Gli uccisori (Ubijtsy) (1958)
Non cadranno foglie stasera (Segodnja uvolnenija ne budet) (co-regia Aleksandr Gordon)(1959)
Il rullo compressore e il violino (Katok i Skripka) (1960)
L'infanzia di Ivan (Ivanovo detstvo) (1962)
Andrej Rublëv (1966) - 4/5
Solaris (Soljaris) (1972) - 3/5
Lo specchio (Zerkalo) (1975)
Stalker (1979)
Tempo di viaggio (1983)
Nostalghia (1983)
Sacrificio (Offret) (1986)
Tarkovskij (1932-1986), russo, è un regista che lascia trapelare un anelito allo spirituale, alla dimensione del misticismo che permea l'esistenza. I suoi film però sono anche acutissime descrizioni psicologiche, quand'anche accurate ricostruzioni storiche. Esempio di imponente cinema sovietico (sia per mezzi che per contenuti), Tarkovskij è il più degno erede dei maestri sovietici degli anni '20.
-Andrej Rublëv
URSS 1966 - storico - 185min.
Affresco storico ancor prima che film biografico: della vita del pittore di icone ortodosso (1360-1430), si coprono solo gli anni tra il 1408 e il 1423. Per di più, Rublëv è spesso ai margini delle vicende messe in scena, testimone spesso impotente degli eventi. Infine, cosa ancor più geniale, mai lo si vede dipingere nel corso del film: solo alla fine, una breve sequenza a colori (il film è in B/N) mostra ellitticamente il suo retaggio artistico. Addirittura nell'ultima ora di film non pronuncia una parola, a seguito di un voto per espiare i suoi peccati. Gli occhi di Rublëv sono gli ochi di un uomo che vede passare la Storia accanto a sè, ne è investito e ammutolito: la paura nei confronti della bestialità umana è seconda solo al timore per un Dio invisibile che sembra precipitare il popolo russo in baratro di infinita sofferenza: afflitta da carestie, razziata dalle tribù mongole, la steppa russa è una vasta terra di nessno preda dei signori della guerra, in cui gli umili vivono vessati e gli uomini di Dio si interrogano, divorati essi stessi da dubbi e tentazioni, sul senso dell'esistenza e sul come comunicare una speranza ad un popolo che ne è privo. Come l'affascinante prologo mostra, non c'è modo per l'uomo di elevarsi al di sopra della propria condizione di sofferenza terrena, e chi pecca di questa superbia sarà inevitabilmente punito. Rublëv smette di dipingere perchè non vuol rappresentare anche iconograficamente il supplizio dell'Inferno: il suo desiderio è conferire speranza alla gente, ma anch'egli sembra preda di una cupa disperazione. Che sia l'effetto del suo voto o il semplice incedere della Storia a cambiare le cose, ognuno lo riterrà secondo le proprie convinzioni: fatto sta che il lungo episodio finale della forgiatura della campana (memorabile per intensità emotiva ed impatto visivo) darà finalmente fiducia al popolo ed al pittore, che potrà sciogliere la sua penitenza e ritroverà lo stimolo per mettere in pratica il suo talento.
Tutto questo in 3 ore dense di fatti, battaglie, riti pagani, discussioni teologiche e vagabondaggi dei personaggi (seguiti spesso da un'altrettanto errabonda mdp a mano, in carrellata o anche in camera car; e si usano anche artifici come il dolly, le più svariate grandezze focali ed il ralenti) che vivacizzano una narrazione dal ritmo pacato, probabilmente troppo per alcuni. Pur con ellissi temporali anche di svariati anni, il racconto fila che è un piacere, e la regia governa tutto con sicurezza. Qualche riserva solo sullo spazio dedicato ad alcuni persoanggi secondari, che è a volte troppo (come nel caso della ragazza muta), a volte troppo poco (la ragazza dei riti pagani).
Voto: 4/5
-Solaris
di Andrej Tarkovskij - URSS 1972 - fantascienza - 165min.
Molti dicono che sia stata la risposta sovietica a 2001. Non so se sia stato girato con questo obbiettivo, comunque con l'opera di Kubrick ha poco da spartire. Kubrick è metafisico e grandioso tanto quanto Tarkovskij è intimo e concreto. Il primo è un filosofo che si interroga sul destino dell'umanità, il secondo è uno psicologo che studia i meccanismi dell'inconscio.
Recensisco la versione integrale, disponibile in DVD ad opera della General Video Recording.
Chiamato per una missione sulla stazione orbitante presso il pianeta Solaris, lo scienziato Kris deve fare i conti con astronauti stralunati e una stazione semideserta e diroccata, nei cui corridoi vede ben presto materializzarsi il fantasma della moglie morta. E' una proiezione mentale del pianeta Solaris, enorme entità pensante che fa incarnare i ricordi delle persone in entità fisiche. Kris arriva a non volersene più andare per rimanere sempre con la proiezione della moglie, che sembra vera in tutto e per tutto.
Non è solo un film sull'elaborazione del lutto, ma più in generale sulla diffcoltà di affrontare il proprio passato, lasciandoselo alle spalle per affrontare la vita, o perdendosi nei ricordi e giacendo nell'inerzia. Tarkovskij ricorre al futuro per parlare del passato e del presente degli individui, in un film che assomma tutte e tre le dimensioni temporali in un ipnotico labirinto mentale. In questo senso potrebbe essere accostato ad un altro film di Kubrick, "Shining", che ricorda questo film per vari aspetti: l'Overlook Hotel non è molto dissimile dalla stazione spaziale, entrambi luoghi difficilmente accessibili ed ancor più difficilmente abbandonabili; luoghi dove il passato rimane prigioniero e si con-fonde col presente, imprigionando i protagonisti in un loop spazio-temporale.
Non manca qualche difetto: forse il taglio del lungo prologo terrestre nell'edizione italiana non fu fatto a torto (sebbene ovviamente raccomandi la visione integrale!), dato che alcuni passaggi si dilatano senza ragione e inducono alla noia. La recitazione, per quanto competente, non si può certo definire coinvolgente. Le scenografie sono a dir poco insufficienti: ci vuole molta fantasia per immaginare una stazione spaziale con porte in alluminio! Tarkovskij lavora bene con i mezzi a disposizione, ma il risultato complessivo lo fa sembrare un film vecchissimo rispetto alla sua età, ed ancor più se paragonato a 2001.
In conclusione è un buon film che affronta temi difficili da trattare con la classe di un grande regista, ma purtroppo non è supportato da un convincente apparato tecnico, il che, soprattutto per un film di fantascienza, è una grande pecca.
Alcuni indicano come anno di realizzazione il 1971. Io mi sono basato sull'indicazione riportata sulla confezione del DVD che possiedo, ma forse questa si riferisce all'anno di distribuzione in Italia. Se qualcuno mi può illuminare a proposito ben venga.
Voto: 3/5
Questo blog ospita recensioni di film di ogni genere ed epoca. Ogni regista ha una scheda dedicata, con l'indicazione della sua filmografia, seguita dalle recensioni dei singoli film. I film qui recensiti sono solo una parte di tutti quelli che ho visto. In basso troverete gli indici di film e registi. Per gli ultimi aggiornamenti consultate la sezione News nella colonna di destra. Le F.A.Q. sono poco più sotto. Film recensiti: 900
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