue opere precedenti; si tratta del suo cinema portato alle estreme conseguenze, in cui è proprio il corpo stesso ad assumere connotati differenti ancor prima dell'identità psicologica dell'individuo (che anzi rimane drammaticamente ancorata alla sua identità originaria). Per certo versi lo si può considerare un horror Cronenebrg-iano. Antonio Banderas è bravissimo, bravi anche i comprimari. La fotografia è la solita, eccezionale del regista, che gioca con schermi e contrasti tra i piani (da manuale l'inquadratura sul primo piano della ragazza che poi si scopre essere una proiezione televisiva). Non mancano anche gli eccessi grotteschi tipici del suo cinema che però stavolta stonano con il resto della pellicola, risultando fuorvianti e fastidiosi. Oltre alla geniale idea di partenza, inoltre, non sembra esserci sufficiente materia narrativa, così si ricorre al lungo e episodio dell'uomo tigre che risulta accessorio ai fini della trama.
Inquietante.

Voto: 3/5

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