venerdì 19 luglio 2013

Ingmar Bergman

Crisi (Kris) (1946)
Piove sul nostro amore (Det regnar på vår kärlek) (1946)
La terra del desiderio (Skepp till India land) (1947)
Musica nel buio (Musik i mörker) (1947)
Città portuale (Hamnstad) (1948)
La prigione (Fängelse) (1949)
Sete (Törst) (1949)
Verso la gioia (Till glädje) (1949)
Ciò non accadrebbe qui (Sånt händer inte här) (1950)
Un'estate d'amore (Sommarlek) (1951)
Donne in attesa (Kvinnors väntan) (1952)
Monica e il desiderio (Sommaren med Monika) (1953) - 2,5/5
Una vampata d'amore (Gycklarnas afton) (1953)
Una lezione d'amore (En lektion i kärlek) (1954)
Sogni di donna (Kvinnodröm) (1955)
Sorrisi di una notte d'estate (Sommarnattens leende) (1955)
Il settimo sigillo (Det sjunde inseglet) (1957)
Il posto delle fragole (Smultronstället) (1957)
Alle soglie della vita (Nära livet) (1958)
Il volto (Ansiktet) (1958)
La fontana della vergine (Jungfrukällan) (1960)
L'occhio del diavolo (Djävulens öga) (1960)
Come in uno specchio (Såsom i en spegel) (1961)
Luci d'inverno (Nattvardsgästerna) (1963)
Il silenzio (Tystnaden) (1963)
A proposito di tutte queste... signore (För att inte tala om alla dessa kvinnor) (1964)
Persona (1966) - 3/5
Stimulantia (1967) - episodio "Daniel"
L'ora del lupo (Vargtimmen) (1968)
La vergogna (Skammen) (1968)
Passione (En passion) (1969)
L'adultera (Beröringen) (1971)
Sussurri e grida (Viskningar och rop) (1973)
Scene da un matrimonio (Scener ur ett äktenskap) (1973)
Il flauto magico (Trollflöjten) (1974)
L'immagine allo specchio (Ansikte mot ansikte) (1976)
L'uovo del serpente (The Serpent's Egg) (1977)
Sinfonia d'autunno (Höstsonaten) (1978)
Un mondo di marionette (Aus dem Leben der Marionetten) (1980)
Fanny e Alexander (Fanny och Alexander) (1982)
Dopo la prova (Efter repetitionen) (1984)
Vanità e affanni (Larmar och gör sig till) (1997)
Sarabanda (Saraband) (2003)

Bergman (1918-2007) è il più celebre regista svedese.

-Monica e il desiderio
Svezia 1953 - drammatico - 96min.

Harry, giovane studente lavoratore, viene avvicinato in un bar dalla sensuale Monica, che lo concupisce. I due abbandonano la civiltà per rifugiarsi in un'estate solitaria immersi nella natura. Quando lei rimance incinta, decidono di tornare in città, dove Harry avrà modo di lavorare per mantenerli. Ma la ragazza sarà fonte di tutte le sue disgrazie.

Un film sensuale, diviso in tre parti: un prologo cittadino che mostra la vita modesta condotta dai due protagonisti, una lunga parte centrale lontana dalla metropoli, che costituisce il trionfo del desiderio, l'abbandono all'istinto, la forza delle passioni, l'immersione panica nel selvaggio, un triste epilogo di nuovo in città. Molti i temi affrontali, che spaziano dal sociologico (documentario sulla condizione del proletariato suburbano) allo psicologico (il desiderio di rivalsa verso una sorte considerata ingiusta, la scelta di seguire l'istinto e rinunciare alla ragione, l'istintività femminile distruttrice della razionalità maschile) con un sospetto di maschilismo. Oggi un po' datato nel suo schematismo, ma eroticamente esplicito per l'epoca. Belle prove recitative ed esordio della collaborazione tra Bergman e l'attrice Harriet Andersson. Musiche enfatiche, fuori posto.
Non fondamentale, ma gradevole.

Voto: 2,5/5

-Persona
Svezia 1966 - sperimentale - 85min.

Un'attrice dell'Elettra scoppia a ridere sul palco e poi si chiude in un mutismo patologico che la porta ad essere internata in una casa di cura dove viene affidata alle cure di una dottoressa che la porta in una villa della clinica in riva al mare dove innesca con la sua paziente uno strano processo di attrazione ed identificazione.

Non è un film molto coeso, questo va detto. La sua influenza sui grandi autori quali David Lynch e Lars von Trier, tuttavia, è evidente. Per questo Persona merita di essere visto oggi, forse è più necessario vederlo ora che alla sua uscita (peraltro incassò poco, sia per il suo piglio sperimentale ed antinarrativo che per la spregiudicatezza, che gli costò qualche taglio da parte della censura), quando forse la sua potenza anticipatoria su alcuni temi futuri di cui si sarebbe occupato il cinema lo rendevano un po' incomprensibile. Il B/N di Sven Nykvist è eccezionale nella sua polivalenza astratta e concreta, e la regia magistrale nel suggerire la progressiva con-fusione fra le due personalità femminili in un'unica entità tramite la sovrapposizione dei corpi e dei volti delle due attrici in molte inquadrature. E' un percorso di identificazione onirico prima e in bilico immaginativo poi, fondato su un misto di attrazione e repulsione reciproca. Le due donne un po' sembrano capirsi ed un po' sembrano incomprensibili a loro stesse: è l'idea della maschera dell'attore che si indossa quotidianamente nei rapporti interpersonali e a volte anche nei confronti di sè stessi.
La non-coesione deriva dagli inserti metafilmici con cui Bergman sospende in più punti la messinscena ricorrendo ad inserti quasi subliminali che personalmente fatico a legare con il resto, ed i troppi monologhi che rendono il film troppo teatrale: basta già la stilizzazione delle scenografie.

Voto: 3/5

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