mercoledì 3 aprile 2013

Henri-George Clouzot

L'assassino abita al 21 (L'assassin habite... au 21) (1942)
Il corvo (Le corbeau) (1943)
Legittima difesa (Quai des Orfèvres) (1947)
Manon (1948)
Ritorna la vita episodio Il ritorno di Jean (Retour à la vie - Ep. Le retour de Jean) (1949)
Un marito per mia madre (Miquette et sa mère) (1949)
Vite vendute (Le salaire de la peur) (1953)
I diabolici (Les diaboliques) (1954) - 4,5/5
Il mistero Picasso (Le mystère Picasso) (1955)
Le spie (Les espions) (1957)
La verità (La vérité) (1960)
La prigioniera (La prisonnière) (1968)

Clouzot (1907-77), francese, è stato uno specialista del thriller e del poliziesco.

I diabolici
Francia 1955 - giallo/thriller - 114min.

Nella campagna francese c'è un collegio per ragazzi gestito dalla direttrice Christina (Véra Clouzot), immigrata sudamericana, fervida credente, malata di cuore e malmaritata con il fedifrago Michel (Paul Meurisse), marito-padrone nullafacente che si gode i soldi di lei ed ha una tresca con un'insegnante dell'istituto, Nicole (Simone Signoret), che pure maltratta. Le due, esasperate dall'insostenibile situazione, ordiscono un piano per farlo fuori.
Il piano riesce, ma il cadavere scompare...


Iniziando con una prima parte descrittiva che ricorda un dramma neorealista, il film si carica con l'attuazione del piano delittuoso e da lì accelera sempre più diventando nella seconda parte un thriller al cardiopalma, con prestiti dall'horror ed un finale totalmente imprevedibile. Carico di un' atmosfera mortifera, pieno di personaggi inquietanti (il marito dispotico, la fredda Nicole, il misterioso detective in pensione), è un film minaccioso che anticipa i thriller Polanski-ani e rivaleggia con i capolavori di Hitchcock, grazie all'occhio esperto di Clouzot che sa sempre dove piazzare la macchina da presa, vivacizzando la visione con piani-sequenza dalle agili carrellate ed inquadrature che riprendono contemporaneamente gli interni e gli esterni degli ambienti. L'ulima parte in notturna è un esercizio di virtuosismo luministico.
Suspance garantita, anche grazie all'assenza di colonna sonora, usata solo in apertura e chiusura del film.
Un giallo da vedere e rivedere, per gustarsi la storia in modo diverso una volta conosciuto il finale.
Un cartello a fine film prega gli spettatori di non rivelare il finale ai propri amici: sarebbe davvero imperdonabile.

Voto: 4,5/5

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