domenica 4 settembre 2011

Wen Jiang

In the Heat of the Sun (阳光灿烂的日子) (1994)
Devils on the Doorstep (鬼子来了) (2000)
The Sun Also Rises (太阳照常升起) (2007)
New York, I Love You (纽约,我爱你) (2008)
Let the Bullets Fly (让子弹飞) (2010) - 3,5/5

Jiang (1963), entra nel mondo del cinema come attore (ruoli in molti film di Zhang Yimou). ma sempre più spesso passa dietro la cinepresa.

-Let the Bullets Fly
Cina 2010 - azione/avventura/storico - 132min.

Uno spaccato storico della Cina degli anni '20 nei toni di un'avventura picaresca che coinvolge due gangster dell'epoca, impegnati a contendersi il controllo di Goosetown e dei territori limitrofi.

Wen Jiang, attore e regista con film premiati a Venezia e Cannes, ha realizzato un film di forte impatto spettacolare ricorrendo ad una delle più famose star del cinema d'azione di Hong Kong, Yun Fat Chow. Let the Bullets Fly condensa molto cinema passato, amalgamando le arti marziali di Hong Kong con una narrativa intrigante ed intricata di stampo più occidentale (Scorsese, Mann e non ultimo Tarantino), in primis attingendo a piene mani da Sergio Leone: dal maestro italiano Jiang prende i tempi ed i modi dello spaghetti-western, ovvero campi lunghissimi e primi piani ravvicinati, lunghe sequenze di tensione e rapide sequenze d'azione, il gusto per l'avventura rocambolesca e appena oltre la soglia della verosimiglianza da una parte e l'accurata ricostruzione storica dall'altra.
Spettacolo e riflessione mischiati in una proporzione 60-40 assicurano un divertimento attento, non indifferente ad un sottotesto sociale ancora attuale e sicuramente comprensibile e apprezzabile maggiormente per gli spettatori cinesi. A chi lo guarda da lontano come noi europei rimane un senso di grande respiro epico, con imponenti scenografie e un reparto costumi di primo piano, con i soli (e pochi) effetti computerizzati a lasciar intravedere una leggera arretratezza rispetto ai sempre più avveniristici trucchi di Hollywood. Per il resto lo spettacolo è uguale, se non meglio: grandi coreografie, telecamera acrobatica ed eleganza anche nelle scene più violente restituiscono l'idea di un film pensato e realizzato con l'ottica di poter competere con i blockbuster più all'avanguardia. Senza però sacrificare, come spesso capita, l'ambito attoriale: non solo il carisma e la simpatia di Chow Yun Fat nel ruolo di coprotagonista rendono appetibile la visione già di per sè, ma tutti i comprimari (a partire dal regista stesso che interpreta il protagonista della vicenda) offrono performance accattivanti, divertenti e godibili.
Parlavo del sottotesto sociale: come spiegato nelle didascalie iniziali, la Cina degli '20 era un paese sterminato e, in sostanza, non governato, in mano ai signorotti locali (o ai "ras del quartiere" se preferite), e la situazione è ben resa nella pellicola, i cui protagonisti sono, pur simpatici, criminali che si contendono il dominio su un territorio ed una popolazione inermi e rassegnati ad un futuro di subordinazione, chiunque sia il governatore in carica. Si ride, quindi, ma spesso di un riso amaro, grazie all'equilibrio riuscito fra intrattenimento e contenuto, formula che ultimamente fatica sempre più a uscire dalle fucine delle majors. Let the Bullets Fly non è un film originale, ma è un collage di modi di fare cinema presi dai più disparati paesi, in una formula in grado di accontentare tutti i palati e con un occhio attento a nutrire non solo gli occhi, ma anche la mente.

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