La notte dei morti viventi (Night of the Living Dead) (1968) - 4/5
La stagione della strega (Hungry Wives) (1972)
La città verrà distrutta all'alba (The Crazies) (1973)
Martin (1977) - 2,5/5
Zombi (Dawn of the Dead) (1978) - 2,5/5
Knightriders - I cavalieri (1981)
Creepshow (Creepshow) (1982)
Il giorno degli zombi (Day of the Dead) (1985)
Monkey Shines - Esperimento nel terrore (1988)
Due occhi diabolici - co-regia con Dario Argento (1990)
La metà oscura (1993)
Bruiser - La vendetta non ha volto (2000)
La terra dei morti viventi (Land of the Dead) (2005)
Diary of the Dead - Le cronache dei morti viventi (Diary of the Dead) (2007) - 3,5/5
Survival of the Dead - L'isola dei sopravvissuti (Survival of the Dead) (2009) - 2,5/5
Romero (1940), americano naturalizzato canadese, è uno dei registi più importanti per il genere horror del cinema moderno. La sua infinita saga di zombie aperta dal film spartiacque La notte dei morti viventi ha influenzato migliaia di registi a lui successivi, facendo nascere il "body horror". Sebbene abbia diretto anche altri film (tutti horror), nessuno raggiunge la fama dei suoi zombie movies.
-La notte dei morti viventi
(Night of the living dead) di George A. Romero - USA 1968 - Horror - 96min.
Capolavoro dell'horror, uno dei film che più ha ispirato il genere, dando origine a numerevoli imitazioni e seguiti, apocrifi e non, il film di Romero è un ottimo esempio di cosa si può fare con un budget ridotto ed un'idea geniale.
Fratello e sorella sono in viaggio per far visita alla tomba del padre. raggiunto il cimitero, il fratello viene aggredito da un individuo in una sorta di trance che ne provoca la morte. La ragazza fugge, inseguita, e si rifugia in una villa di campagna che viene ben presto assediata dai famelici esseri. Si uniscono a lei altri superstiti di quello che capiscono essere un inferno in terra: a causa di radiazioni provenienti da una sonda spaziale i morti tornano in vita, mossi dal più primitivo degli istinti: la fame. Barricati nella villa, i personaggi (la ragazza, un giovane negro volenteroso che si adopera per cercare di salvare tutti in qualunque modo, una coppia sgradevole di mezza età con figlioletta malata a carico, una giovane coppia impaurita che cerca di far fronte alla situazione) tentano di resistere all'epidemia dilagante; non devono essere morsi, o si trasformeranno anch'essi in zombi schifosi.
Come ne "La Casa", il film è quasi unicamente ambientato nella fattoria di campagna e in pochi esterni. nel raccontare la terribile vicenda, Romero mostra di sapere dirigere egregiamente un'ottima squadra di attori, dipingendo ottimamente una carrellata di diversi tipi umani rappresentati dai vari personaggi, di orchestrare adrenaliniche (almeno per l'epoca) scene d'azione, di mantenere la suspence nello spettatore anche nei tempi morti. Leggibile anche in chiave politico-sociologica come denuncia del razzismo ancora molto diffuso in America, è un forte film di spavento che ha aperto la strada agli zombi movies dei decenni successivi, mantenendo però inalterata ancora oggi la sua inquietante efficacia narrativa.
Da vedere.
Voto: 4/5
-Martin
USA 1977 - thriller/horror - 95min (edizione americana)
Del film c'è anche una versione italiana intitolata "Wampyr" in cui il montaggio è curato da Dario Argento e le musiche sono dei Goblin. Non ho alcun interesse a vedere tale versione. Il film è abbastanza originale nel suo cocnept, costantemente in bilico fra realtà e paranormale, con il mistero destinato a rimanere irrisolto. Anche per questo non si può considerare pienamente un horror. Molto povero a livello di budget, risolve in modo mirabile un paio di sequenze efficaci (l'incipit, l'assalto notturno alla casa della donna), ma per i restanti minuti Romero paga il fio di un cast per nulla ispirato e a volte ridicolo (il vecchio che dice sempre "Nosferatu!"). Finale bello cattivo come non si usa più.
Voto: 2,5/5
-Zombi
(Dawn of the dead) di George Romero - USA 1978 - horror - 126min.
Dieci anni dopo il suo predecessore, Romero filma il seguito del film che ha rivoluzionato l'horror, introducendo il colore e spingendo il pedale sull'acceleratore della violenza e dello splatter. Tutta la tensione presente nel capostipite si perde completamente a favore di due ore di sparatoria e mutilazioni assortite. La critica sociale riscatta la pellicola solo parzialmente.
L'epidemia di zombi si sta diffondendo in tutto il mondo; scienziati e studiosi si interrogano su come affrontare il disastro. i media imbastiscono talk-show sull'argomento come fosse una notizia di cronaca rosa piuttosto che una minaccia per l'intera umanità. Due militari più una giovane coppia si rifugiano per mezzo di un elicottero in un enorme centro commerciale nel quale si barricano per resistere il più a lungo possibile. l'impresa riesce fino a quando un gruppo di bikers irrompe nel centro per saccheggiarlo...
La critica al consumismo è la colonna portante del film, ed è indice dell'impegno di Romero nel non limitarsi a raccontare storie di solo spavento. Tuttavia i difetti sono molteplici: la versione europea è supportata dalla colonna sonora dei Goblins realizzata in collaborazione con Dario Argento; tale colonna sonora è del tutto inadeguata al film, picchiando insensatamente sulla batteria anche quando non ci sarebbe alcun bisogno, e risultando in generale invasiva e fastidiosa, più adatta ad un film d'azione che ad un horror. L'introduzione del colore ha fatto più danni che altro: la ridicola colorazione bluastra degli zombi è a dir poco imbarazzante, spezzando qualunque tensione e coinvolgimento. La sequenza dell'assalto dei bikers è di una lunghezza estenuante e nulla aggiunge al discorso del film. Rimangono una buona recitazione ed alcuni momenti suggestivi, ma non è sicuramente una visione fondamentale. Peccato.
Voto: 2,5/5
Diary of the Dead - le cronache dei morti viventi
-di George A. Romero - USA 2007 - horror - 95min.
Sulla Terra dilaga un'epidemia che trasforma i morti in zombi, anche coloro che muoiono di morte naturale. Un gruppo di studenti universitari di cinema più il loro professore partono con il camper di uno di essi alla ricerca di un luogo sicuro. uno dei ragazzi filma tutto con la sua videocamera per lasciare una testimonianza dei fatti. i ragazzi apprendono e trasmettono quanto succede nel resto del mondo tramite l'etere, l'unico strumento di comunicazione ancora intatto (per ora).
Romero riprende in mano i suoi amati zombi per l'ennesima volta, ancora potente, visionario, pessimista. Declina la sua parabola nichilista ai moderni mezzi di comunicazione, alla società della rete e dei (video)bloggers, e ne analizza pregi e difetti; i primi sono la Rete come unico vero mezzo di informazione libero e veritiero, a contrario dei media manipolati dai governi falsi e bugiardi, e la genuinità del girato; i secondi, preponderanti, sono l'assenza di scopo: si riprende perchè non se ne può fare a meno: è come se gli uomini, incapaci ormai di trovare un senso nel loro operato, cercassero nella realtà quel qualcosa che non trovano in loro stessi; perciò la realtà dev'essere filmata, tutto dev'essere documentato perchè le generazioni future sappiano quel che è successo, se ci saranno mai delle generazioni future; perchè l'unico modo per sopravvivere dopo la morte è lasciare un segno tangibile: l'obiettivo della videocamera come tempio che custodisce anime cibernetiche, flussi di dati che conservano il ricordo di una vita ormai non più esistente, di una non-vita: non c'è grande differenza fra i morti che si rianimano ed i protagonisti, veri e propri dead-men walking, che vagano senza una meta, si aggirano per un mondo desolato dove vige la legge dell'homo homini lupus; Romero non ha mai cambiato idea circa la propensione umana all'autodistruzione: in una situazione estrema ognuno pensa per sè, incurante del destino degli altri. Lo sconsolato finale, che spinge lo spettatore ad aderire alla sconsolata visione del regista, è emblematico.
Dopo aver criticato i costumi e la politica della società opulenta, Romero lancia un'accusa pesantissima alla razza umana di per sè: gli zombi non sono più un qualcosa di irreale ed impossibile, l'apocalisse è davvero qui e ora.
A livello realizzativo, la pellicola purtroppo soffre di alcune pecche: oltre alla scarsa originalità della first person camera, espediente ormai non più originale, si nota una certa schematicità nella narrazione; l'impressione è che Romero scarseggiasse di inventiva, e si sia trovato costretto a intervallare i fatti con commenti della voce narrante di una dei protagonisti che esplicita le tesi del regista, togliendo allo spettatore il compito di una riflessione autonoma sulla pellicola. Nulla di eccezionale per quanto riguarda il comparto tecnico.
Gran bel film, comunque.
Voto: 3,5/5
-Survival of the Dead - L'isola die sopravvissuti
di George A. Romero - USA 2009 - horror - 90min.
Sesto film "zombesco" di Romero, il primo direttamente correlato ad un altro episodio, nel concreto il subito precedente Diary of the Dead - le cronache dei morti viventi:
Il gruppo di soldati che aveva rapinato i protagonisti del film precedente sta cercando un luogo sicuro dove rifugiarsi. Basandosi su un video trasmesso su Internet, i militari conoscono O'Flynn, un vecchio pazzo che è stato esiliato da Plum Island, che definisce un luogo sicuro e tranquillo. In realtà non è proprio così, dato che ci sono due famiglie in lotta (lui è a capo di una delle due) che si contendono il diritto di fare dei morti viventi ciò che vogliono: una famiglia vuole sterminarli tutti, l'altra vuole risparmiarli e cercare di studiarli per trovare una cura; la discussione non avviene pacificamente.
Dopo i toni quantomai seri e apocalittici del film precedente, Romero punta sull'horror comedy per ribadire i concetti già espressi precedentemente (esclusa la riflessione sui media, quasi del tutto assenti in questo episodio). Il piglio scanzonato e giocherellone potranno far storcere il naso agli amanti degli horror più radicali, tuttavia il mix funziona ed il film è divertente e godibile, anche per il modo assolutamente inedito ed originale con cui gli zombi (che mai erano stati così in secondo piano rispetto ai protagonisti) vengono trattati, quasi come animali da addomesticare. C'è un gran pessimismo di fondo comunque dietro alla macabra ironia.
La recitazione purtroppo non è il massimo, ed anche il budget evidentemente basso non permette di realizzare scene particolarmente impressionanti. Anche se gli effetti speciali sono volutamente inverosimili, tanto da essere comici, il risultato non è molto entusiasmante. A Romero va sicuramente il merito di continuare imperterrito a sfruttare un filone, di cui ormai è riconosciuto fondatore, reinventandolo ad ogni film, anche se stavolta il risultato finale non è molto soddisfacente.
Si lascia vedere, comunque.
Voto: 2,5/5
Questo blog ospita recensioni di film di ogni genere ed epoca. Ogni regista ha una scheda dedicata, con l'indicazione della sua filmografia, seguita dalle recensioni dei singoli film. I film qui recensiti sono solo una parte di tutti quelli che ho visto. In basso troverete gli indici di film e registi. Per gli ultimi aggiornamenti consultate la sezione News nella colonna di destra. Le F.A.Q. sono poco più sotto. Film recensiti: 900
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