martedì 10 settembre 2013

Eiichi Yamamoto

Astro Boy (1964)
Kimba the White Lion (1966)
One Thousand and One Arabian Nights (1969)
Cleopatra (1970)
Belladonna (Kanashimi no Belladonna) (1973) - 3/5
Little Wansa (1973)
Space Battleship Yamato (1974-1975)
Odin: Photon Sailer Starlight (1985)

Yamamoto (1940) è un regista e sceneggiatore cinetelevisivo di anime. Sua la regia di Kimba il leone bianco, da molti considerato la fonte non dichiarata da Disney per il Il Re Leone. Molto noto, almeno nell'ambito dell'animazione, anche il bizzarro Belladonna.

Belladonna
Giappone 1973 - animazione/drammatico/fantastico - 89min.

Terzo ed ultimo film della trilogia Animerama, progetto animato del regista Osamu Tezuka (che ha diretto i primi due, A Thousand & One Nights del 1969 e Cleopatra del 1970) che si proponeva di fare da complemento al fenomeno, nascente in quegli anni, dei pinku eiga, i film a tematica erotica su cui si è spostata la produzione cinematografica giapponese negli anni '70.
Film dalle tematiche adulte, Belladonna è ispirato al libro La Sorcière di Jules Michelet, un saggio sulla storia della stregoneria.Ambientato in un medioevo astorico ed atopico, racconta di due giovani innamorati che vogliono sposarsi. Siccome lui è povero e non può pagare la tassa per il matrimonio al signorotto locale, quest'ultimo reclama lo ius primae noctis con la bella. Traumatizzata dall'esperienza, la ragazza evoca con rabbia e disperazione un demone che, seducendola, la inizia alle arti del piacere sessuale e della stregoneria. Ben presto le magie della donna, unico lenitivo per la popolazione del villaggio decimata dalla peste e vessata dalle tasse del signorotto, diventa invisa a quest'ultimo che la condanna al rogo.
Film dallo stile unico, stilizzato nelle figure umane come una specie di art nuveau ed astratto negli ambienti come la pittura tradizionale giapponese, quasi tutto realizzato a disegni fissi che scorrono come rulli, con pochi elementi "animati" in senso letterale. Sostenuto da un'efficace colonna sonora che mescola prog, jazz e psichedelia, inusuale nelle tematiche che accostano elementi culturali europei (i processi alle streghe) a folklore nipponico (i demoni dello shintoismo); un po' lento l'avvio, ma da metà film in poi la creatività stilistica ed il talento visionario della regia esplodono in una delirante serie di quadri onirici, fra cui si distinguono almeno la possessone demoniaca e l'arrivo della peste.
Un film unico e inimitabile pur con qualche limite, specie in termini di sviluppo narrativo; inoltre se non si accetta di assistere ad un esperimento prima ancra che ad un film, si rischia inevitabilmente la delusione. In definitiva lo si può considerare un Fantasia monotematico in stile giapponese.

Imperdibile per gli appassionati di animazione.

Voto: 3/5

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